Intervista al vicesindaco

INTERVISTA AL VICESINDACO DI COLLEFERRO GIULIO CALAMITA SULLE TEMATICHE AMBIENTALI

INTRODUZIONE

A conclusione di un lavoro di educazione civica sul tema dell’ambiente, che abbiamo svolto in gruppi, seguiti dal professor Saccucci, abbiamo avuto la possibilità martedì 26 aprile di intervistare il vicesindaco Calamita per approfondire i nostri lavori e chiarire i nostri dubbi.

L’INTERVISTA

Il vicesindaco rispondendo alla prima domanda del gruppo Maggetti, Cristofari, Damiani, ci ha parlato dei siti di interesse nazionale (SIN) che sono 50 in Italia e che vengono istituiti dal Ministero della Transizione Ecologica nei luoghi dove è riscontrata una situazione complessa di contaminazione ambientale: il Ministero è il primo responsabile nella decisione che viene presa in collaborazione con la Regione, i Comuni ed un team di esperti.

Diversi sono gli obiettivi che si perseguono una volta individuato il SIN:

I tecnici stanno valutando, attraverso l’esame di pozzi e terreni sia pubblici che privati, qual è il rischio per la salute stabilendo un ordine di pericolosità.

 A Colleferro esistono due tipi più gravi di inquinamento: quello del terreno e quello del fiume.

L’inquinamento del  terreno è derivato dalle discariche delle varie industrie che dal dopoguerra ad oggi hanno interrato materiali di ogni tipo, in particolare l’industria chimica Caffaro. Sono così state individuate 2 aree principali: Arpa 1 che è stata chiusa e sigillata nel 2001 in modo che non potesse fuoriuscire nessun materiale inquinante e Arpa 2 che ancora non è stata chiusa.

L’inquinamento del fiume e delle falde deriva dal fatto che la Caffaro scaricava nei fossi ogni tipo di residuo prodotto dalla fabbrica che con la pioggia veniva trasportato fino al fiume.

Sul sito contaminato si possono fare tre cose:


Alla domanda del professor Saccucci: ”Il Comune cosa ha fatto dal punto di vista organizzativo  per fronteggiare la situazione dell’inquinamento?” Il vicesindaco ha risposto: ”Il nostro obiettivo è quello di chiudere anche il sito Arpa 2, che comporterà un lavoro di scavo del terreno, di costruzione di un sarcofago di cemento armato che conterrà i terreni contaminati, per arrivare ad avere un sito non più contaminato. Il problema più grosso è quello legato alla bonifica del fiume Sacco che richiederebbe così tanti fondi perché si dovrebbe bonificare un’area lunga 80 Km, che non abbiamo. Ma spesso è la Natura stessa che ci viene in soccorso: attraverso batteri e piante si riesce a migliorare la situazione di inquinamento, infatti negli ultimi 10 anni l’inquinamento del Sacco è diminuito di 10 volte. La nostra idea è quindi di piantare piante che assorbono l’inquinamento per poi utilizzarle non per fini agricoli, perché in queste aree non si possono piantare ortaggi che possiamo consumare senza pericolo, ma per fini industriali, per esempio per fare tessuti ecc..


Alla domanda del gruppo di Cianfoni, Ribechi, Lanna: “perchè non c’è una continua manutenzione dei parchi e una raccolta differenziata per le persone che li frequentano?”

il vicesindaco ha risposto: "La manutenzione del verde pubblico ha un costo molto alto, sia per i sette ettari del parco del Castello Vecchio, sia per i vari giardini pubblici che per i verde a terra il Comune spende circa 150.000,00 l’anno. Abbiamo cercato di contenere i costi sia dando in gestione a privati parchi e giardini sia adottando la scelta di fare piccoli interventi ma più frequenti; per esempio nella potatura degli alberi abbiamo abbandonato la capitozzatura che è una tecnica che porta dei tagli brutali e drastici sulla pianta, scegliendo delle potature più leggere che danno vigore e salute alla pianta. Per la raccolta differenziata per strada, ritengo che funzioni solo se c’è un controllo (come per quella che facciamo a casa); abbiamo provato a mettere cestini tripartiti per la raccolta di carta/plastica/umido ma l’esperimento è stato un fallimento, nei cestini veniva buttatto di tutto. Ciò perché manca spesso il senso civico, preferiamo buttare una carta per terra piuttosto che tenerla in tasca o ci fa fatica arrivare all’isola ecologica dove i rifiuti non riciclabili possono essere conferiti senza problemi”.


Alla domanda del gruppo Parisi, Priori, Zechender, “Il Comune incentiva sullo smaltimento sostenibile delle aziende di pneumatici?” l’assessore ha risposto:”Per questo tipo di prodotto, come per i RAEE (vedi pulsante sotto), è già previsto nel prezzo di acquisto lo smaltimento del vecchio, perché si tratta di inquinamento potenziale che, secondo il life cycle assessment, viene calcolato nel ciclo di vita di un prodotto, che spesso vengono anche riciclati e riutilizzati. Il Comune qui ha un ruolo di vigilanza, dietro segnalazione controlla che ogni azienda faccia il proprio dovere, ma la responsabilità è dell’azienda che smaltisce in modo irregolare. Il Comune si occupa solo di rifiuti domestici e non tutti i tipi di rifiuti possono essere ritirati dal Comune. Comunque stiamo studiando incentivi per l’utilizzo di materiali durevoli come le borracce o erogatori di acqua per limitare l’utilizzo della plastica”.


Alla domanda del gruppo composto da Bistazzoni, Marcelli, Piacentini: “Ci sono progetti su una maggior organizzazione sul parco del Castello vecchio?” Calamita ha risposto: "Sì, ci sono diversi progetti che intendiamo portare a termine nei prossimi due o tre anni. Il terreno interno al Castello era privato ed è stato espropriato per trasformarlo in zona di interesse pubblico. Per fare ciò occorre un’autorizzazione che viene data se esiste un progetto. Il progetto a cui ci siamo legati era quello del vecchio piano regolatore che prevedeva un parcheggio in quella zona. Il parcheggio è in fase di realizzazione ma in modo sostenibile senza cemento ma utilizzando materiale drenante, è in fase di realizzazione anche un percorso jogging e un palco per le rappresentazioni teatrali, in una zona ai piedi del castello incastonata nella roccia della vecchia cava. Sono stati stanziati 1.800.000,00 euro per mettere in sicurezza il Castello e renderlo in gran parte visitabile. Non è stato facile portare a termine il progetto, in quell’area, vicino al cimitero ci sono molti vincoli: archeologici, paesaggistici ecc., l’area verde di fronte al cimitero resterà verde, si realizzeranno in altre aree, a confine con la cava dei terrazzamenti con pergolati per creare delle zone d’ombra per passeggiare e delle aree per organizzare mostre amovibili. Forse non sapete che le arcate del Castello furono di ispirazione a Morandi per la realizzazione della chiesa di Santa Barbara, costruita proprio in un punto rivolto verso il castello, la nostra idea è quella di rimettere in connessione queste due visioni, creando dei percorsi all’interno del giardino del castello che permettano di vedere dall’alto la chiesa.”


Alla domanda del gruppo Pace, Neglia, Fiorentino :”Perché il giardino di Via Giotto è stato intitolato a Placido Rizzotto” l’assessore ha risposto: “Approfitto della domanda per invitarvi ad iscrivervi e partecipare ad associazioni di volontariato come Libera, Anpi ecc.. che in un percorso di sensibilizzazione alla legalità che ci hanno proposto di intitolare i giardini e le piazze a persone che hanno dato la vita per la legalità”.


Alla domanda del gruppo Sarao, De Angelis e De Cristofaro: "perché i giardini di Via Giotto non sono stati riaperti” è stato risposto: “Il bando per la gestione del giardino è andato deserto per tre volte, non è facile gestire aree pubbliche, per costi e competenze, come è successo anche per i giardini di Via Latina. Cercheremo di adottare misure semplificate che non prevedono bandi per riuscire a riaprirli”.


Alla domanda del gruppo Scorretti, Biancone, Lenci: “Quando e come si provvederà allo smaltimento delle discariche abusive?” il vicesindaco ha risposto: "Si tratta spesso di rifiuti che andrebbero conferiti nelle isole ecologiche ma che qualcuno preferisce abbandonare per strada. Dovete capire che per smaltire discariche abusive i costi sono molto alti e sono sostenuti da tutta la collettività”.


Alla domanda del gruppo Santia, Bruni e Bianchi: ”Come sono stati utilizzati i fondi stanziati per risolvere il problema dell’inquinamento delle acque” Calamita ha risposto: "dei 53 milioni di euro stanziati, 6 milioni saranno destinati a Colleferro per lo studio epidemiologico, facendo un controllo delle malattie prodotte dall’inquinamento”.


Alla domanda del gruppo Volpe, Marielli: ”C’è un collegamento tra economia e inquinamento?” La risposta è "sì è vero, c’è un collegamento soprattutto per l’inquinamento dell’aria, più economia c’è maggiore è l’inquinamento, ma anche nel nostro piccolo possiamo incrementare l’inquinamento, basti pensare all’utilizzo della biomassa per il riscaldamento che ha prezzi bassi ma inquina tantissimo, mentre infatti una caldaia a metano inquina uno, una stufa a legna inquina 1000 volte di più. A Colleferro vivono circa 9000 famiglie e ci sono 100 caminetti. Riflettete per dare anche voi un contributo nella vita di tutti i giorni”. 


CONCLUSIONE E CONSIDERAZIONI FINALI

Al termine dell’intervista abbiamo salutato e ringraziato il vicesindaco con un caloroso applauso. 

Abbiamo apprezzato molto sia il risultato della nostra ricerca che i chiarimenti forniti dal vicesindaco che ci ha fatto conoscere nuovi aspetti sulla nostra città e ci ha dato diversi spunti su come poter migliorare nel nostro piccolo le condizioni ambientali di Colleferro.

L’unica critica che possiamo muovere è sulla gestione dei tempi delle risposte; infatti, gli ultimi gruppi rispetto ai primi hanno avuto risposte più sintetiche ma a parte ciò l’intervista è stata molto interessante ed esaustiva.