La magia del fantasy

Storie di amicizia, lealtà e coraggio

con il concorso “Scrittori di classe”

Anche quest’anno noi delle classi 4^ e 5^ abbiamo partecipato al concorso “Scrittori di classe”, il cui tema era il testo fantasy ispirato a Harry Potter e siccome nelle nostre classi ci sono molti appassionati di questa saga, abbiamo trovato molta scioltezza nello scrivere.

Le storie sono state ambientate nella scuola Eximietas, un’antica scuola costruita sulle pendici del vulcano attivo che custodisce storie misteriose dove i ragazzi e le ragazze affrontano con coraggio situazioni pericolose.

L’incipit della storia c'è stato assegnato attraverso un test che ha attribuito un valore guida alle nostre classi: l’AMICIZIA per la classe 5^ e la LEALTÀ per la classe 4^. Anche se non abbiamo vinto abbiamo lavorato insieme con molto entusiasmo e ci siamo divertiti.

DUE BAMBINE CONTRO UNA PROFESSORESSA

Racconto della classe V - scuola primaria di Urbisaglia

Lea si è rifugiata nel bagno della scuola perché sentiva che c’era qualcosa di pericoloso in agguato nel corridoio. È appena riuscita a convincersi che si trattava soltanto della sua immaginazione, alimentata dalle strane voci che corrono per la scuola ultimamente, e si sta lavando le mani, prima di rientrare in classe, quando sullo specchio davanti a lei si forma lentamente una scritta in caratteri infuocati. Lea sta per mettersi a urlare e scappare via ma la scritta quasi la ipnotizza: “Per ventiquattro ore capirai chi tra i tuoi amici mente, e la Verità ti sarà evidente”. Esce dal bagno frastornata. La scritta è scomparsa ma le parole si sono incise nella memoria di Lea. Rientra in classe in tempo per sentire Andrea, il suo migliore amico, dire all’insegnante: “Uno dei gatti neri della professoressa Toccalegno si è mangiato i miei compiti. Giuro”. Subito Lea sente un’eco che fa: “Sta mentendoo-ooo-ooo”; e Andrea si colora di rosso fiamma, come se avesse preso fuoco, ma solo lei può vederlo, se ne accorge dall'impassibilità dei suoi compagni. Allora Lea capisce cosa volesse dire la scritta: per un giorno, capirà chi mente. E stasera c’è la festa di fine anno! Ci sarà tutta la scuola! Lea decide che forse potrà utilizzare questo nuovo potere per scoprire la causa degli strani eventi nella scuola e porre fine a tutto questo.


L’ultimo periodo scolastico infatti è stato veramente incredibile: i giorni di scuola sono passati veloci come il vento e tutti gli studenti, sia i più grandi che quelli appena arrivati, parlano solo degli ultimi fatti accaduti. Eventi che hanno turbato i professori e i bidelli, i genitori e gli alunni e che, se non verranno risolti al più presto, segneranno il destino di Eximietas per sempre. Ormai da un po’ di tempo gli studenti scompaiono improvvisamente, senza un collegamento preciso tra loro e nella scuola circolano strane voci. Proprio stamattina, quella scritta magica e la comparsa del potere hanno scosso profondamente Lea e l’hanno fatta sospettare che quello sarebbe stato un giorno incredibile.

Ma in quel momento era a lezione di scherma e galateo del professor Merlino, un signore calvo sulla quarantina. In quel momento stava interrogando alcuni sfortunati studenti e, visto che Lea era già stata sentita, inizia a disegnare un po’ con la sua nuova matita; l’aveva trovata sotto al suo banco quella mattina, chiusa con cura in un pacchettino di carta dorata, senza nessun biglietto, sembrava quasi un regalo misterioso!

Presa dalla noia, Lea appoggia la testa sul banco avvicinando per sbaglio il gommino della matita all'orecchio. Non ci poteva credere, dal gommino uscivano suoni, parole, Ma… è la voce di Andrea che era uscito poco prima dalla classe con la scusa di andare in bagno.

Ma cosa stava dicendo, Lea riusciva a cogliere solo alcune parole “... i gatti non rispondono agli ordini, … serve la pozione magica, ...devo tornare nella stanza segreta!”

Dove si trova e con chi sta parlando?

Queste domande affollavano la sua mente quando finalmente riconosce una seconda voce suadente e delicata, a tratti perfida e crudele: era la professoressa Toccalegno ed Andrea si trovava nel suo studio.

Lea avvicina ancora di più il gommino e quasi trattiene il respiro: non riesce a seguire il dialogo tra i due ma riesce a captare una frase pronunciata dalla prof: “...sarà una vera festa finale e il prossimo anno sarò io la preside di Eximietas”.

Lea era incredula, come era possibile la sua professoressa di Storia sempre impeccabile, preparatissima e comprensiva di fronte ai suoi alunni stava tramando contro la scuola Eximietas. E Andrea? Cosa aveva a che fare con la Toccalegno? Non riusciva a capire cosa stessero architettando quei due.

Era assorta nei suoi pensieri quando rientra in classe il suo amico e si siede nel posto vicino a lei.

-Cosa ci facevi nello studio della Toccalegno?

-Ma cosa ti viene in mente, ero in bagno!

-Ti occupi dei gatti della prof?

-Smettila, non capisco i tuoi discorsi. Lasciami in pace!

L’amico si mostrava nervoso e agli occhi di Lea era tornato ad essere rosso e la voce di nuovo le ripeteva che non diceva la verità.

Terminata la lezione Lea corre in camera, ha bisogno di pensare a tutte quelle cose che le sono successe con poche ore. La raggiunge Jenny, la sua migliore amica, che vedendola preoccupata le chiede cosa le stesse succedendo. Lea all’inizio prova a mantenere il segreto ma poi sa che di Jenny si può fidare, così le racconta tutto.

Decidono che c’era una sola cosa da fare: entrare nello studio della professoressa Toccalegno, lì avrebbero potuto scoprire qualcosa di più.

Escono dalla camera e si appostano nei pressi della stanza della prof; la matita si rivela un oggetto molto utile perché permette loro di sentire quando qualcuno si sta avvicinando così possono nascondersi in tempo. All’improvviso la Toccalegno esce, chiude la porta dietro di sé senza inchiavarla, forse una svista.

È il momento giusto. Le ragazze si scambiano uno sguardo d’intesa e si infilano silenziose e attente nella stanza della loro prof. Lea continua a tenere le matita vicina all’orecchio per sentire se qualcuno si dirige verso la stanza e poter uscire in tempo.

Lo studio è inquietante, ci sono almeno una ventina di gatti: alcuni dormono, altri si muovono con fare sornione, disinteressati alla presenza di Lea e Jenny; le pareti sono di colore rosso fuoco e sui muri sono appese le foto dei ragazzi scomparsi, c’è anche quella di Jonathan, un suo compagno di classe che oggi era assente.

Sulla scrivania ci sono tante bottigliette con pozioni di diversi colori; tra queste l’attenzione di Lea cade su una più grande delle altre. La prende in mano: conteneva un liquido nero che odorava di cioccolata, appiccicata c’era una etichetta con la scritta “metamorfosi” e elencati gli ingredienti: peli di piccione, brodo di pescefungo e polvere di pietra lavica.

Al centro della scrivania troneggiava un taccuino con la scritta “OMNIA VINCIT ODIUM, piano malvagio per distruggere la scuola”. Lea e Jenny lo aprono, riconoscono la scrittura della loro professoressa; scorrono velocemente gli appunti e si fermano su una pagina che si apre con il titolo “Alunni sospetti” seguito da un elenco di nomi di bambini, quelli che erano misteriosamente spariti, l’ultimo era Jonathan.

Quei gatti quindi sono gli alunni della scuola scomparsi! Poi per vedere se la loro intuizione fosse giusta Lea prova a dire con un filo di voce:

-Jonathan ci sei anche tu qui dentro?

Un gatto nero con una piccola macchia bianca sul collo si avvicina a Lea strusciandosi sulle sue gambe, come a rispondere sì alla sua domanda.

-Oh no, sento dei passi, si sta avvicinando qualcuno, dobbiamo uscire!”

Jonathan, ti libereremo da questo incantesimo!

Le bambine, senza esitare, escono dalla stanza senza fare il minimo rumore. La Toccalegno rientra nel suo studio chiudendo la porta dietro di sé.

-Jenny ora è tutto chiaro: dietro agli strani eventi che succedono alla scuola c’è lei, la nostra prof di Storia, insospettabile agli occhi di tutti.

-Non capisco come Andrea possa essere suo complice, non me lo sarei mai aspettato! Cosa facciamo?

-Jenny non abbiamo tempo da perdere. L’unico che ci può aiutare è lui, Andrea. Andiamo a cercarlo!-.

Le ragazze lo trovano nell’atrio della scuola insieme ad un gruppo di amici: lo chiamano da parte e senza tanti giri di parole vanno al dunque della questione: -Siamo entrate nello studio della Toccalegno e pensiamo di avere chiaro il piano malvagio che trama contro la scuola Eximietas. Perché hai a che fare con lei?

-Ma no, ci vado solo ogni tanto per prendermi cura dei gatti; la prof me lo aveva chiesto perché è allergica e non le ho saputo dire di no.

Lea lo vede rosso fuoco

-Andrea devi stare molto attento: nella lista degli alunni sospetti che sono stati trasformati in gatti c’è anche il tuo nome.

Avevano ragione le ragazze, c’era anche il suo. Loro avevano capito bene il piano della Toccalegno e forse ora erano in pericolo.

Andrea confessa - È stato proprio questo il motivo per cui la prof ha iniziato a ricattarmi. Ma vado in ordine: all’inizio mi ero insospettito sulla sparizione dei nostri compagni e avevo notato delle coincidenze che mi avevano portato a dubitare della professoressa di storia, così ho iniziato a seguirla e presto lei si era accorta dei miei pedinamenti. Un giorno mi ha chiamato nel suo studio per trasformare anche me. L’ho supplicata di fermarsi dicendole che, se mi avesse risparmiato, mi sarei messo al suo servizio e avrei fatto tutto ciò che mi avrebbe chiesto. Ecco tutto! Mi dispiace avervi deluso!

-Senti poche chiacchiere, devi portarci nella stanza segreta, solo tu puoi farlo!

-Io? Non posso, è troppo rischioso. La Toccalegno non me lo perdonerebbe mai! È vietato entrare lì, sia i professori che gli alunni rischiano l’espulsione dalla scuola se scoperti.

-Lo sai quanto è importante. Dobbiamo salvare la scuola e far tornare umani quei poveri gatti.

-Avete visto le pozioni sulla scrivania? Quelle saranno mescolate alle bibite della festa di stasera e la Toccalegno sarà l’unica che potrà prendere in mano la direzione della scuola.

-Non possiamo permetterglielo- disse Lea risoluta, poi guardando Andrea dritta negli occhi disse con determinazione: -Portaci nella stanza segreta.

Superarono il lungo corridoio raggiungendo l’ingresso laterale, attraversarono il giardino della scuola e dietro l’unico albero, accuratamente nascosta da alcuni arbusti, si intravedeva una botola che conduceva alla stanza segreta.

La stanza era umida, buia e malconcia, le pareti piene di scaffali con miriadi di boccette, barattoli e bottiglie con strane etichette e liquidi di ogni colore e consistenza.

-Iniziamo a cercare e facciamo in fretta, la festa sta per cominciare- dice Lea

-Dobbiamo essere molto fortunati, la missione è troppo pericolosa! aggiunge Jenny

-So dove cercare, eccola qui, “Antidoto alle metamorfosi”.

Soddisfatti i tre si dirigono verso la porta della stanza segreta, ma Andrea, prima di andarsene, prende anche un’altra boccetta con una piccola gabbia: -Questa ci potrà servire!

Tornano a scuola ma ormai ogni corridoio e ogni aula sono vuoti, sono già tutti nell’aula magna per la festa di fine anno. Sono arrivati in tempo, i cibi e le bevande non sono stati serviti. La professoressa Toccalegno si accorge subito dell’arrivo dei tre amici e non li molla un attimo con lo sguardo. I ragazzi son già d’accordo sul da farsi e non esitano un secondo.

Lea e Jenny cercano di destare l’attenzione della prof malvagia che cade subito nel tranello, così riescono a spruzzarle la pozione che aveva preso Andrea. La Toccalegno inizia a diventare sempre più piccola fino a raggiungere le dimensioni di un topolino e a quel punto Jenny prende la gabbia e la mette al sicuro lì dentro: -”Qui non potrai far male a nessuno”.

Andrea raduna i gatti rassicurandoli che ha la pozione per farli tornare umani, la versa nella ciotola e, sotto gli occhi meravigliati di tutti, compresi quelli della preside Beccivenga, si materializzano i bambini e le bambine scomparsi. Un fragoroso applauso e grida di gioia esplodono spontaneamente tra i presenti che portano in trionfo i tre eroi e li festeggiano per tutta la serata. Il trio di amici non è mai stato così contento e si danno alla meritata festa divertendosi e scherzando.

Eximietas è salva. Il merito è tutto dei coraggiosi amici Lea, Jenny e Andrea.

UN ANTIDOTO CONTAGIOSO

Racconto della classe IV - scuola primaria di Urbisaglia

I gemelli Giorgio e Gianni, simili nell'aspetto ma diversi di carattere, leale e coraggioso l’uno, pigro e impulsivo l’altro e la loro amica Lucinda, una tipa sveglia e determinata, frequentano da tre anni la prestigiosa scuola di Eximietas, una delle più antiche e rinomate d'Italia. Costruita lungo le pendici di un vulcano attivo, la scuola ha l'aspetto di una grigia fortezza inespugnabile. Situata abbastanza in alto la si può raggiungere con l'utilizzo della fenice, il mitico animale capace di domare il fuoco e di rinascere dalle sue ceneri. Ci si accomoda sul suo dorso, si legano le capienti valigie e si parte. Il viaggio dura solo pochi minuti ma è fantastico: la fenice si alza in volo mostrando tutta la sua bellezza. È così che i gemelli e Lucinda si erano conosciuti, qualche anno prima, condividendo lo stesso primo volo. Entrare a Eximietas era stata la seconda esperienza che avevano avuto in comune: che emozione! Quando il portone d'ingresso si era aperto, le luci si erano accese di scatto, lasciando tutti sorpresi ma anche impauriti. Schierati in una fila ben ordinata c'erano la direttrice Rebecca Bencivenga, paladina della giustizia, il vicepreside Artemio Paracelso, insegnante di Fisica e di Ginnastica Artistica, la professoressa di Filosofia Matilde Stellagna, il barone Merlino, esperto di scherma e di galateo e Ecate Toccalegno, insegnante di storia. Completavano il gruppo la bidella Linda Serpetti, maniaca del pulito e il giardiniere Cosimo Belverde, esperto nel tagliare le siepi con forbici, riga e livella.

Da quel giorno erano trascorsi tre anni e Giorgio, Gianni e Lucinda ora sono amici per la pelle. La scuola è davvero speciale e insolita. Da qualche tempo però vi succedono cose strane: Artemio Paracelso sembra in grado di leggere nel pensiero dei suoi alunni, Matilde Stellagna appare all’improvviso davanti ai suoi studenti, spaventandoli a morte. La preside Bencivenga ha chiesto espressamente di riferirle qualsiasi cosa fuori dall’ordinario. E qualcosa di veramente fuori dall’ordinario accade una mattina dopo la lezione di ginnastica. Giorgio, Gianni e Lucinda trovano, lungo il corridoio, una penna strana e molto particolare che attira la loro attenzione. È gialla con il tappo verde, si muove autonomamente e appoggiata su un foglio scrive da sola. Wow, è l’ideale per risolvere operazioni, scrivere temi, fare il test di grammatica e inventare storie! La cosa giusta sarebbe consegnarla alla preside ma Lucinda ha un’idea migliore: da sempre vuole fare la scrittrice e adesso ha finalmente lo strumento giusto! La penna potrebbe aiutarli a scrivere delle storie pazzesche e a diventare autori famosi! Giorgio dice, titubante: -È una cosa sleale. Spacciare per nostra una storia che non abbiamo scritto noi. Io mi tiro fuori e dovreste farlo anche voi.

Gianni e Lucinda lo ignorano, troppo presi dall’entusiasmo per quella penna straordinaria. Si riuniscono quindi in biblioteca decisi a scrivere la storia del secolo e a stupire tutta la scuola. La penna comincia a muoversi sul foglio… “Eccola lì, Zilla, sulla sua scopa volante. Sembra un’arzilla vecchietta dai modi goffi e divertenti, ma dietro quell’aria innocua si nasconde la strega più potente del mondo, in grado di trasformarsi in ciò che vuole e di sottomettere chiunque, grazie al suo sguardo. Basta fissarla negli occhi per almeno dieci secondi, per diventare succubi delle sue volontà. Ha deciso di impossessarsi di Eximietas e di ridurre in schiavitù studenti e professori. Due di loro stanno già ubbidendo ai suoi ordini…”. Ma che succede? Zilla si materializza davanti a Gianni e Lucinda che scappano terrorizzati. Si rendono subito conto che è in gioco non solo il loro destino ma quello della scuola stessa. Se avessero dato ascolto a Giorgio! Non c’è un minuto da perdere: occorre pensare in fretta un piano per scongiurare il peggio.

Zilla, assumendo le sembianze della bidella Serpetti, appare per incanto in fondo al corridoio con straccio, secchio e scopettone intenzionata ad ostacolare la loro corsa. Gianni e Lucinda si scambiano un rapido sguardo e capiscono immediatamente che si tratta di una trappola: Linda Serpetti non avrebbe mai usato uno straccio rovinato per le pulizie! Decidono di mirare al secchio, lo rovesciano, la “bidella” perde l’equilibrio e cade a terra, giusto il tempo di permettere ai due di intrufolarsi nell’aula del professor Attevic nel pieno di una lezione sui draghi della Cina. Giorgio, in prima fila, è interessato a Fucanglong, guardiano dei tesori e incarnazione dei vulcani. -Non guardatela negli occhi!- gridano i due ragazzi. Zilla, furiosa, spalanca la porta, posa il suo sguardo sui presenti e in quattro e quattr’otto ne immobilizza una decina. I tre amici scappano. Si precipitano dalla preside Bencivenga e brevemente le raccontano cosa sta accadendo. Gianni e Lucinda confessano di essere stati loro a mettere in pericolo l’intera scuola. La preside, per il momento, ignora la confessione e dice di avere la soluzione: un antidoto antistrega conservato nel forziere della torre della scuola la cui chiave però è nelle viscere del vulcano.

Come fare a prenderla? Giorgio ha un’idea: sarà Fucanglog ad aiutarli. Giorgio, con il favore dell’oscurità, si dirige nel parco dove, in un angolo, sono tenuti i draghi. Attraversa silenzioso i viottoli ma all’improvviso gli appare davanti il giardiniere Belverde. -Altolà dove stai andando? Ho rasato il prato e non voglio che nessuno lo calpesti prima che abbia controllato la lunghezza dei fili d’erba. “Fiuuu! Scampato pericolo, si tratta proprio di Cosimo” pensa tra sé Giorgio che per un attimo aveva temuto si trattasse della strega. -Scusami, devo compiere un’importante missione per la preside e devo andare dai draghi. Convincere un drago ad aiutarti non è facile ma Giorgio ci riesce.

Si aggrappa ben bene al suo dorso e Fucanglog vola in cima al vulcano. Il ragazzo guarda giù nel cratere e impallidisce temendo di finire arrostito, ma ha con sé una pozione antifuoco presa in prestito nell’aula di chimica. Se la versa addosso e mentre precipita giù all’interno del vulcano, chiude gli occhi e spera che funzioni. Si ritrova in un corridoio laterale proprio sopra al serbatoio magmatico. Dove cercare la chiave? Ad un tratto vede qualcosa luccicare in fondo al corridoio. Sì, è proprio la chiave che sta cercando! Ha impresso lo stemma di Eximietas: due mani che si stringono in segno di amicizia, coraggio e lealtà. Fucanglog risale velocemente il camino del vulcano e in un attimo sono fuori. Gianni e Lucinda intanto salgono in cima alla torre della scuola ad aspettare Giorgio ma Zilla li ha preceduti. Seduta sul forziere come una regina non vede l’ora di imprigionare i tre impiccioni. Lucinda, nel tentativo di allontanare Zilla dal forziere e permettere a Gianni di prenderlo, si guarda intorno e afferra la spada di un’armatura, minacciando la strega. Zilla, però, con un colpo di scopa, fa volare via la spada dalla mano di Lucinda che si ritrova prigioniera all’interno dell’armatura.

Gianni riesce a nascondersi portando con sé il forziere. La strega inizia a cercarlo e così si allontana dalla torre. Proprio in quel momento arriva Giorgio che ringrazia il drago e entra nella torre, passando dalla finestra. Con sua grande sorpresa non trova nessuno ad aspettarlo, c’è solo un’armatura che si agita e si lamenta. All'improvviso cade a terra con un gran frastuono, liberando Lucinda. -Come ti è saltato in mente di entrare nell’armatura?- la rimprovera l'amico. Lucinda non ha il tempo di replicare che arriva Gianni. -Presto, apriamo il forziere! La chiave entra nella serratura, si gira, il coperchio si solleva mostrando l’antidoto antistrega: una bottiglietta contenente risate di felicità contagiose da aprire in presenza della strega. I tre schizzano fuori dalla torre e corrono a precipizio giù per le scale. Zilla intanto ha imprigionato nell’aula magna preside, professori e studenti. La sua voce stridula riecheggia per tutta la scuola. I tre amici decidono di passare per un corridoio sotterraneo che sbuca dietro allo scranno dell’aula magna.

La strega è proprio lì davanti e sembra non essersi accorta della loro presenza. È ora di agire! Giorgio e Gianni tengono ben salda la bottiglietta, mentre Lucinda fa saltare il tappo che va a finire proprio sulla testa di Zilla. La strega si volta furiosa e cerca di afferrare l’antidoto, ma è troppo tardi, il fragore delle risate si è diffuso per la stanza e tutti ora stanno ridendo di lei a crepapelle. Non c’è niente di più contagioso di una bella risata liberatoria. La paura è scomparsa, ora tutti sono pronti a difendere la scuola con coraggio e determinazione. La strega si sente debole ma è così arrabbiata con i tre amici da costringerli a scappare. Hanno appena il tempo di attraversare una porta aperta che Zilla è dietro di loro, ma stranamente non riesce a raggiungerli.

I tre sono appena entrati in una stanza spazio-temporale che li ha catapultati nella biblioteca dove Gianni e Lucinda si trovavano qualche giorno prima. Recuperano la penna e cancellano quello che aveva scritto. Ora la strega è veramente sconfitta! Eximietas è in festa per lo scampato pericolo. Gianni, Giorgio e Lucinda vengono acclamati come eroi. La preside nel ricevere la penna si congratula con i tre, ma ricorda loro che il suo ritrovamento doveva essere immediatamente segnalato, pertanto dovranno subire una punizione per aver trasgredito una regola importante. Giorgio sarà sospeso per una settimana dalle lezioni sui draghi per i quali sembra avere una particolare predisposizione.

Gianni e Lucinda, per aver pensato di scrivere la storia del secolo senza sforzi, dovranno, fino alla fine dell’anno scolastico, fare da tutor a tutti gli alunni in difficoltà della scuola. La preside non smentisce mai la sua fama di paladina della giustizia ed Eximietas si conferma essere una scuola veramente fuori dal comune!