Con Krupp il Lugano rialza la testa
Il 59enne neo allenatore dell'HC Lugano può festeggiare contro il Davos all'esordio
Immagine di sport.ch
Il 59enne neo allenatore dell'HC Lugano può festeggiare contro il Davos all'esordio
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Che cambiare allenatore facesse bene lo pensavano in tanti. Ma che in un paio di giorni Uwe Krupp avrebbe messo in pista un Lugano diverso, era più difficile da credere. Ma il tedesco più vincente della storia ha voluto dimostrare che è possibile. E dopo aver lavorato duro in allenamento ripartendo dalle basi, come chiudere i check, andare a prendere l’avversario già nel terzo difensivo e mettere pressione nello slot, quella scesa in pista ieri sera alla Corner Arena sembrava un’altra squadra. Capaci di lottare e di iniziare per il verso giusto la partita, mentre la curva era “chiusa” dietro il telone in attesa di uno striscione di protesta contro la società, Thürkauf e compagni hanno dimostrato loro che fosse meglio cantare e sostenere la squadra.
Dopo sei minuti i bianconeri, in pista ancora senza Joly e lo squalificato Sekac e con Schlegel che ha lasciato la gabbia a Huska, titolare per la prima volta dall’8 dicembre, si sono portati in doppio vantaggio nel giro di ventun secondi con le reti di Marco Müller – involatosi solo contro Aeschlimann grazie a un filtrante di Thürkauf – e di Fazzini, al diciottesimo gol in stagione. E poco importa se tre minuti dopo il Davos si è riportato sotto grazie al gol di Kessler in superiorità numerica, perché Carr all’11’22’’ ha portato a 3 il numero di reti segnate. Un primo periodo di orgoglio e di aggressività che non si vedeva da troppo tempo.
La seconda frazione è aperta sulla continuità della prima: a far vedere le migliori cose e ad andare alla conclusione è stata sempre e solo la formazione di Krupp, che ha realizzato il 4-1 con il capitano al 27’02’’. Anche in questo caso però la reazione del Davos non è tardata ad arrivare e dopo un solo minuto Tambellini ha fissato il 4-2, con Huska che prima firma un miracolo ma che poi è costretto a cedere sulla pressione del topscorer grigionese. La reazione del team di Holden si è vista anche col cambio del portiere, il gialloblu ci provano a più riprese ma per la seconda volta di serata quando si torna negli spogliatoi sono i luganesi in vantaggio.
Il terzo tempo si è aperto con il Davos alla ricerca disperata di rimontare la contesa. È ancora una volta la squadra di casa a mostrare le cose migliori, ma al 45’59’’ Fora trova il pertugio per battere Huska nuovamente: 4-3 e partita riaperta. A 6’ dal termine, con Dahlström e Stransky sulle panchine dei cattivi il Lugano trova il modo di battere Hollenstein, subentrato ad Aeschlimann, per la prima volta, con Arcobello, abile a sfruttare il rebound concesso dal portiere dopo azione insistita di Carr. I cori possono iniziare già 2’ prima dello squillo della sirena, perché lo stesso topscorer bianconero trova il 6-3 a porta vuota.
Il sorriso è tornato anche sui volti dei giocatori, in modo particolare su quello di Canonica, che ha trovato spazio sul ghiaccio anche in boxplay, che ha ribadito i cambiamenti visti in partita: “il nuovo mister ci ha chiesto semplicemente di giocare a hockey. In fase difensiva abbiamo aggiustato qualcosa, ma in modo particolare ci ha chiesto di essere più aggressivi”. Ora il tempo si fa sempre più stretto e ogni partita sarà da indovinare, anzi, ogni cambio, come ricorda il 21enne bianconero, che poi torna con la memoria indietro di qualche giorno e alle emozioni dell’addio di Gianinazzi, “conosciuto da tantissimo tempo il cui esonero non è stato bello per nessuno. Ma ora bisogna guardare il presente”. Già, dal tedesco capace di vincere la Stanley Cup c’è ancora tantissimo da imparare. Nella speranza che i frutti si vedano il prima possibile.
18.01.2025 - Mario Socchi