Torre Annunziata

(Tocca l'albicocca)

 

La storia di una donna viziata e viziosa, "famelica, ricca e potente": una zoccola, ma di alto bordo. Ha sposato "a suo marito", un idiota becco e contento, che si fa mettere a letto da costei che aspetta il suo corteggiatore: un principe, come ci si può aspettare nei più vieti luoghi comuni del tradimento nell’aristocrazia.

Come in Guatemala Guatemala e in Manzo ricorre il tema del toponimo decontestualizzato: TA diventa qui nome di donna di Caserta, luogo reale e Reale, i cui abitanti godono fama di essere vanamente blasé.

Con alcuni anni di vantaggio gli Squallor scoprono la crisi del maschio: quello che ogni mattina manda "gli omaggi floreali" si scoprirà amante deludente e sottomesso nonostante le reboanti presentazioni e le allettanti premesse.

La ricorrente figura del disturbatore (cacacazzo d’ora in poi) è qui raffigurata dal gatto di TA che compare a spezzare l’incipiente intraprendenza del Granduca di Cognac, bisognoso di continui incoraggiamenti e suggerimenti: il gatto, alter ego di TA altri non è che la coscienza di TA: infatti compare la prima volta appena il cavallo bussa scalpitante alla "villa sfarzosa e piena didaanaro", quando inizia l’adulterio (lei decide di aprire al corteggiatore, di "rispondergli", manzonianamente); la seconda nel momento del piacere e infine quando TA allontanerà troppo frettolosamente il Granduca.

Analizziamo questi personaggi:

TA è una donna che non ha origini nobili e perciò sposa Quaglione Primo, la cui non piena efficienza la spinge fra le braccia del Granduca di Cognac (già vedova Martell¹) - da ora: GdCgvM - che lei dapprima blandisce col chiamare Principe ma che poi ridimensionerà dandogli del brigadiere, per dileggiare il suo rimanere ingessato e "fermo sugli zoccoli"

Immaginatevi un amante che si presenti a casa vostra a cavallo: e che non ne discenda mai.

Mai, neanche durante…

Mai.

La vanità di TA si vede anche nel chiedere l’espletarsi dei "chi è: i casati, le cose…": TA non accetterebbe un amante meno che Marchese e vuole sentirglielo dire, e solo dopo si dispone a sentire anche altro, ben altro.

E qui, e qui il GdCgvM si dimostra avido e impacciato tanto da far perdere la pazienza a TA che si mostra qual è: popolana, di polso, lo guida passo passo facendolo anche girare "dietro" con l’inseparabile destriero e diventa pesantemente esplicita quando lui "non conclude".

Il GdCgvM è un nobile gliogliaro attratto dalla disponibilità muliebre della coscia calda: la sua insicurezza è confermata dal suo eterno stare a cavallo come un monumento equestre.

Come si può sentire un tale battilocchio quando di fronte a una donna così verace? HA!

Lascia a lei il completo controllo della situazione ("quello! Dammelo qui!"), solo lei è in grado di riconoscere quando le cose vanno per il verso giusto ma è comunque costretta a incoraggiare l’azione: non si può rimanere fermi sugli zoccoli: "tolga! tolgatolgatolga, mettaMETTO mettaMETTO mettaMETTO", mirabile costruzione metasemantica che riproduce anche nel ritmo l’azione descritta.

L’epilogo dell’amplesso rivela l’egoismo di TA che è pronta a cacciare il GdCgvM appena raggiunta la propria soddisfazione abbandonando a sé stesso il GdCgvM che protesta di non aver ancora finito e che tuttavia prontamente accondiscende (battilocchio!) al desiderio di suonare di TA.

Al momento di rinnovare il rendez-vous TA torna snob e "guarda il carné" disilludendo il GdCgvM che non tornerà l’indomani ma dovrà aspettare sabato notte, venendogli preferiti "il ballo degli Zanzoni, lo spumone , il venerdì pesce" (che avrà voluto dire? Deve forse concedersi ebdomadariamente a Quaglione Primo? Non per niente sembra che questi stia svegliandosi dal sonno che non gli faceva sentire: i cavalli per casa, i rumori dell’amplesso, i miagolii del gatto, il concerto in Fol- e Giò7 di "Fafafalla" o "Fallafalla il mio giocoliere, molto carino"): verrà dopo la trippa, ammesso che TA la digerisca, visto che l’appuntamento è per le sei del mattino.

Il congedo vede il GdCgvM più romantico e TA più prosaica:

"Fammi vedere ancora come sei (…) Lasciami un ricordo di te"

"Si, Tié".

 

¹ Vogliamo ricordare che "Martell" è una marca di Cognac Fine e "vedova" richiama la casa Cliquot ( Veuve Cliquot Ponsardin)



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