Una conchiglia un po' inusuale.

Per scrivere questo testo ho preso spunto per molte cose tra cui la trama e il nome del mondo da dei generatori di lettere o di parole casuale ovviamente modificando alcune cose nel caso del bisogno.

Un giorno mentre stavo camminando sulla spiaggia di Punta Blanca (Ecuador) mi ritrovai improvvisamente ad essere attirata da una conchiglia gialla, di molte sfumature di giallo, poi arrivò un’ onda che le spazzò via e, come se il mio corpo non rispondesse più ai miei comandi mi ritrovai a nuotare dietro essa.

Dopo molto nuotare la conchiglia si fermò su degli scogli,  iniziai ad uscire gradualmente dall’acqua pensando di trovare molto vento come quando ero arrivata sulla spiaggia invece, a mia insorpresa, trovai un’ aria molto calda pronta ad accogliermi, con il copricostume che si appiccicava sempre più al mio corpo mi incamminai verso l’oggetto che mi attraeva più di ogni altra cosa al mondo.

Arrivata da essa la osservai ancora più attentamente, le sfumature del colore così simile a quello del sole creavano delle magnifiche striature che completavano il giro che già compiva  la forma della conchiglia stessa; improvvisamente le strisce iniziarono a girare vorticosamente e in men che non si dica mi ritrovai in un altro mondo:  tutto fatto di piante rocce e da questo punto di vista era molto simile al nostro tuttavia le dimensione erano sproporzionate piante e animali enormi e montagne e nuvole minuscole.

Rimasi sorpresa e affascinata da ciò che mi era di fronte ma rimasi ancora più stupita da ciò che vidi celarsi poco lontano da me, un ragazzo all’ incirca della mia età forse di qualche anno più grande, alto molto più di me probabilmente -non che ci voglia molto dato che sono alta un metro e cinquantasette-,  con un fisico alquanto nella norma e occhi e capelli di un chiarore strabiliante, i colori di qust’ ultimi ricordavano molto quelli della conchiglia, gli occhi di un giallo più acceso e i capelli di un biondo più chiaro.

Lo contemplai per molto tempo senza dire niente tuttavia quando un rumore attirò la sua attenzione iniziò a guardarsi intorno e, proprio quando iniziai a rilassarmi pensando che non si sarebbe accorto di me, lui mi posò addosso i suoi occhi caldi come il fuoco.

Si avvicinò lentamente e io non riuscii a muovermi, era come se fossi pietrificata, era quasi arrivato ma, per fortuna un rumore identico al precedente lo fece scattare e in meno di un nanosecondo lui scomparve nel nulla.

Vagai in cerca di un’ uscita o comunque di qualcosa a cui far riferimento per orientarmi ma non  trovai niente era tutto uguale e di persone non ce n'era traccia.

Finalmente adocchiai qualcosa di diverso dal verde, dal marrone o dal grigio, c’era una spiaggia che però purtroppo non mi fu comunque d’aiuto.

Decisi dopo tutto l’accaduto di addormentarmi dato che ero giunta alla conclusione che restando sveglia a vagare senza una meta ben precisa non sarebbe servito a molto, al mio risveglio mi ritrovai in un posto molto diverso da quello in cui mi ero addormentata, era una casa.

La stanza in cui mi trovavo era molto ariosa, c’era una portafinestra che portava ad un porticato ampio che era posizionato all’ interno di un giardino curato nei minimi dettagli, di fronte a me vi erano una tv appesa, un tavolino in marmo su cui sopra vi erano fogli, libri, caffè e evidenziatori sparsi ovunque, esso era posizionato sopra un tappeto molto contrastante con il resto della stanza in quanto molto colorato e infine vi erano piante e il divano su cui ero, un sofà in pelle nera abbellito da una coperta e diversi cuscini.

Determinata a voler scoprire dove fossi e cosa fosse successo uscii dalla stanza e mi trovai davanti un corridoio pieno di librerie e piante, non mi soffermai  particolarmente sui dettagli perché ero intenzionata a trovare altro,  poco dopo lo scorsi, in una stanza non molto lontana da quella iniziale.

C’era una ragazza seduta su una poltrona a leggere un libro che presunsi fosse delle librerie qui fuori, era di carnagione chiara con capelli colorati di verde e di arancione, non riuscii a vedere molto in quanto ella era di spalle, mi avvicinai a lei e, poco prima che riuscissi e raggiungerla  si girò.

Mi fissò incerta forse di non sapere cosa dire e ad un certo punto cominciò a parlare, ci salutammo, ci presentammo - si chiamava Elizabeth-, e per ultima cosa mi spiegò la situazione, mi disse che quello era un universo parallelo a quello in cui abitualmente vivevo, che c’erano dei “mostri” che disseminavano le loro conchiglie -portali per il loro mondo- nelle spiagge per far si che i ragazzi scelti arrivassero dritti da loro, che i “mostri” utilizzano a loro piacere i ragazzi come me e che poi una volta finito ciò che dovevano fare li gettavano nel bosco e che nel giro di pochi minuti sarebbero stati mangiati da degli animali, infatti, disse anche che era sorpresa che io fossi sopravvissuta.

Dopo altre spiegazioni e minuti di conoscenza mi portò a fare un giro e a mangiare qualcosa dato che in casa sua era finito tutto.

I giorni passarono e io e lei legammo sempre di più, ad un certo punto però mi venne in mente una cosa, ERO QUI DA SETTIMANE E ANCORA NON LO AVEVO COMUNICATO A NESSUNO !!!!

Chiesi a Elly come potevo contattare le persone del mio mondo e lei mi disse che da qui non c’era nessun modo per comunicare con altri universi e che mi avrebbe fatta tornare a casa, dopo ciò mi balenò in testa un’ altra cosa e così decisi di levarmi ogni dubbio, le chiesi cosa sarebbe successo quando io sarei tornata a casa mia, senza che specificassi cosa intendevo lei mi disse che attraversato il portale non sarei più potuta tornare qui e, probabilmente dovette notare il mio stato d’animo dalla mia faccia perché subito mi disse che però se avessi voluto avrei potuto prendere la sua conchiglia cosicché sarei potuta tornare nel momento in cui lo avessi desiderato, dopo essermi assicurata che a lei stesse bene presi la conchiglia e attraversai il portale.

Feci passare diversi giorni, andai a scuola e passai del tempo con famiglia e amici tuttavia, non mi sentivo convinta nel restare lì e mi resi conto del perché, Elly e il suo universo mi avevano affascinata e mi avevano fatto affezionare in poco tempo.

Decisi quindi di spiegare tutto ciò alla mia famiglia e di dirgli che mi sarei "trasferita" a Oqurpvel da una mia amica, inizialmente si opposero ma poi decisero che se io fossi tornata in alcuni giorni prestabiliti sarei potuta andare.

Detto ciò preparai i bagagli e partii, appena Elly mi rivide mi corse in contro e iniziò a parlare a manovella -come al suo solito- dopo un po' però si accorse della mia valigia e mi chiese il perché la avessi, le dissi il motivo e le chiesi se a lei stesse bene  che io alloggiassi a casa sua per un po', neanche il tempo di pensarci su e subito accettò.

Da quel giorno in poi vissi a casa sua e a mia sorpresa mi iscrisse alla sua scuola -dico a mia sorpresa perché nel suo istituto si allenano a combattere contro i "mostri"- comunque mi ambientai in fretta e trovai altrettanto velocemente una squadra di combattimento.

Tuttora studio e aiuto i diplomati a sconfiggere i "mostri" e, come quando è iniziata la storia due anni fa, vivo da Elly che è diventata la mia migliore amica.

Di tanto in tanto qualcuno rischia di morire ma bene o male riusciamo sempre a sopravvivere anche se a volte, è capitato che non ci risvegliassimo per un po' però fortunatamente siamo ancora tutti vivi, forse.