"La coscienza di Zeno" è un romanzo dello scrittore italiano Italo Svevo. Il personaggio principale è Zeno Cosini e il libro raccoglie le memorie del personaggio immaginarioche egli conserva perché il suo psicanalista gli ha consigliato di farlo per superare la sua malattia. Scrive di suo padre, dei suoi affari, di sua moglie e della sua dipendenza al tabacco. La traduzione originale inglese è stata pubblicata con il titolo "Confessioni di Zeno".

Dopo che i due romanzi "Una vita" e "Senilità" furono ignorati da critica e pubblico e dopo un lungo periodo di silenzio letterario, interamente dedicato al lavoro, nel 1923 Svevo stesso pubblicò questo romanzo, alquanto diverso nello stile. Fu apprezzato da un caro amico di Svevo, James Joyce, che presentò il libro a due critici francesi, Valéry Larbaud e Benjamin Crémieux. Il successo del romanzo si espanse anche in Italia grazie al poeta Eugenio Montale.

I romanzi precedenti seguono un modello naturalistico. "La Coscienza di Zeno", invece, è narrato in prima persona, ed è incentrato interamente sui pensieri e sentimenti del personaggio. Zeno, inoltre, è un narratore inaffidabile, poiché nella primissima pagina il suo medico, pubblicando il diario, affermò che esso è fatto di verità e di bugie. Tuttavia, ci sono importanti somiglianze tra i tre romanzi di Svevo. Anche nella narrazione in terza persona di "Una vita" e "Senilità", il lettore conosce solo il punto di vista dei personaggi principali, e questi sono, o si sentono, inadatti a vivere. I titoli sono rivelatori: "Una vita" aveva precedentemente il titolo "Un inetto". La "Senilità" è uno stato d'animo, un sentimento di debolezza di fronte agli eventi e agli incontri della vita quotidiana. Quanto a "La coscienza di Zeno", l'ambiguità del titolo è causa delle diverse modalità di traduzione, non solo in inglese, ma anche in tedesco (Zenos Gewissen, Zenos Bewusstsein). Zenone parla dei suoi vari fallimenti, del suo sentirsi malato e della ricerca di una cura che non troverà mai. Alla fine, però, riconosce che la vita stessa è una malattia e porta sempre alla morte.

Рубриката Подготви: Диляна Иванова от 9а