L’osso di Ishango, indizio di archeo-matematica nell'Africa anti-diluviana
(da http://www.yurileveratto.com/it/articolo.php?Id=94 - 8 aorile 2013)
Negli anni 50’ del secolo scorso l’archeologo belga Jean de Heinzelin portò a termine una serie di scavi presso il villaggio di Ishango, nell’attuale Congo, vicino al confine con l’Uganda.
Trovò vari strumenti risalenti al paleolitico, come pietre scheggiate, oltre a resti di ossa umane e di antichi focolari (carbone), ma l’oggetto più importante che fu recuperato è um osso di babbuino che riporta tre serie di incisioni in tre lati. Nella sommità dell’osso, lungo appena dieci centimetri, vi è incastonato un cristallo di quarzo.
Quando l’osso fu sottoposto alla prova del carbonio 14 si scoprì che fu intagliato ben 23 millenni prima di Cristo.
Inizialmente non si diede molto valore agli intagli, e si pensò che fossero semplici tacche per contare il numero di appertenenti ad una tribù.
Poi però, osservando attentamente gli intagli, si giunse alla conclusione che molto probabilmente, gli intagli nascondono un misterioso codice cifrato.
Nella colonna di mezzo gli intagli, uniti in piccoli gruppi sono: 3 e 6; 4 e 8; 10; 5 e 5; 7.
Nelle due colonne laterali invece i gruppi sono costituiti rispettivamente da 11, 21, 19, 9, e 11, 13, 17, 19 intagli.
L’archeologo Heinzelin pensò ad un curioso gioco aritmetico: secondo lui nella prima colonna laterale vi erano numeri che si potevano ottenere seguendo questo schema:
10+1; 20+1; 20-1; 10-1. Nella seconda colonna invece vi sarebbero i numeri primi da 10 a 20.
Nel 1972 il giornalista statunitense Alexander Marshack avanzò l’ipotesi che l’osso di Ishango rappresenterebbe um calendario lunare. Questa affermazione è però in contrasto con il numero degli intagli. Nelle due colonne laterali la somma delle incisioni è uguale a 60, mentre in quella di centro è uguale a 48 (il mese del calendario lunare è invece costituito da poco più di 29 giorni).
Per tentare di capire la logica degli antichi intagliatori dell’osso di Ishango bisogna considerare che molti popoli africani utilizzavano per contare la base 12 e non la base 10, che viene oggi universalmente usata.
Secondo questa logica i gruppi d’intagli della colonna di centro sarebbero: 3+6=9 (12-3); 4+8=12; 10+5=15 (12+3); 5+7=12. Le somme delle colonne laterali (60) e della colonna di centro (48), sono tutte multiple di 12.
A mio parere nell’osso di Ishango sono utilizzate sia la base 12 che la base 10.
Gli antichi matematici antidiluviani di Ishango usavano l’osso come una sorta di vademecum: nella colonna laterale la logica dominante è il 10 (10+1=11; 20+1=21;20-1=19;10-1=9), mentre in quella centrale la logica dominante è il 12 (3+6=9 (12-3); 4+8=12; 10+5=15 (12+3); 5+7=12). L’altra colonna riporterebbe realmente i numeri primi dal 10 al 20.
Alcuni studi linguistici di popoli nigeriani hanno comprovato che la base 12 è predominate nella maggioranza delle etnie. Per esempio nella cultura di Biram, in Nigeria, 1 si dice gwuini, 2=ba, 12=kurú, 13=kurú na gw gwuini (12+1), 14=kurú na v ba (14+2), etc.
Questi studi linguistici e anche il ritrovamento, nei monti dello Swaziland del cosidetto osso di Lebombo, un altro manufatto datato 33 millenni prima di Cristo, che riporta 29 intagli, fanno pensare che il luogo dove fu scoperto l’osso di Ishango fosse un centro di irraggiamento di cultura, non solo matematica e calendariale.
Per esempio nel sito di Shankeinab (Sudan), e Nagoda (Egitto), sono stati trovati petroglifi con intagli simili a quello di Ishango, su base 12.
Alcuni ricercatori pensano che il sito di Ishango fu il luogo d’origine delle lingue Khoisan, che oggi sopravvivono negli Ottentotti e Boscimani dell’Africa del Sud. In effetti alcuni scienziati di fama internazionale come l’italiano Luigi Luca Cavalli Sforza, hanno individuato il ceppo linguistico Khoisan come uno dei più antichi del mondo.
Secondo Cavalli Sforza già 100 millenni or sono l’Homo Sapiens parlava la lingua primigenia dalla quale si originarono inizialmente 4 lingue: l’idioma dei Pigmei, l’embrione delle lingue nigerkordofaniane (dei popoli Bantù), la proto língua nilosahariana (dei popoli Nilotici) e appunto il Khoisan, le cui etnie furono decimate nei secoli successivi dai Bantù, e i cui sopravvissuti sono appunto Boscimani e Ottentotti.
Se ulteriori lavori di scavo del sito di Ishango provassero definitivamente l’origine Khoisan dell’osso intagliato, indizio di arcaiche conoscenze numeriche sulla base 12, sarebbe provata cosi l’influenza dell’originaria cultura Khoisan su molti popoli africani soprattutto dal punto di vista matematico-calendariale.
YURI LEVERATTO
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