Ritratto di Galileo Galilei di Justus Sustermans (1636)

Analisi dell'opera

L’immagine sopra indicata rappresenta un ritratto di Galileo Galilei. E’ dominata da colori prevalentemente scuri e rappresenta unicamente il volto dello scienziato. E’ rappresentata perfettamente la sua barba, i suoi capelli e, a destra, si intravede un orecchio, non illuminato al contrario di tutto il resto del viso.

Da questo ritratto emerge la serenità di Galilei e allo stesso tempo la sua preoccupazione. La luce che illumina il volto e il viso rilassato ne danno da un alto un ritratto apparentemente semplice e innocuo. Dall’altro lato, invece, le sue sopracciglia leggermente curve, i suoi occhi e la lieve inclinazione del viso ne trasmettono un’espressione ansiosa. A mio parere, il focus dell’immagine è incentrato maggiormente sugli occhi. Il fatto che egli guardi leggermente verso l’alto, come per chiedere il permesso a qualcuno prima di poter parlare, fa riflettere su quanto egli sia disturbato da un potere che si pone come superiore a lui, in questo caso rappresentato dalla Chiesa.

Questo ritratto mi è piaciuto molto. Credo che l’artista, Justus Sustermans, abbia disegnato perfettamente l’immagine di Galilei, rappresentandolo nel suo duplice stato d’animo. Dobbiamo ammettere infatti che la personalità di Galilei è doppia: egli è da un lato intimorito dalla Chiesa e, dall’altro, è volitivo e tenace. Egli ha sempre perseguito con determinazione il suo obiettivo e ha messo le sue scoperte al primo posto nella sua vita. Peraltro egli amava sin da bambino la scienza ed in particolar modo la matematica.

Nel ritratto mi ha colpito molto la grande abilità dell’artista nel rappresentare, in modo diretto ed efficace, un personaggio così controverso e problematico.

Di Prima Cristina

FONTE:

http://www.artsblog.it/galleria/palazzo-blu-pisa-il-cannocchiale-e-il-pennello/3