Gustave Flaubert Correspondance. À Louise Colet, 1846
"Uno fa il critico se non può fare l'artista, così come uno diventa una spia se non è capace di fare il soldato"
Ho sempre pensato che un insegnante di lingua e letteratura non debba limitarsi alle prescrizioni della teoria, ma che un professore debba dimostrare, con il proprio esempio fattivo, di essere capace di realizzare in prima persona quanto chiede ai propri studenti. Tante (troppe) volte nella mia carriera ho incontrato insegnanti, o presunti tali, che non sarebbero stati in grado di svolgere i compiti che essi stessi assegnavano.
E allora, nei miei esercizi di scrittura, io per primo metto la "penna" sulla graticola e mi espongo al giudizio e ai possibili strali dei miei studenti. Se ti tributeranno una qualche autorevolezza nella capacità di scrivere, dimostrata dal loro spontaneo riconoscimento, allora saranno disposti a riconoscere autorevolezza anche alle nozioni che tu impartirai. Se ti limiterai a illustrare nozioni dall'analisi dei testi di altri credo che il risultato sarà comunque meno efficace. Del resto, se un professore di letteratura non è capace di scrivere quantomeno un racconto (mica vincere il Premio Strega, un semplice racconto come un esercizio di stile) che professore di letteratura è?
Quadro adolescenziale, di formazione.
Angela è una ragazza problematica. Affronta la scuola sopportandola come può, con l'aiuto delle sue amiche. Persa tra i suoi sogni e un malcelato desiderio di riscatto mostra tutti i problemi e le indecisioni dell'adolescenza quando, sulla soglia dell'età adulta, sarà inevitabilmente costretta a decidere per sé.Il primo giorno di scuola, da dietro la cattedra.
Un racconto semiserio, autoironico (ma anche no), di un primo giorno di scuola visto con gli occhi di un insegnante ancora forse non troppo sicuro del fatto suo.Un thriller psicologico, quasi horror.
Nell'Italia di oggi, se sei disoccupato, scrivi un romanzo che abbia un commissario per protagonista e hai risolto i tuoi problemi. Potevo non inventarmi un commissario pure io? Giusto per cambiare, in Inghilterra, però.Una filastrocca à la Gianni Rodari, con l'immancabile, un po' amara, riflessione morale conclusiva.
Una gioco di parole, ai limiti del nonsense, per spiegare le allitterazioni.
Quella della poesia è un'arte troppo nobile per essere svilita come un semplice esercizi di stile. D'altro canto autoassegnarsi una patente di "poeta" è forse l'azione più presuntuosa che, senza un riconoscimento reale che venga da attenti lettori, un autore possa compiere.
I versi che seguono sono pertanto, nei limiti del giudizio che si può dare del talento del loro compositore, testi che hanno, se non un dimostrato valore, quanto meno la pretesa di una evocazione in versi di un sentimento, in mancanza del quale resterebbe un vuoto esercizio retorico di sillabe e metri che in quest'arte non hanno più cittadinanza, penso ormai giustamente, nei nostri tempi.