Conclusioni

Le indicazioni segnalate nelle schede di questa sezione per un approfondimento della filosofia di Galileo Galilei intendono essere solo uno dei percorsi possibili e praticabili in una esperienza didattica. Si è cercato di proporre una comprensione del ruolo dello scienziato pisano nella storia del pensiero e della scienza, senza alcuna pretesa di esaustività, guardando alle relazioni di Galileo con autori precedenti e coevi, alle novità suggerite attraverso l’applicazione del metodo sperimentale, ai legami con la tradizione scientifica, culturale, religiosa.

Il nostro obiettivo è stato quello di evidenziare il ruolo avuto dalla nuova scienza galileiana nella demolizione di un sapere dogmatico che per secoli era stato divulgato nelle scuole e nelle Università, costringendo gli studiosi al "cieco" rispetto di una "autorità" (la fisica aristotelica, l'interpretazione della Chiesa) e non promuovendo invece lo spirito osservativo e l'indagine naturale. Gli strumenti della tecnica inoltre, e gli stessi ingegneri, non avevano in passato ottenuto un posto di rilievo nel sapere scientifico, che aveva preferito avvalersi di percorsi teorici e delle indicazioni aristoteliche (il "mondo di carta" di cui parlerà Galileo, che portava alla convinzione che "il mondo sta come scrisse Aristotile e non come vuole la natura", dal Dialogo).

Da Galileo in poi la conoscenza scientifica invece non solo viene fondata sulla certezza del rigore matematico e sottoposta a costante verifica sperimentale, ma assume anche una funzione sociale, esce dagli ambienti chiusi riservati solo agli intellettuali e agli studiosi. Coltivare la scienza significherà d'ora in poi offrire anche un aiuto nella soluzione di problemi tecnici, dalla costruzione di edifici alla regolazione delle acque, dall'artiglieria alla navigazione. A questa funzione concorrerà l'uso del volgare come lingua della scienza, destinato pian piano a sostituire il latino, il cui esempio più eccellente è rappresentato proprio dal Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (1632) di Galileo Galilei.

Ci fu in Galileo un richiamo alla concezione matematica di Platone? Si può trovare nella sua impostazione di lavoro un riferimento alla metodologia del vecchio Aristotele, nonostante le dure critiche mosse agli aristotelici e alla loro arroganza? Galileo fu "un uomo della Chiesa", come alcuni hanno voluto definirlo, o operò in clima di eresia al pari di Giordano Bruno? E quali sono state le conseguenze del pensiero galileiano nella cultura occidentale e nel pensiero cristiano? Si può oggi considerare sanata la frattura tra scienza e fede presente nella società del Seicento? A questi interrogativi abbiamo cercato di dare risposta appellandoci a studiosi, fisici, intellettuali, filosofi, affidando a ciascuno di essi un tema, un settore di indagine e di riflessione, un messaggio di conoscenza.

Svariati restano gli aspetti, qui soltanto accennati, che si possono ancora esplorare, anche utilizzando le risorse on line (archivi virtuali, musei, biblioteche digitali, ecc.), e che porteranno senz’altro nuova luce nella conoscenza dell’opera di Galileo.

Sul piano della metodologia didattica, ciò che qui abbiamo voluto suggerire è il tentativo di andare “oltre” il libro di testo in uso nei licei, incoraggiando negli studenti la curiosità della ricerca e il piacere della scoperta e della costruzione del sapere anche attraverso l’uso delle TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione).