Nottingam

(Pompa)

 

"Wwwwww Chiudi il portello, c’è il mare alto oggi."

Un viaggio allucinato su un mezzo "non mio" di natura indescrivibile: la frase simbolo, col portello e il mare alto porta a pensare a un natante, ma poco dopo si decide di prendere l’autostrada e di uscire a Nottingam Sud, le montagne di Cortina si avvicineranno come "oasi. Di pace. E di giustizia" e sarà necessaria una coincidenza (treno?) con la funivia; comunque il portello ricomparirà con il suo inconfondibile "wwwwww".

La base apparenta N al filone d’ambiente gainsbourgiano di Ne me tirez plus condito da una gustosa chitarra santaniana. Un bel brano strumentale tipicamente anni ’70, di cui ci piacerebbe conoscere l’autore, che ricorda altri simili come Volo AZ451 (non un dentifricio) dei mai abbastanza deplorati Albatros di Toto Cutugno (Sanremo 197?).

Il brano si svolge in forma di dialogo mancato: in effetti l’interlocutore della voce di Cerruti non risponde mai. Dobbiamo credere che ci sia, per il fatto che il portello viene chiuso e perché è proprio questi a condurre il misterioso mezzo (che patente ci vorrà? Potremmo chiederlo a "tale Butroski Balmiro", celebrato autista di "long Vaicol" di Piacere Pesce).

Una coppia sta per dividersi: non è una situazione facile, anzi "è molto duro". Non sappiamo il perché anche se "è molto duro (per me, per te non so)".

Il monologo (perché comunque a tale si riduce) cerca le cause di un rapporto in difficoltà in una introspezione critica che prende subito la via dell’autoapologia ("per me è molto duro… sei tu che non lo apprezzi"), confortata dall’affermare anche le proprie migliori intenzioni ("io faccio del mio meglio, più di così non viene, ho fatto anche il tagliando") e le proprie debolezze ("lo ammetto, qualche volta ti ho tradito non lo nascondo"), umane debolezze ("guarda quello lì…").

Tutta la situazione mostra un dolore contenuto nella voce meditativa splendidamente contrappuntata dai coretti e dagli strumenti della base: un Rhodes sottolineerà efficacemente un momento di consolazione quando lui vede che anche "due focozzoni" possono essere felici.

Che cosa suscita questa scena nel muto interlocutore? Che tipo di reazione è quel "non ti sembra di esagerare?": stizzito? eccitato?. Non lo sapremo, non lo apremo neanche perché Santana irromperà suonando dietro che "suona, vuol sorpassare, fallo andare non ci compromettiamo".

Comunque secondo noi Lei è Florinda Bolkan, non ci sono cazzi (da appendere).

Lui, innamorato e buono, siccome ha fatto "il tagliando due settimane fa", siccome la "nostra non è una relazione, è una tragedia", siccome per me è molto duro, per te non so, siccome il viaggio è finito, Lui dicevamo, lo ha deciso: "io ti lascio".

Sarebbe inutile anche la mediazione della Nonna che potrebbe capire Florinda perchè lei "ha dei parenti in città". La fine degna di una storia difficile ("è molto duro, è sempre stato duro") è l’intrecciarsi di due assoli, due veri e propri virtuosismi: il piano elettrico e il tormento intimo e sconclusionato di Cerruti, rappresentazione sfaccettata della sofferenza incredula per una storia piena di problemi molto duri. La rassegnazione è la cifra finale: sarà molto duro; come di cosa che è destinata a durare.

 

P.S.: "Ad Ankara: Ankara Uno Lazio Zero. Scusa Ameri. Per me è molto duro."



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