Ne me tirez plus

(Uccelli d'Italia)

 

Con Ne me tirez plus iniziamo la serie dei brani d’atmosfera Gainsbourgiana (la base musicale è chiaramente una rilettura di "Je T’Aime Moi Non Plus" al limite del plagio: mancano solo i sospiri della Birkin) come Nottingam, Ti ho conosciuto in un clubs, Morire in Porche, Abat Jour etc.

Fin dal titolo questo pezzo è una parafrasi di JTAMNP, e per tutta la sua durata c’è un continuo gioco di allitterazioni e assonanze, un rincorrersi di sensi e controsensi, un alternarsi di significati tra la canzone citata e la parafrasi stessa: tu mi ami, neanch’io, tu mi attiri, non mi tira.

Cerruti lo specifica chiaramente, traducendolo pure per "i più addetti che non sanno il Francese".

Le molte assonanze, a partire dal nome del protagonista, Joel Menton, che si trova a "Mentone, vicino Menta", (Mentone sarà citato ancora ne La guerra del vino) dopo essere stato "nel ’44 sui monti di Nizza, vicino a una zizza", dopo essere stato un tempo "un caimano, più andava avanti e più me lo facevo in mano", e aver partecipato alla Parigi-Roubaix "ma mi rubarono la bicicletta, me la Roubaix…", dopo essersi ritirato "in campagna, a sognare la fregna", a "guardare di tutto: network, chi t’è muort", fermo come "Rabbiz alla quarta corsa dei cavalli di Fortworth", nell’ "unico momento che mi viene un po’ barzotto, come i vestiti: i vestiti Barzotto", sono formule magiche: sono mantra, ripetizioni continue di uno cui non tira più per cercare di "farmelo venire duro".

Inutili infatti le visite della "mamma di J.R.", della mamma di una vicina, che non riescono a far rivivere a JM i fasti del passato, quando Lui "era un dobermann, abbaiava addirittura…" e gli "andava in tutte le piazze, al tal punto che la gente non poteva camminare": altri tempi, "altre storie, altri orgasmi".

Certo, forse se invece della mamma si proponesse la vicina stessa non si sa; se invece della mamma ci fosse JR… mah. Desta perplessità l’ammissione dell’uso di qualche artefatto elettronico: dice "ho goduto senza neanche guardarlo, talmente era elettronico…altro che computer e software"; non si può che pensare ad Amadeus, il computer che ci ha "due software: uno che fa i bucchini, e uno che ‘o pigghia ‘n culo".

Tutto "è fermo e bloccato", tanto che lo stesso brano sembra immobile e fobico: JM ad un tratto ha un attacco di panico, per la precisione glielo dicono: c’è infatti "un addetto che nella stanza dice "Panico !!! Panico !!! Panìco !!!". Il panico è però lo stimolo vivifico ed è proprio allora che gli "viene un po’ barzotto" per l’unica volta: ma è solo un momento, l’espace d’un matin ( per i più addetti che non sanno il francese).

Gli è che a Lui non piace la mamma di J.R., non piace la mamma della vicina, né probabilmente la vicina: a Lui gli "piace Pippo Baudo"… come non comprendere il dramma di quest’uomo.

La base non spunisce, e Cerruti, costretto a ricominciare tutto daccapo ("n’ata vota? L’ho già detto, mi chiamo Joel Menton, non mi tira più, ve l’ho detto già prima, quante volte lo devo dire…eccheccazzo sfuma, metti n’altra canzone…"), chiama a raccolta l’intero staff : "Totò (Savio), Jacqueline (Savio), Bigazzi, Pace, Raffaele (?)… le sorelle Bolivar (??), la forfora (???)".



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