Parco del Castello Vecchio

INTRODUZIONE

Il Castello Vecchio di Colleferro, in provincia di Roma, è un castello situato all’interno di uno dei tanti verdi pubblici di Colleferro. Non si sa la data precisa della sua costruzione ed è stato abbattuto e ricostruito numerose volte, quindi ha subito molte modifiche nel corso dei secoli

Castello Vecchio (Colleferro)

La storia

Il profilo storico del castello è piuttosto conciso. Non vi è alcuna attendibile ipotesi sull'epoca di fondazione e sulla sua attribuzione ai Conti di Segni o a quelli del ramo di Poli. Il rinvenimento di materiali che risalgono all'VIII secolo, dopo uno scavo "accidentale", effettuato agli inizi degli anni '80, farebbero supporre la presenza di un insediamento più antico sulla cui definizione non si hanno notizie certe. L'unico punto fermo è la data della sua distruzione, avvenuta nel 1431, ad opera delle milizie mercenarie capeggiate da Jacopo Caldora, in seguito alla contesa che oppose le famiglie Conti e Colonna. Abbondante materiale d'archivio riguarda solo la fase successiva alla distruzione e si tratta quasi esclusivamente di un elenco di passaggi di proprietà tra i Conti di Segni, i Salviati ed i Doria Pamphili, ultimi proprietari del castello, poi rivenduto negli anni '50 alla famiglia Sbolgi.  Nel secolo scorso il complesso ha subito gravi danni dal terremoto del 1915 e un’occupazione abusiva dal dopoguerra.

La proprietà attuale è della famiglia Furlan che lo ha ceduto al Comune di Colleferro nel 2020. 

La struttura 

Il castello sorge sulla sommità dell'omonimo colle a circa 250 m.s.l.m.,  circondato dai campi coltivati e dall'antica cinta muraria, in buona parte crollata. Il complesso è costituito da varie strutture organizzate attorno ad una corte centrale di superficie di circa 1485 m² e delimitate da un perimetro approssimativamente rettangolare.  La conformazione e la disposizione dei diversi corpi fa pensare ad aggiunte di epoche successive su un nucleo originario piuttosto omogeneo. 

Il "Castello Vecchio" veniva edificato inizialmente con materiale  "Opus Signinum", cioè uno speciale impasto di calcestruzzo, caratteristico di Segni e famoso in tempi antichi, molto resistente ed impermeabile.(Si pensi alla costruzione della cisterna romana ed alla camera ad acqua che vennero costruite con lo stesso materiale utilizzate come serbatoi idrici per assicurarne l'impermeabilità).


I lati sud-ovest e nord-ovest sono interamente occupati da corpi di fabbrica, mentre, a sud-est, in prossimità del dirupo, la struttura si articola, sorretta da alcuni contrafforti, in alcuni organismi di diverso spessore ed altezza. L'accesso al complesso avviene da nord-ovest tramite un corridoio voltato che attraversa l'intero corpo di fabbrica e conduce alla corte centrale, sulla quale si aprono gli ingressi alle diverse parti dell'edificio.

Lo stato attuale 

I resti del castello Vecchio occupano una vasta pianura in cima alla collina. L’asse autostradale purtroppo ha alterato notevolmente l’assetto del paesaggio dividendo a metà i terreni che facevano parte della tenuta. La posizione del castello era strategica per il controllo sia sulle principali vie di comunicazione e di commercio, sia sul fiume Sacco, a cui probabilmente è legata l’origine del nome: Fluminaria, sul fiume. Si dice che il castello sembrasse destinato ad interventi di trasformazione in un parco attrezzato ma, recentemente, un apposito decreto del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo avrebbe posto il vincolo di interesse culturale prevalendo sul progetto edilizio iniziale che minacciava, secondo la loro valutazione, l’importanza della struttura medievale, ritenendola un bene da tutelare. Grazie alla segnalazione giunta da un utente su Facebook, il quale mostrava foto delle situazioni di abbandono del castello, nei cittadini è nato l’interesse al fine di riunirsi e trovare una soluzione.