Manzo

(Manzo)

 

Manzo nasce come parodia di "Rambo", e si collega a Guatemala, Guatemala per la tematica del racconto itinerante. Inoltre, mentre in "Guatemala, Guatemala" il titolo è un vero toponimo, ma scivola verso una "valle del Guatamalensa" inesistente, Manzo parte da un titolo di fantasia per citare poi il reale Vietnam, dove "ci siamo fatti fottere...ma non ci cascheremo più", e donde parte la storia di questo viaggio.

Molto probabilmente Cerruti legge un testo scritto in precedenza, e altrettanto probabilmente il testo non è molto leggibile, oppure lui non ha gli occhiali. Si spiegherebbero così alcune esilaranti esitazioni come: "A cccaaa…cccaaaa…a capo di dodici froci…cuccoluno, cuccolotto", oppure "sicuri di questa volta dipigliarcibiperlarivincitalala", per non parlare dell'apoteosi di "dei sergenti che all'inizio sembravano una mezza chiavica macheppoi si furono rivelatisi nell'oasi dell'amore deadatesi una grande sfidasi".

Più volte nel brano sono presenti le succitate indecisioni che non sappiamo se addebitare a difficoltà di lettura, o a sapiente attesa dell'inizio della battuta musicale ai fini della migliore resa "metrica" (vedi "ma ci fu...ma ci fu...MA CI FU un uomo" oppure, ma qui è più evidente la volontarietà, "scarpe alla moglie").

La base musicale di gusto western, presenta un gustoso inciso di mandolino che verrà sottolineato da Cerruti.

All'inizio del brano è presente un "maledetto bue", che non si sposta e non si sposterà neanche dopo. Piuttosto "ce ne andiamo noi".

Dopo una digressione sulle difficoltà di relazione (una scignitella...ma è un'altra storia) da parte della voce narrante, parte l'intero gruppo di tredici persone. In realtà non è possibile un novero sicuro: c'è infatti la voce + dodici froci (=13), dei quali Cuccoluno e Cuccolotto fanno parte (vogliamo escludere la possibilità Cucculuno, Cuccoldue, Cuccoltre....Cuccolotto) + i sergenti di cui sopra (e del cui numero non è possibile una stima attendibile) + i quattro dell'oca selvaggia (sei volte dirà "Quack") + Aurelio, "un nostro amico foggiano che ci passò una dose non precisata di memfrapedine". Nostre innate cognizioni matematiche, ci portano alla relazione (detto X il numero di sergenti): 2 + 4 + X + 1 = 12, da cui si ricava X = 5. Fra i dodici froci siamo sicuri della presenza di un ammogliato ("scarpe alla moglie").

Ma la nostra stima viene sconvolta dalla presenza di "questo col mandolino", che non può essere un sergente (non si è mai visto un sergente col mandolino), cosa che ci porterebbe a concludere X = 4, MA si scopre che "questo col mandolino ci seguiva", ergo non è uno dei dodici.

Altro topos ricorrente sono le "piattole", che ritroveremo nel Circo Loffion, Sfogo o sotto forma di zecche (La ricreazione), eventualmente di velluto (Incubo).

Caso eccezionale di denuncia: anche qui i reduci del Vietnam vengono accolti a "buccie di limoni e qualche scorza d'arancio, fummo emarginati, e fummo pagati per farci dei ranch e PER NON FARCI VEDERE PIU' ".

Ma più che un pezzo di denuncia questo è un pezzo di rinuncia, perchè il gruppo dei tredici torna "indietro perchè non c'è niente da fare qui"; perchè il bue non si è spostato; perchè "per me non si arriva alla fine del contratto".

 

Un pezzo triste.

"Però..."



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