Dottor Palmito

(Uccelli d'Italia)

 

Il Dottor Palmito è di difficile interpretazione: la situazione è talmente surreale, con cambi di scena dettati dal cambio di ritmo della base, da non potersi rappresentare in un luogo fisico credibile. Non a caso quando gli Squallor tenteranno di riciclare il Dott.Palmito come sketch all'interno del film "Uccelli d'Italia" il risultato non è assolutamente all'altezza della situazione evocata nel brano originale.

L’azione si svolge principalmente in forma di dialogo fra Alfredo Cerruti, che impersona il paziente di un clinica brasiliana in attesa di intervento di chirurgia "correttiva", e Daniele Pace (il dott. Palmito) proprietario della clinica e medico schizofrenico che alterna elevata e sussiegosa (vedi citazioni di Feuerbach e Freud) professionalità a momenti di totale follia in sambe forsennate.

La clinica è talmente sconclusionata che quando Cerruti, dopo sei mesi di attesa del trapianto della "suppostina", si decide ad andare a lamentarsi col dottore perché nella sua camera "si apre la porta e succedono cose dei pazzi", riesce ancora a stupirsi al suono del campanello 1 del dottore ("ci sono i grilli?"). 

Potremmo spingerci a pensare che il dottore cambi spesso non solo personalità e ambiente circostante, ma addirittura il campanello! Non si spiegherebbe altrimenti lo stupore di Cerruti che in sei mesi avrà ben già visto il dottore.

Palmito assume dunque le caratteristiche di uno sciamano e tale caratteristica ben si adatta al suo essere brasiliano, facitore di macumbe e danzatore di sambe. D’altra parte le macumbe rappresentano il lato oscuro dell’allegria brasiliana, e sono veri e propri riti orgiastici come quelli che accadono quando "ecco, se ne è andato il dottore…guarda come si dà da fare con le donne !".

A nulla servono i richiami del paziente che tenta di riportare alla realtà il dottore, ormai in trance così potente da proiettare nella realtà le sue allucinazioni che tentano di trascinare al loro interno il povero paziente che è legato alla realtà dalla sua "suppostina": sarebbe inutile perciò cedere alle avance della "carina" ballerina di samba, parte della allucinazione del dottore.

Un altro legame con la realtà è rappresentato dal bambino che stranamente appare, richiamato dal continuo dire "Palmito, Palmito", proprio quando il dottore scompare. Il paziente, infastidito dalla richiesta incongrua del palmito, più volte reiterata, finirà per spazientirsi e ogni volta lo scaccia con modi sempre più espliciti.

Il dottore tenta di fornire una base razionale alle sue sparizioni / allucinazioni con argomenti confusi e poco convincenti, quali la presunta Freudiana "immortalità dell’anima" ("e chi t’è… è muorte"), oppure, e qui è sobrio, quando parla dell’esigenza della medicina di avere una sua allegria.

Non solo, ma Palmito cerca di convincere il suo paziente a vivere diuturnamente nell’allucinazione, argomentando che non è necessario intervenire fisicamente sulla "suppostina" dal momento che "la donna la deve chiavare con l’anima e non col corpo".

Il paziente, ancora legato alla realtà, più prosaicamente paventa il rischio delle corna ("e che le devo fare, i depliant?") e non si lascia convincere. Tuttavia l’insistenza del dottore comincia a dare i suoi frutti perché da un certo punto in poi il dottore non scompare più ma scappa e viene inseguito dal paziente nell’allucinazione. Infatti poco dopo si incontreranno col pretesto della tanto sospirata visita che sconfinerà nell’allucinazione nella quale il dottore né scompare né scappa ma "soppesa" ("no no…no no…non è male"), suscitando la reazione del paziente ("perdiamo la causa", citazione di nota barzelletta popolare).

Infine si raggiunge il "Punto Triplo": realtà e allucinazione sono fuse nella drammatizzazione, e gli attori del dramma denunciano la falsità della rappresentazione (ceci non est pas une pipe) richiamando l’attenzione dell’ascoltatore sull’alternarsi delle basi musicali, segno di confine tra realtà e allucinazione.

Proprio quando sembra che il paziente sia ormai completamente perso nell’allucinazione, tanto da allontanare continuamente il bambino/realtà "capo di bomba", l’imbarazzo nei confronti del dottore gli fa comprendere che lì non può trovare rimedio, e che deve tornare in Italia, ad Avellino.

E quando ormai chiama il taxi che lo riporterà a casa, ricompare il bambino "idrofubo" che stavolta rappresenta l’ultimo legame con la follia del dott. Palmito, ma si scuote definitivamente: "vattacccumprà ‘nu cocco, vafanculamammete"


1 Il suono del campanello a mo' di "grilli" è ricorrente nelle opere degli Squallor. Si prenda ad esempio il moscone del brano "Nouvelle Cousine" che "m'ha rruvinate a' vita", oppure il contrassegno dell'LP ecologico di Prefatio, o meglio ancora lo squillo del telefono in "Noè"


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