GRAZIE LUGANO!
Il Lugano schiaccia il San Gallo nella finale di Coppa Svizzera e mette in bacheca il quarto trofeo della sua storia
Immagine di rsi.ch
Il Lugano schiaccia il San Gallo nella finale di Coppa Svizzera e mette in bacheca il quarto trofeo della sua storia
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FC Lugano
San Gallo
A raccontarla, potrebbe sembrare una favola. Anzi, una fiaba, con un finale dolce che racconta molto di più del celeberrimo “…e vissero per sempre felici e contenti”. Sì, perché il Lugano - costretto a rinunciare al mastino difensivo Maric –, e in primo luogo mister Mattia Croci-Torti, ha firmato un’impresa a inizio stagione irrealizzabile. E, dopo 29 anni di attesa e l’amara finale del 2016 contro lo Zurigo, ad alzare la coppa al cielo sono stati Sabbatini e compagni, dopo una partita dominata in lungo e in largo.
Incredibile? Di più!
La determinazione nel riportare la coppa in Ticino si vede fin dall’inizio: la formazione ticinese parte a mille all’ora portandosi in vantaggio dopo soli 5’ con Celar, servito alla perfezione da Ziegler da calcio d’angolo, quando il San Gallo non aveva ancora superato la metà campo. La squadra giudata da Zeidler capisce allora che è necessario trovare il tasto della luce e al 21’, dopo una breve pausa per combattere il caldo, riesce a riportare la partita in equilibrio con Maglica, abile a incornare un calcio di punizione di Ruiz con uno schema che è riuscito a cogliere impreparato Saipi. Il Lugano, spinto da quasi 10'000 tifosi e da un cantone intero appiccicato al televisore, entra allora in modalità “Croci-torti”: Celar diventa un gladiatore, Valenzuela da una parte e Lavanchy e Rüegg dall’altra diventano frecce nel fianco degli avversari e Lovric – siamo sicuri che non si trattasse di Modric? – entra in formato pallone d’oro.
Il gol decisivo
Quando ormai si profila all’orizzonte il duplice fischio arbitrale – sinonimo di fine primo tempo – ecco che tutte le qualità citate sopra si uniscono in un’alchimia perfetta: Celar protegge palla a metà campo e serve il pallone a Lavanchy che serve Lovric, che guadagna una rimessa laterale. Batte subito lo stesso vodese, il quale serve Rüegg che si infila in area di rigore e dopo una serie di rimpalli riesce a servire Custodio, che da pochi passi non sbaglia: 2-1! Al 45’ quindi, negli spogliatoi rientra un Lugano con molte certezze e un San Gallo a conoscenza che non potrà più sbagliare nulla.
La liberazione del Botta
Il Lugano lo sa, serve ancora un gol per mettere il risultato in cassaforte e chi se non Mattia Bottani si merita di segnarlo? I fantasmi del 29 maggio 2016 si aggirano ancora nella sua testa e, anche a causa della sua insolita posizione in campo, oggi in molti lo vedono il primo possibile cambio. Ma il Crus lo sa: il suo gioiellino cresciuto a pochi passi da Cornaredo deve fare pace con sé stesso, con la Coppa e con i tifosi e, allora, al 58’ l’occasione arriva. Custodio lancia sull’out di destra l’instancabile Numa Lavanchy che con un bellissimo controbalzo mette un cross rasoterra per lo stesso Bottani, che insacca liberando un urlo di gioia.
Haile-Selassie e il poker è servito
Al 66’ eccolo arrivare, il primo cambio: Custodio, arteficie di un’ottima partita fino a quel momento, viene sostituito da haile-Selassie e prontamente alcuni storciono il naso; ma, il gioiellino zurighese classe 1999 non lo fa rimpiangere, mettendo a segno la quarta rete di giornata dopo soli 4 minuti e all’ennesimo contropiede.
E, allora, tutto è servito: il Lugano riporta in Ticino una coppa che mancava dal 1993 – quando il Lugano sconfisse il Grasshoppers per 4-1 (che coincidenza!) -, si prende un biglietto per la prossima Conference League e saluta come meglio non poteva Lovric, Lavanchy, Maric e – molto probabilmente – Custodio, quattro colossi che hanno segnato la stagione e lo spogliatoio.
Un anno perfetto per il neo presidente Joe Mansueto e il suo team e, se così dice il detto, chi ben comincia è alla metà dell’opera…
17.05.2022 - 19.03 Mario Socchi