Guatemala Guatemala

(Tocca l'albicocca)

 

Pezzo di sapore latino, che richiama un famoso brano dell’epoca ("La colegiala" di Rodolfo y su Tipica, colonna sonora di uno spot di successo per il caffè Sao). Il brano unisce un ritornello minimale, "Guatemala Guatemala, Maremma maiala", che gioca sull’assonanza "…ala…ala" e associa due luoghi così lontani ed evidentemente così vicini, ad un racconto surreale come nella migliore tradizione dei testi "improvvisati" degli S.

Cerruti ,voce narrante, duetta con Pace che interpreta il Francese, ruolo del resto già ricoperto in altre occasioni (La guerra del vino) per sfruttare la sua naturale erre moscia. Il cantante Totò Savio fa da trait d’union tra i recitativi dei due, cosa insolita dal momento che normalmente interpreta le canzoni propriamente dette, come Curnutone, ’O ricuttaro ‘nnammurato o U.S.A. for Italy, fra i pochi pezzi radiofonici dei nostri.

 

Il brano si apre sulla cavalcata "all’alba di quella mattina di fuoco" di 4 avventurieri; ne riconosceremo però solo 3, dal momento che il quarto, Marita (che non parlerà mai), arriva a brano incominciato ("dans le jour de la corridà", quando Cerruti si è già "fatto la cacca nei calzòn"): il Francese già nominato, la stessa voce narrante, e il cantante.

La cavalcata deraglia ben presto in una confusione organizzata in cui si perdono i ruoli e si improvvisano rime e onomatopee che riempiono la metrica per poi riprendere il ritornello, unico punto di riferimento di tutto il brano.

Si riconoscerà il francese incomprensibile di Pace ("Qui c’est toi?"), il "drrrrrr cià cià cià cià cià cià cià cià cià cià cià cià cià cià cià bum bum bum…" del cantante, e le improbabili descrizioni della "valle del Guatamalensa". In questa valle desolata, in cui "non c’era più uno sterpo di foglia", i quattro finiscono per mandarsi voci come nei vicoli Napoletani da basso a basso comunicandosi notizie luttuose su Vicienz che è "muorto sotto a ‘nu camion".

Si notino, in sottofondo, i suggerimenti di Cerruti ai suoi colleghi perché intraprendano il tema "Pugeriàle"; più volte dovrà dire "Pugeriàle" prima che tale suggerimento venga raccolto, anche questo con effetti involontariamente comici.

Virtuosismi: parte Pace che si merita l’appellattivo di "cacacazzo" da parte di Cerruti, quindi Savio con una serie di strani trilli e sfrizzoli, cui seguono lamenti di muezzin di Cerruti. Terminata la parte più "free" del brano, si ritorna a "Pugeriàle", quando il suggerimento viene finalmente raccolto, e il dialogo si fa più serrato, ma viene proditoriamente interrotto da Pace che riprende il "main theme", dando la stura al coro sgangherato degli "estonacchieròs", con i quattro che continuano a camminare "senza forza, sopra come una nave", con il continuo richiamo degli "Yu-hu !".

Ritorna quindi il tema carcerario rinvigorito dall’inserimento in una voce a due di Pace che non si lascia scappare l’occasione di rubare una rima "camél - cappell".

A questo punto il gruppo si rende conto di aver fatto abbastanza e si chiede quanto ancora deve andare avanti; Totò Savio suggerisce un finale: pernacchia. Cerruti si occupa di fornire un’ambientazione a tale pernacchia inventandosi la "federazione cantanti unita coi puzzaciari…è andata a finì ‘mmiez’o cesso" cui seguono accenni ritmati di pernacchia contrappuntata da "Latrina!" che hanno il compito di aprire la strada al "Permettete?" che ci darà le gioie di "sette minuti di pernacchia, un record!".

"E ha chiuse…".


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