Incubo

(Manzo)

 

La storia sembra banale: un uomo va a letto dopo aver cenato in un ristorante dove si è imbattuto in un pollo dalle sembianze umane ("sembrava Celentano") , si è abbuffato e gli è rimasto tutto sullo stomaco. La banalità della situazione contrasta violentemente con la vivacità del subcosciente di questo incosciente che si addormenta ripassando il conto del ristorante ("35.000 lire") e scivola in un territorio onirico pieno di sorprese.

Per sé e per sua moglie.

Maria.

Inizia l’Incubo; nel dormiveglia si confondono rumori esterni che tanto ci ricordano i meh-he di decurtisiana memoria 1 e i passeggeri del pullman di Black and Decker o la famiglietta dell'ambulante di Piange il citofono. Lui invoca il sopore: vieni vieni vieni vieni vieni, ma c’è: una che maronna grida tutte le sere, la gente che litigano sempre in questo palazzo…si tratta in realtà di pretesti perché, quando si libererà del sonnifero peto ("prrrrr ahhh…un'a…un'aria nello stomaco"), neanche il fracasso dei bambini ("bambini state zitti nell'altra stanza che papà dorme… chiv'e mmuort quando li ho fatti") impedirà al nostro di appisolarsi agitato. E gli incubi finalmente lo assalgono "uoh nn'uvogliopigliàngulo nn'uvogliopigliàngulonò!", forse per punirlo, c’entra forse Freud con questo?

Come spesso capita nei sogni sopravviene un subitaneo cambio di prospettiva; ora agli incubi si alternano immagini più placide: "Spogliati, spogliati", visioni bucoliche:  "Cardellino…"  ma presto si riprecipita nell’ossessione finanziaria: "madonna i soldi, i soldi, i soldi mado-onna… 18 meno 19… eh, un milione di debito ci ho… si trova, anche nell'incubo si trova 2", potenza della matematica che rompe i coglioni anche quando la mente dovrebbe liberarsi mandando a fare in culo per qualche ora il pensiero razionale, ma l’inconscio riesce ad elaborare una difesa in modo assolutamente ironico e disincantato: a chi è dovuta questa somma? Chi è il creditore che gli agita anche il sonno? Lo chantonierre? Lo chaquettierre? Il casaduoglio!3 "Il pizzicaiòlo, ma chi è stu pizzicaiòlo? Uno che ti dà i pizzichi?".

A questo punto sopravviene una brusca alterazione dello stato onirico: ce ne accorgiamo dalla ripetizione del gerundio "sopradormendo" indicativo dello stato di disattenzione dal quale viene scosso per via dell'allarme - che, altrove, è segnale dell'epifania di Kojak (Scoraggiando) - che potrebbe essere un brandello di realtà che lo cava dal sogno oppure l'inizio di un incubo ("Uaaah la macchina" che sta per investirlo) più spaventoso del milione di debiti, situazione comunque appartenente al suo vissuto da sveglio.

In fin dei conti, cos'è che non lo fa dormire? Il milione di debito? Il pollo del Clan? Le ranfe? "Ci ho questo polipo che non m'esce neanche una ranfa dal culo" : non è ben chiaro dal testo se ha mangiato pollo o polpo. Certamente avrebbe preferito le esotiche "zecche di velluto" innaffiate magari, aggiungiamo noi, da un buon tamarindo preparato dal vostro Taveuni, cameriere tuttofare del programma-cult Polvere di rose, prossimamente su questi schermi.

Il desiderio di vendetta si fa strada: "e io domani sera ci torno, ma non pago però. Ci torno e non pago. Ci torno… e non pago"; ma è solo un attimo di ribellione, ritornano i fantasmi sodomizzatori e stavolta "Uahh! Nonononono… in bocca no, in bocca no, no no no". La situazione si mette male: bisogna svegliarsi assolutamente, evadere, andarsene, fuggire da ‘sta vita di stress, il cuore non regge ma forse basta anche un libro, no un libro non serve, ci vuole una zattera e via, come Kapitan of the Katz, sì fuggire, svegliarsi, ma prima accertarsi se ha chiamato Pierpaolo, sapere come sta e magari finalmente raggiungerlo "Maria ha chiamato Pierpaolo, Maria!!!".

La moglie è di là e forse non ha sentito, ma sopraggiunge un fatto nuovo, chi se ne frega di Pierpaolo: "ho avuto un'erezione, sembra l'epopea di san Fusto", bisogna assolutamente approfittare del momento: anche un'inopportuna impellenza può demolire la Cappella Sistina.

Si apre qui, nel trionfo del crescendo, la rappresentazione di una sessualità frettolosa e vietamente maschilista, sublimazione di un egoismo che maschera una dubbia situazione familiare: ma come, uno con un milione di debito (solo col casaduoglio) lascia moglie e bambini a casa e va a cena fuori? Torna, si lamenta, dorme (male), si sveglia e pretende? In realtà più che di pretesa si tratta di concessione, oltretutto transeunte, vista la sporadicità dell'evento ("approfitta del momento").

Esecrabile.

Però questa storia miserabile nasconde un manifesto che per anni ci ha pagato i caffè, un gioiello di sintesi, un capolavoro di tecnica, un adamante iconico, una perla d'impianto narrativo dove si rappresenta magistralmente la frettolosità coniugale, la sciatteria della routine, la necessità dei lavori donneschi, l'orgasmo come riposo del guerriero: "vai vai vai vai…godogodogodo… ho goduto, statt bbuon, porta i bambini i scuola, nun ce rompere 'o cazzo col pizzicagnolo… pizzicaiuòlo".

Mandatelo a memoria.

Insegnatelo ai vostri figli.

 (con la collaborazione di Claudio Simeone)


 1 cfr. Totò, Peppino e i Fuorilegge, scena del pozzo.

2 "Si trova": ci sono tre possibili letture:         

a)       I debiti si trovano anche nei sogni

b)       Comunque un milione si trova, dunque non c'è da preoccuparsi

c)       Il conto torna: 18 - 19 fa 1, si trova.

3 cfr. Miseria e Nobiltà, scena del paletot di Napoleone.

 

YouTube - Incubo

Testo