Milton e Galileo nella tradizione artistica

Breve introduzione sulla storia che ha ispirato il quadro di Annibale Gatti

L’incontro tra John Milton e Galileo Galilei ha da sempre affascinato l’immaginario collettivo, ed è sorprendente come da un singolo episodio, ovvero la visita del poeta inglese allo scienziato toscano, apparentemente fine a se stessa, sia nata una tradizione iconografica e letteraria senza precedenti, di una portata così ampia da scovarvi, a buon diritto, un significato latente. Probabilmente il binomio Milton-Galileo va al di là della profonda stima per le scoperte scientifiche galileiane da parte del poeta inglese, così come va al di là di qualsiasi altro tipo di suggestione parascientifica. Senza dubbio la grandezza dei due personaggi fa sì che esso rappresenti un unicum dell’età moderna, in qualità di punto di contatto tra due personalità che appartengono ad ambiti culturali diversi, uno scientifico l’altro letterario, sebbene Galileo sia da considerarsi un artista a tuttotondo, un personaggio indiscutibilmente eclettico, tanto eclettico da essere definito da Milton stesso “the Touscan Artist”, con l’accezione che “artista” soleva significare nel Seicento, ovvero quello di un “tecnico”, l’artifex dei latini, con la predisposizione e la capacità di sapersi magistralmente destreggiare in più e più campi di interesse.

Un binomio, dunque, che coinvolge la sfera dell’arte e quella della scienza, apparentemente in relazione dicotomica, ma che in realtà si fondono in un perfetto connubio, entrambe possono convivere e contribuire al miglioramento civile e culturale dell’uomo. Che l’incontro tra Milton e Galileo non fosse fortuito lo dimostra il fatto che l'attività letteraria di Milton si svolse dopo il fecondo periodo elisabettiano, durante il quale l'Italia aveva esercitato sul pensiero inglese il suo più notevole e importante influsso, e che il profondo interesse per la cultura letteraria, classica e umanistica aveva fatto sì che Milton possedesse solide basi culturali italiane tanto da apprezzarne sia le arti e le scienze. L’incontro deve dunque inserirsi all’interno di questo quadro: bisogna supporre che il desiderio di vedere di persona il grande scienziato fosse nel giovane Milton così forte da superare qualsiasi sorta di ostacolo. Ricordiamo infatti che durante il gran tour del poeta in Italia egli acquistò ben presto la fama di fervente protestante, e dunque, considerate le rigide restrizioni ecclesiastiche in materia, con estrema difficoltà Milton poteva essere introdotto presso Galileo, sorvegliato costantemente dall’autorità ecclesiastica. Perciò la natura dell’incontro si colora ancor più del carattere di unicum di eccezionalità e straordinarietà, che la critica ha spesso sottolineato, proprio per le condizioni particolari in cui avvenne. Così, nonostante i grandi rigori dai quali era circondato Galileo per ordine dell' Inquisizione e nonostante che Milton fosse uno straniero, e, per di più, un protestante, l’incontro avvenne nell’autunno del 1638 o nella primavera del 1639.

Nella tradizione iconografica e artistica che ha onorato per ben quattro secoli la figura di Galileo vi sono numerose occasioni artistiche che in forme diverse hanno costruito una sorta di ponte tra scienza e arte, e quindi, in questo caso particolare, il rapporto tra lo scienziato toscano e il poeta inglese, riprodotto non solo in molte opere pittoriche ma anche in produzioni scultoree.

Incontro del poeta John Milton con Galileo di Annibale Gatti

Analisi dell'opera

Il dipinto è probabilmente il più noto a livello popolare della seconda metà del secolo XIX. Mostra la contrapposizione tra la giovinezza del poeta e la vecchiaia dello scienziato, e testimonia l’impegno di Galileo nella comunicazione delle sue scoperte, qui rivolto a un giovane studioso che non presenta alcun segno distintivo della sua competenza letteraria. Esclude ogni contrapposizione tra letteratura e scienza, anzi tra i due personaggi si è instaurato un intenso colloquio, dimostrato dalla gestualità di entrambi, dove il giovane poeta è attento agli argomenti dello scienziato, il quale con la posizione del corpo in avanti evidenzia la passione nell’esporre le proprie teorie. A cornice di ciò si nota sul tavolo un planetario e degli scritti. I vestiti, pesanti, dello scienziato sono contrapposti a quelli leggeri di Milton in cui si notano bene le gambe, ad evidenziarne la giovinezza.

Il dipinto è luminoso in quanto la luce proviene dalla finestra aperta che illumina l’intero ambiente. I colori sono accesi e brillanti e la figura che salta subito all’occhio è quella del poeta Milton poiché indossa un vestito rosso con tanto di cappello. Anche nella camera dello scienziato sono presenti elementi che spiccano, come il baldacchino che dà sul viola, la tovaglia del tavolo verde e la stoffa riposta sulla sedia che è di un blu acceso come anche lo stemma dipinto sul soffitto. Il pittore ha voluto evidenziare che il luogo dell’incontro è la Villa il Gioiello di Arcetri, data la presenza di elementi caratterizzanti la vita dello scienziato quali il telescopio posto sul tavolino a sinistra, il busto raffigurante probabilmente lo stesso Galilei posto sopra il telescopio quasi a voler significare il dominio dello scienziato sul telescopio, il termometro sul muro , i tanti libri sparsi un po' ovunque o ancora le cartine geografiche ben in vista sul muro di fronte a chi guarda il dipinto e infine il mappamondo posto tra una cartina e l’altra. Questi sono tutti elementi fondamentali per far comprendere che non siamo in un ambiente comune, ma ci troviamo nella camera di uno degli scienziati più illustri del XVII secolo.

Russo Grazia

FONTI: Milton e Galileo http://ofmanfirstdisobedience.files.wordpress.com/2011/04/milton-e-galileo-nella-tradizione-artistica-e-letteraria.pdf