Racconti

La responsabile, per questa edizione, della rubrica "Racconti" è Nicole Statella 

Questo racconto parla di una ragazza americana delle scuole medie che, insieme alle sue sorelle, i suoi fratelli e i suoi cugini vive un' avventura, nel giorno di pasqua, fuori dal comune insieme al coniglio pasquale.

Era il 5 aprile, finalmente l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze pasquali. L’aria era fresca e piacevole da sentire sul viso. Stavo tornando a casa mia e appena misi piede dentro, mia mamma corse verso di me dandomi una notizia straordinaria: “Domani mattina i tuoi zii e i tuoi cugini, verranno qui e si fermeranno per tutte le vacanze!”. Ero al settimo cielo, erano mesi che non li vedevo, dato che vivevano in un altro Stato. Il giorno dopo, scesi per fare colazione con la mia famiglia. “Allison! Come ti sei fatta grande!” disse mia zia Rachel mentre mi abbracciò tutta felice. “Dove sono tutti gli altri?” chiesi. “I tuoi fratelli, le tue sorelle e i tuoi cugini sono tutti in giardino” disse. Andai in giardino e salutai i miei cugini, Yasmin, Liam e Alex. “Ciao Allison, ci sei mancata tanto!” mi dissero in coro. Il giorno di Pasqua io, le mie sorelle Jennifer e Kelly, i miei fratelli Adam, Dilan e Jacob e i miei cugini, andammo a fare la caccia alle uova nel bosco vicino casa mia. Dopo un po' però, notai qualcosa di strano muoversi dietro alcuni alberi. Lo feci notare subito anche a Yasmin: “Guarda, c’è qualcosa lì” le sussurrai. Così chiamammo tutti gli altri per andare a controllare, ci avvicinammo sempre di più ed iniziai ad intravedere un’ombra con due grandi orecchie. Ci avvicinammo ancora un po' e……..vidi il coniglio di Pasqua!!! “Ma non è possibile! Non esiste!” disse Adam. Decidemmo di seguirlo per scoprire dove si nascondeva, continuammo per molti metri, cercando di non farci vedere, finalmente si fermò. Sbatté la zampa al suolo tre volte e si aprì una specie di tunnel, il coniglio di Pasqua ci saltò dentro e noi lo seguimmo dentro prima che il tunnel si chiudesse. Era divertentissimo scivolarci dentro, mi sembrava di essere sullo scivolo del parco acquatico. Il coniglio di Pasqua ormai si era allontanato un bel po’. Nella sua tana, che più che una tana era un enorme giardino, c’erano dei meravigliosi fiumi di cioccolato, un piccolo trenino che portava le sorprese da mettere dentro alle uova e delle carte bellissime per incartarle. Dopo qualche minuto, il coniglio ci scoprì. “Chi siete voi? E che cosa ci fate qui?” urlò tutto arrabbiato. Noi eravamo talmente sorpresi che rimanemmo tutti in silenzio con la bocca aperta. Il coniglio, vedendoci così, si calmò e ci propose un accordo : “Io vi farò vedere come creo le uova, solo se poi mangerete un pezzetto di cioccolato magico”. Ci spiegò che quel cioccolato sarebbe servito a farci dimenticare tutto quello che avevamo visto in quel bosco quello stesso giorno, per impedire agli adulti di scoprire dove lui si nascondesse. Anche se un po' dispiaciuti, accettammo. Per prima cosa ci fece conoscere i suoi piccoli aiutanti coniglietti, dal pelo folto e morbido. Poi ci fece assaggiare diversi tipi di fiumi di cioccolato: cioccolato bianco, fondente, al latte, con nocciole e caramello, alla fragola, al pistacchio e tanti altri tipi. Per ultimo, ci mostrò come faceva a creare le uova. Per prima cosa i suoi piccoli aiutanti prendevano del cioccolato dai fiumi con dei graziosi secchielli decorati. Poi mettevano il cioccolato dentro agli stampi e, una volta indurito, inserivano le sorprese, che erano fatte tutte a mano dai coniglietti. Infine le uova erano incartate con una meravigliosa carta dai colori più allegri e brillanti e piena di decorazioni. Dopo aver visto tutto questo, il coniglio di Pasqua ci accompagnò al tunnel e ci porse un pezzetto di cioccolato ciascuno, dicendo che, una volta tornati in superficie, avremmo dovuto mangiarlo proprio come avevamo promesso. Un pochino dispiaciuti, gli facemmo  cenno con  la testa di aver capito e lo salutammo. Il coniglio sbatté le sue lunghe orecchie una contro l’altra tre volte e, come per magia, ci ritrovammo nel bosco dove tutto era iniziato. Tutti mangiammo il cioccolato e in un batter d’occhio dimenticammo quello che avevamo visto, tutti, tranne Kelly, la più piccola delle mie sorelle che, invece di mangiare il cioccolato, lo gettò a terra. Lei fu l’unica a ricordarsi di quella meravigliosa e magica giornata.