FIABE

La classe 1 A della Scuola Secondaria di Primo Grado di Urbisaglia vi presenta:

CIRCEO E LA SPADA DI CRIMEA

C’era una volta un giovane che viveva in un villaggio e il suo nome era Circeo, aveva 17 anni ed era alto, capelli castani, occhi verdi, forte, coraggioso e astuto.

Ogni tanto il villaggio veniva attaccato e saccheggiato dai soldati del re Cugus; egli aveva 52 anni ed era tirchio,aggressivo e arrogante.


Un giorno Circeo si stancò di tutti questi attacchi, quindi decise di allenarsi duramente giorno e notte per sconfiggere l’esercito di Cugus. Arrivò il giorno della partenza per andare a recuperare la spada di Crimea sul monte Jaila.

Circeo voleva che il suo maestro Sebastopoli lo accompagnasse in questa avventura, quest’ultimo gli diede in dono uno scudo dicendogli: ”Usa questo scudo solo in caso di estremo pericolo perché una volta usato si distruggerà.”

Circeo gli rispose sicuro di sè: ”Tranquillo, nè farò un buon uso”. Poco prima della partenza Sebastopoli si sentì male e morì.


Allora Circeo, non volendo un altro accompagnatore da rimpiazzo al posto di Sebastopoli, partì da solo.

Durante il viaggio dovette superare delle prove, per esempio oltrepassare il deserto con le sabbie mobili e, superata questa prova, camminò per oltre 3 ore sulle colline, fino a quando arrivò alla palude.

Una volta arrivato alla riva, dovette fabbricarsi da solo una zattera con delle piante di bambù.

Sbarcato sull'isola si accampò per una notte nutrendosi di latte di cocco. Il giorno seguente si mise in cammino per il monte Jaila.


Una volta arrivato, si trovò davanti a 100 soldati corazzati fino ai denti.

Decise quindi di usare lo scudo magico donatogli da Sebastopoli per difendersi e vincere la battaglia, successivamente scalò il monte fino a quando sulla cima vide la spada incastrata nella roccia. Circeo prese la spada e vide che era fatta d’oro e aveva la particolarità che quando una persona veniva infilzata ella si pietrificava. Circeo tornò al villaggio pronto per proteggerlo. Dopo poco Cugus e i suoi soldati si recarono al villaggio per saccheggiarlo, la battaglia fu violenta, ma Circeo sconfisse Cugus pietrificandolo. Circeo esclamò :”Finalmente il mio popolo sarà salvo per sempre grazie a me!” Circeo venne ricambiato diventando re ed ebbe un castello, una moglie e due bellissimi figli.


Lavoro di gruppo - Filippo Orsini, Sofia Cutonilli e Giorgia Nabissi - 1A

ALEXIOS E LA CHIMERA

C’era una volta, in una terra lontana lontana, un giovane di nome Alexsios, che proveniva da una famiglia veramente povera, ma di sani principi. Questo ragazzo aveva un pensiero fisso, un sogno che voleva si avverasse: voleva diventare un cavaliere, ma in cuor suo sapeva che era un sogno irrealizzabile visto che non proveniva da una famiglia nobile. Abitava infatti in un’umile casetta di paglia e i suoi genitori erano pastori. Un pomeriggio il padre gli disse: ”Figliolo, vai a vendere questi formaggi appena fatti al mercato e ricavaci qualcosa da dare alle pecore per farle ingrassare”. Arrivato al mercato sentì un araldo del re che annunciava a gran voce un messaggio reale: ”Udite, udite, il re Bonarium, magnifico signore di queste terre, farà diventare cavaliere della Corona Reale chi riuscirà a trovare la cura per la malattia della regina Serena che da mesi è addormentata in un sonno profondo da cui nessuno riesce a svegliarla”. Alla corte del re si erano presentati maghi e streghe, ma nessuno di loro era riuscito a svegliare la regina. Il nonno di Alexsios, che per anni aveva fatto parte delle guardie del re, disse al nipote: “Alexsios, prendi questa spada, me la regalò molti anni fa un mago di corte a cui salvai la vita, è magica sai? Dirigiti poi verso il bosco stregato. Lì troverai una grotta dove vive la perfida Chimera Saxsa, un animale fantastico che ha una testa e il corpo di leone, un’altra testa che è quella di una capra che sputa ghiaccio e per coda ha un terribile serpente che cerca di uccidere tutte le persone che si avvicinano a lui. Ecco con questa spada dovrai uccidere proprio lui, il serpente e, una volta ucciso, dalla sua testa sgorgherà fuori un liquido magico, capace di curare ogni malattia.” Alexsios partì, attraversò tutto il bosco stregato e alla fine si trovò di fronte alla grotta della terribile Chimera. Appena lo vide, il serpente che aveva per coda cercò di attorcigliarsi intorno al collo del giovane per strozzarlo, ma la spada magica come per incanto si sguainò da sola dal fodero e con un colpo secco tagliò la testa al rettile che giacque a terra. Ne venne fuori un liquido giallo, sembrava oro fuso. Il ragazzo lo raccolse e fuggì via veloce come il vento perché non vedeva l’ora di arrivare al castello del re. Quando si presentò al palazzo, Bonarium lo fece salire in camera della moglie. I due versarono poi il liquido in bocca alla regina che, come per incanto, si svegliò e riabbracciò il suo consorte. Il re come promesso fece diventare Alexsios cavaliere, in una cerimonia di investitura dove era presente tutto il popolo e anche la famiglia del giovane compreso il nonno che con la sua spada lo aveva aiutato nel

l’impresa. Da quel giorno Alexsios servì il re nel migliore dei modi e venne sempre ricordato come il più abile cavaliere della Corona.


Lavoro di gruppo - Nicola Ciarlantini, Tommaso Nori e David Girolami - 1A

ALLA RICERCA DELLA PRINCIPESSA NIZZA

C’era una volta un arciere di nome Sebenico che aveva venticinque anni: era alto, biondo, magro, dagli occhi verdi; leale, intelligente e coraggioso. Insomma, il fanciullo più amato dalle giovani di tutto il regno era lui! D’altro canto veniva definito molto testardo e impaziente, qualità che lo indeboliranno e lo aiuteranno molto durante la sua impresa.

Un freddo giorno d’inverno, Nizza, la figlia di un ricchissimo e vecchissimo re venne rapita da una misteriosa entità.

I genitori, disperati per l’accaduto, chiamarono al loro cospetto i fanciulli più forti e coraggiosi del regno, tra cui lo stesso Sebenico. Prima di partire gli venne incontro un ragazzo poco più basso di lui, dalla pelle verdognola e gli occhi gialli, che gli chiese: “Ciao, mi chiamo Tartu. Vuoi fare squadra con me…Ghrr?” Sebenico, incerto, accettò la proposta e gli strinse la mano energicamente.

Durante il viaggio a cavallo Tartu disse a Sebenico: “Ho visto un’ombra portare via la principessa…Ghrr.” ed indicò la strada dove l’aveva vista scomparire in pochi secondi. Galoppa galoppa, i due ragazzi continuarono la loro avventura infiltrandosi in una foresta oscura, molto lontana dal regno. Giunta la notte, bagnati ed infreddoliti dalla neve, cercarono un rifugio. Arrivati all’ingresso di un’ umida grotta, legarono il cavallo con una lunghina ad un troncone, mentre essi si stesero sul suolo e, dopo aver acceso un fuoco, si addormentarono.

Improvvisamente, Sebenico venne svegliato da un essere dai colori accecanti, che gli disse bisbigliando: “Seguimi e non fare domande! Non ti preoccupare!”. Il ragazzo, impaurito, stette in silenzio in attesa di sapere cosa stesse succedendo e gli chiese: “Ma tu chi sei? Che cosa vuoi da me?”. L’altro gli rispose: “Mi presento, sono Peleu, un camaleonte magico, giunto qui per aiutarti a trovare la principessa Nizza. Stai attento, colui che grugnisce come un maiale, in realtà ti sta conducendo al male…” e se ne andò.

Sebenico chinò il capo e si ritrovò tra le mani un sacchettino bianco, lo aprì e trovò un cilindro multicolore: era una bussola!

Senza preavviso, da quest’ultima fuoriuscì una scia di luce che si insinuò tra gli alti alberi. Il ragazzo fu tentato di chiamare il suo compare, ma ripensò alle parole del camaleonte e decise di seguire la strada luminosa. Galoppa galoppa, arrivò in un’immensa radura illuminata dalla luce della luna e dal fondo avanzò un enorme esercito di mini folletti verdi che, attraverso un trono di legno, reggevano il loro sovrano: uno gnomo gigante dai capelli lunghi e grigi, con la pelle giallognola ed un lungo vestito verde palude; all’apparenza sembrava pigro, cattivo ed egoista. Dopo una lunga pausa di silenzio lo gnomo scese dal trono e con voce rauca disse: “Io sono Tobol, ho seicento anni e sono il capo dei folletti. Non mi impedirai mai di sposare la dolce e bella principessa! Rinchiudetelo!!!” e schioccò le dita. Improvvisamente l’esercito di folletti corse contro Sebenico; lui cercò di difendersi con le sue frecce, ma invano. Il ragazzo fu gettato in una gabbia appesa ad un albero , dove incontrò Nizza, di cui s’innamorò al primo sguardo.

Dopo che i folletti richiusero la cella, il giovane arciere cominciò a sbuffare e a battere i piedi per la rabbia. All’improvviso si ricordò di portare con sé il suo fidato arco con le frecce e, per far cadere la prigione in cui erano rinchiusi, tirò i suoi “dardi” più affilati con moltissima forza contro la catena che li reggeva.

La gabbia cadde in testa a Tobol, che morì spiaccicato e, l’incantesimo che rendeva i folletti schiavi dello gnomo, svanì, facendoli finalmente liberi.

Sebenico tornò al palazzo con Nizza, disse al re che era stato lui a salvarla e, come ricompensa, ricevette la mano della principessa.

Pochi mesi dopo il re morì di vecchiaia facendo diventare sovrano il giovane arciere e regina la sua amata.

Sebenico e Nizza ebbero tanti figli e vissero per sempre felici e contenti!

Lavoro di coppia - Benedetta e Matteo - 1A

JECKOBSKY, UN COSTRUTTORE GUERRIERO

C’era una volta un costruttore di nome Jeckobsky, aveva 25 anni, gli occhi grigi, era basso e un gran dormiglione, era molto abile a costruire ed abitava in una casa di legno solitaria. Dall’ altra parte della valle c’era il castello dell’ antipatico re rosso Antiago; lui era sbruffone, moro e aveva 50 anni. Aveva anche un cucciolo di drago di nome Fuffy. Mentre Jeckobsky si trovava nella sua casa arrivò di colpo il suo migliore amico Cruger, spaventato disse:” Mi hanno derubato e ho perso la mia accetta e il mio maiale Cruger Jr.” Il costruttore, sapendo della notizia, partì alla ricerca dei due beni perduti e si incappò in una casa sull’ albero dove abitava uno stregone e Jeckobsky gli chiese:” Hai per caso visto un maiale e un’ accetta?” Lo stregone disse :” Sihh ho avvistato delle guardie reali che passavano di qua; tieni questa è una pozione che ti fa diventare invisibile e potrai recuperare i due”. Jeckobsky accettò e andò al castello del re rosso. Il costruttore però inciampò e la pozione si rovesciò e allora lui decise di costruirsi un’ armatura nera con il pennacchio rosso e bianco per intimorire Antiago. Jeckobsky tornò al castello del re rosso e annunciò:” Sono un valoroso cavaliere che viene dall’ altra parte della valle”. Il re disse:” Cosa vuoi da me?” Un guerriero disse:” Portiamolo a fare l’ addestramento”. Il re disse :” Seguimi”. Il costruttore entrò nel castello e vide Cruger Jr. e l’ accetta e disse:” Che bel maiale e che bella accetta!” Il re disse:” Se li vuoi devi superare questa prova, ma se fallirai saranno dati in pasto a Fuffy”. Allora il re disse:” Ho visto le tue doti, mi sei molto piaciuto ti do l’ accetta e il maiale, ora vattene!” Jeckobsky felice andò da Cruger e gli riconsegnò l’accetta e Cruger Jr.; Cruger ringraziò il suo migliore amico e come ricompensa gli regalò una cassa d’ oro per aver riportato sano e salvo il suo maialino e la sua accetta. Jeckobsky tornò a casa e visserò tutti felici e contenti per il resto dei giorni.


Lavoro di gruppo - Alice, Ivan e Aurora B - 1A

IL RAPIMENTO DI SMERALDA E I DODICI FIGLI

C’era una volta, un regno, molto lontano da qui, dove si viveva in pace ed in tranquillità.

Qui regnava un re che piaceva al suo popolo e da tutti era molto amato.

Il re aveva una figlia bellissima che qualunque giovane avrebbe voluto sposare: lei si chiamava Smeralda.

Gli abitanti di questo popolo erano disturbati e minacciati dal perfido mago Agadez.

Un giorno la splendida principessa fu rapita, tutto il popolo sospettava che fosse opera del mago Agadez.

Allora il re mandò un araldo che annunciò al popolo: “Sotto ordine del re, oggi vi vengo ad annunciare che, in seguito al rapimento di Smeralda, la città è in lutto e qualsiasi giovane, maggiore di 14 anni, coraggioso e forte, potrà andare alla ricerca della principessa. Probabilmente lei si trova nella foresta e chi la troverà per primo si sposerà con lei, diventando così il Re dei Re ereditando tutti i tesori”.

Si scatenò una vera e propria caccia alla principessa: tutti i giovani del villaggio parteciparono alla ricerca con l’intento di sposare la bellissima ragazza e trascorrere con lei una vita agiata e spensierata.

Fra questi c’era anche il valoroso, stimato e umile Galindo: aveva 17 anni, aveva capelli lunghi e dorati, era muscoloso e piuttosto alto. Il suo coraggio, la sua lealtà e la sua intelligenza lo rendevano il ragazzo più affascinante e amabile del luogo. Quando c’era una sfida, Galindo non si tirava mai indietro e così iniziò anche lui l’avventura.

Per giorni e giorni la foresta si animò con le ricerche, con le corse e con le lunghe chiacchierate tra i giovani intraprendenti, che non vedevano l’ora di raggiungere il sospirato “traguardo”.

In un piovoso e nebbioso giorno, Galindo, mentre continuava a camminare nel fitto bosco, fu colpito dalla vista di una scintillante tunica gettata sopra una roccia. Quel vestito così particolare aveva ricamata sul davanti una A color d’oro che altro non era che la A di Agadez e accanto ad essa c’era un possente scettro. Un rumore che proveniva dagli alberi un po’ più lontani, lo incuriosì e alzando lo sguardo riuscì a vedere l’ombra di un ragazzo che stava fuggendo. Grazia alla sua intelligenza intuì subito che quella strana ombra era del mago che si era spogliato della tunica trasformandosi in un giovane scattante.

Nello stesso tempo pensò che Agadez stava andando a prendere la fanciulla nel suo rifugio così da portarla nel regno, sposarla e diventare lui stesso il futuro Re!

Galindo, furtivamente, decise di seguirlo per la foresta, nascondendosi dietro gli alberi.

Il mago si fermò davanti a un albero e poco dopo vi entrò dentro.

Galindo, non credendo a quello che aveva visto, impaurito da quello che poteva accadere, si avvicinò e, senza pensarci due volte, entrò.

Subito si ritrovò in una tana con davanti il mago. Allora prese la sua accetta e duellarono per molto tempo e poi, finalmente ebbe la meglio Galindo che assestò un bel colpo e uccise Agadez.

Si voltò e dietro di lui vide la principessa, bellissima come sempre ma molto spaventata e quasi disperata. Subito l’aiutò a liberarsi, la portò al castello e tutti insieme organizzarono una magnifica festa di nozze a cui tutti gli abitanti, anche i più lontani, furono invitati. Fu una festa memorabile che donò allegria e tranquillità a tutto il regno per molti lunghi anni. Gli sposi ebbero 12 figli e vissero felici e contenti!


Lavoro di gruppo - Pietro Vena, Jacopo Ciabocco e Christian Mario Miconi - 1A

MIRTIGILLO IL SALVATORE

C’era una volta un ragazzo di nome Mirtigillo, che aveva 22 anni, era muscoloso, coraggioso, forte, buono; si faceva in due per gli altri ed era un salvatore. Un giorno si fidanzò con una bellissima fanciulla di nome Salterella e chiese di sposarla a suo padre; lui accettò.Alcuni giorni dopo il matrimonio Salterella sparì, era infatti stata catturata da un orco che per la sua tanta bellezza voleva farla sposare ad uno dei suoi figli e odiava il fatto che si fosse sposata con Mirtigillo perché l’orco l’odiava. Salterella era rinchiusa in una gabbia protetta dalla moglie strega dell’orco, dal suo cane robot Fufi Malva, dai tre figli e da lui.


Quando Mirtigillo si accorse che Salterella era scomparsa, cercò ovunque. Alla fine si accorse che c’erano delle orme di orco e decise di seguirle. Arrivò di fronte ad una tana e decise di entrare , nella tana c’era un vecchio dai lunghi capelli bianchi che diede a Mirtigillo una sfera dicendo:”Prima dovrai formulare delle parole magiche a tua scelta". Mirtigillo obbedì e disse: ”Io la principessa la voglio qui dunque fammela ritrovare per di lì.”Il principe dalla sfera vide che la principessa si trovava in una galera coperta da una famiglia strabica e mostruosa.

Il principe si mise subito a camminare fino a quando non trovò la tana dell’orco. Entrò e di nascosto con la spada cercò di uccidere l’orco ma lui lo fermò; fecero un lungo combattimento fino a quando l’orco non lo sfinì con l'ultimo pugno.Siccome pensarono che nessun altro poteva cercare di prendere la principessa uscirono a fare una passeggiata.

Ma Mirtigillo si rialzò e quando tornarono li uccise tutti, liberò la principessa e vissero felici e contenti con molti figli.


Giada ,Sebastiano, Sofia O.

AMAKING

C’era una volta Amaking un anzanio di 104 anni, che di aspetto ne dimostrava solo 20.

Era un anziano molto forte e muscoloso. Era famoso nel suo regno perché aveva gli occhi d’oro e i capelli azzurri.

I suoi capelli azzurri avevano il potere di un uomo giovane, ma un giorno all’improvviso, iniziarono diversi cambiamenti del suo aspetto: i capelli diventarono bianchi e iniziarono a cadere e il suo viso si riempì presto di rughe. Disperato, si mise subito in cerca di una “polverina” che lo avrebbe fatto restare giovane e pensò di trovarla in una caverna nella montagna di Arent, che era molto distante da lui.

Percorse una lunga e tortuosa strada e quando arrivò, trovò delle guardie all’ingresso della caverna che si erano addormentate e non controllavano chi entrava ed usciva.Si addentrò e trovo un malvagio Re del villaggio di Hammomet che controllava chiunque entrava. Amaking che non riuscì a scappare e il re lo ammanettò e sbatté subito dentro una stanza in cui si trovava tutte le persone che provavano ad entrare nella caverna.

Rimase alcuni giorni sotto le grinfie del Re, ma fortunatamente una sua amica,

Non trovandolo, era andata alla ricerca, e dopo lunghe peripezie riuscì a trovare le chiavi, a distrarre il Re ea liberare Amaking e gli diede una pala magica che scavava moltissimo in pochissimo tempo. Mentre scappavano trovarono delle mappe, le aprirono e videro con stupore che la polverina magica che stavano cercando si trovava alla sponda opposta del fiume Megarda. Non sapendo come raggiungere l’altra sponda, decisero di costruire una zattera con i rami che trovarono lì nei dintorni. La zattera non era molto resistente ma riuscìrono in tempo ad arrivare alla sponda prima che essa si distruggesse completamente.

Scavarono ai piedi di un albero con la pala come indicato dalla mappa e in un batter d’occhio e trovarono pozione, Amaking se la gettò immediatamente sui suoi capelli e con grande meraviglia, riprese il suo aspetto giovanile.

Felici corsero di nuovo verso la loro casa e vissero tutti felici e contenti.


Lavoro di Ludovica,Valentina,Aurora.F,Jacopo.M,Ayman.

Il coraggioso Oruo

Tanto tempo fa c’era un principe di nome Oruo che era felice con i suoi genitori, era molto bello e forte, era anche un bravo arciere, viveva in un grande castello. Ma un giorno il padre partì e non tornò più.A vent’anni decise di partire alla ricerca del padre; prima di partire andò da una veggente che gli disse di iniziare il suo viaggio dal Monte Labirintico, con nessun timore entrò; vide davanti a lui un gigante enorme che aveva in meno una fata che gridava aiuto; Oruo vedendo la povera fata volle aiutarla; il gigante vedendo Oruo dirigersi verso la fata si arrabbiò e corse verso Oruo per ucciderlo, ma Oruo estrasse in tempo la fata e tagliò la mano del gigante facendolo morire di dolore e salvò la fata, questa per ringraziarlo gli donò una pozione magica che avrebbe permesso di uccidere Saganash se fattagliela bere. Allora la fata gli aprì una porta che conduceva ad una stanza con uno stagno l’eroe c'entrò e la porta si chiuse; Oruo vide una luce uscire dallo stagno e vide una chiave; capì che era magica, per prenderla doveva immergere la mano nell’acqua senza ferirsi, ma trovò un bastone e la ripescò, e con essa aprì la porta che portava in cima al monte e davanti a sé trovò Saganash, davanti a sé vide il padre dentro un cristallo. Oruo prese la pozione che gli aveva dato la fata e la diede a Saganash, che non lo riconobbe; egli gli disse di berla così sarebbe stata immortale, allora lei contenta la bevve subito e d’un tratto diventò una rana, così l’eroe ruppe il cristallo dov’era il padre; egli contento tornò con il padre al castello e vissero tutti felici e contenti.




lavoro di gruppo: Edoardo Canzonetta, Gaia Nabissi, Giorgia Seghetta.