g) - Atti Notarili del 1600

I dati anagrafici reperiti nelle chiese sono spesso piuttosto lacunosi, sia per la paleografia difficilmente decifrabile (per lo più in latino.... a volte maccheronico), che per le cattive condizioni dei libri ecclesiastici, come quelli conservati nella Collegiata di San Paolo di Force, le cui pagine sono corrose dall’umidità o finite nella pancia dei topi.

Spesso anche i parroci erano abbastanza distratti nel registrare gli eventi : a volte veniva omesso del tutto il nome (“morse il figliolo di Ascenzio o di Mandolino, o di Laurenzio...”). E’ anche probabile che qualche battesimo o decesso venisse registrato presso altra chiesa, della quale non si hanno però i documenti, o presso altre località dove i Minissi si sarebbero trasferiti. I nominativi privi di qualsiasi dato anagrafico certo, sono stati desunti dai rogiti notarili. Il mancato reperimento della data di morte di alcune donne è dovuto, oltre ai motivi suddetti, anche al fatto che una volta sposate perdevano il cognome originario; quelle che non trovavano marito spesso finivano in convento. In merito alla data di nascita, questa, in genere, coincideva con quella di battesimo, che spesso avveniva “domi”: in casa.

Per quanto riguarda i battesimi, infine, c’è anche da notare che fino a tutto il 1700 nessun parente figura come padrino o madrina del neonato; tale prescrizione risaliva al Concilio di Trento e fu modificata solo nel corso di un sinodo dell’800.

Ma proseguiamo vedendo ora qualche ulteriore episodio dell’attività immobiliare dei nostri antenati; sono tre rogiti del notaio Onorio Venturati:

Il primo è del 20 ott. 1612 (Vol.194-bis C.26): “Sigismundo Malatesta di Force dedit et vendidit a Laurenzio di Paolo Minissi un pezzo di terra di canne 27 al prezzo concordato di Fior. 5, subito pagati”.

- Vol 77, C. 2 del 17 ago. 1615: “ Sulpizio di Paolo Minissi di Force vende a Simone Baldassarri Lepori suo cognato carnale (marito di Urania) un pezzo di terra lavorativa e arborativa in contrada Molendini (mulino) di una ara, al prezzo di 27 fiorini”.

- Vol. 77, C. 31 in data 23 nov. 1616: “Felice Minissi vende a Giovanni Francesco Antonello un pezzo di terra arborativa situato nella zona della fonte Giardina, al prezzo di 33 fiorini”.

Vediamo adesso diversi atti successivi, tutti rogati dal notaio Sacripante Ciavattoni:

- Vol. 91, C.67/v-68 del 5 feb. 1628: “Antonius Armeandinus vende a Donna Olimpia (Peroni) moglie di Sulpicio Minissi (q. Pauli) un pezzo di terra vineata e laborativa in contrada Pallone confinante già con le loro terre, di 4 starie, ricevendo Fiorini 16, di cui 6 alla stipula del patto e dieci, in paoli e testoni d’argento, in seguito”.

- Vol. 88, C.179-180 del 14 gen. 1641: “Secondo rito di S. Romana Chiesa fu consumato matrimonio tra Ruffino Cicchonum et Donna Maria filia Laurentis Minissi che le promise terra con dote per Fior. 200. Laurenzio non volendo osservare questa promessa delibera di dare al genero (ad bonum compositionem dictae dotis) un pezzo di terra in località San Martino, di 4 starie”.

Ma poi Lorenzo ci ripensa e lo stesso giorno (Vol. 88, C.181), troviamo: “ Io sottoscritto Ciccone Ruffino confesso aver ricevuto dal suocero Laurenzio Minissi Fiorini 96 in moneta corrente ad compositionem et in supplementum dotis”.

- Vol. 78, C. 141/v del 7 feb. 1611: “Felice Minissi di Castel San Pietro, incola terrae Furcis vende a Johanni Francisco Antonello per sua comodità un pezzo di terra con alberi di olive in contrada Eremitani, confinante coi suoi beni, per Fior. 14 e mezzo in moneta corrente in paoli e zecchini”.

- Vol. 79, C. 85 del 3 dic. 1613: “Felice Minisso, Laurentio et Sulpicio nipotis eius (figli di Paolo) abitanti in terrae Furcis, insieme dettero e vendettero a Domenico Graziano di S. Pietro due terze parti di terra lavorative posite in Villa Appoiani in contrada Costarum e altri due pezzi di terra ipsam venditoris tangentis (confinante) al prezzo di Fior. 20 che il venditore riceve”.

- Vol. 284, C. 137 del 12 ott.1632: “ Petrus minore di 18 anni ma maggiore di 14, Angelo minore di 15 ma maggiore di 12 e Zita Lucentia minore di 20 e maggiore di 18, figli eredi del quondam Lutij di Felice Minisso, con presenza, consenso e verbo di Mandolino Minisso loro patruo (zio paterno) e loro curatore e tutore pro tempore, confermano un censo annuo e perpetuo di fiorini 8 lasciato dal q. Felice (nonno) a favore di Bernardino Ferro di Montemonaco; inoltre accendono un altro censo di Fior. 100, come risulta dagli atti, diviso in tre rate per i tre figli, e una casa..etc... (Evidentemente il padre Luzio che era morto ancor giovane, non aveva lasciato testamento; non vengono citati gli altri figli Innocenzia e Angelo, premorti, né i figli Gregorio e Ascenzio maggiorenni).

- Vol. 284, C. 124 dell’11 sett. 1632: “Mandolino di Felice Minisso dedit a Domina Pompea, figlia di Stefano Fabiani Cicconi un pezzo di terra in territorio di Force, contrada Leporum, confinante coi beni di Lorenzo Minissi per il prezzo di Fiorini 20 e Bajocchi 30”.

Donna Pompea acquista poi anche il suddetto terreno confinante di Lorenzo.

- Vol. 56, C. 18 del 22 nov. 1634: “Laurenzio Minissi de Force dedit e vendidit a Donna Pompea di Stefano Fabiani Cicconi un pezzo di terra arborativa sita in Force in contrada Leporum per Fior. 10, di cui 7 in promptum (contanti) in testoni e pauli, prima della stipulazione dell’istrumentum”.

- Vol. 284, C. 240 del 28 nov. 1633 : “Honesta mulier Decimia filia Domini Valentis de Valentibus et ad praesens uxor Ascentij quondam Lutij Minissi de Force, col benestare del padre e del fratello coatta est a vendere un pezzo di terra in contrada Fontis per pagare debiti contratti causa necessitate victus pro se et familia, per Fior. 42 et bajoccos viginti in pronta et numerata pecunia” quindi lo stesso giorno (C.241) “Ascenzio Minissi praedictus, volens recognoscere bona fides eius uxoris quae ad ipsius voluntate et contemplatione vendidit il soprascritto pezzo di terra in Force; confessò poi pub- blicamente (palam) di avere ricevuti i 42 fiorini e 20 bajocchi, e ipoteca a favore della moglie un pezzo di terra sita in contrada S. Martino, confinante con i beni di Gregorio Minissi (fratello germano) e una casa in contrada S. Maria, confinante da un lato con i beni di Mandolino Minissi”.

- Vol. 52, C.28 del 3 ott. 1637: “Honesta mulier Domina Maria filia q. Salvatori Annibalis et ad praesens uxor Mandolini Minissis, con presenza, consenso e verbo del detto marito espose che detto marito fu coinvolto in vari e diversi debiti contratti per necessità di vitto e per i quali rischia il carcere (pro quibus carcerari potuit) e per assolvere detto debito di Fiorini 4 chiede licenza di accendere un censo di cinque paoli annui per ogni fiorino su di un pezzo di terra che ella possiede e che confina con quella del marito”.

- Vol. 58, C. 24 del 14 ott.1641: “ Honesta mulier Olimpia filia q. Bartolomeo Peroni et ad praesens uxor Sulpicij Minissi de Force, con presenza consenso e verbo et bona voluntate dicti Sulpicij viri, nec non Laurenzio Minissi cognato, espose che per rimborsare un debito fatto dal marito per necessità di vitto per sé e famiglia et domus, impone un censo di Fior. 2 su di una sua possessione in contrada Eremitanorum, confinante coi beni di Laurenzio”.

- Vol. 58, C. 26/v del 14 0tt. 1641: “Sulpizio Minissi vir di Domina Olimpia, confessa di aver ricevuto fiorini 50 prestati in suo uso dalla moglie dalla sua dote. Pro cautela et securitate di Donna Olimpia, eius uxoris, accetta di ipotecare i suoi beni ovunque esistenti”.

Come si rileva dai tre precedenti atti, le cose stavano andando piuttosto male per Ascenzio, Mandolino e Sulpicio, a causa del periodo di carestia, tanto che le loro mogli sono costrette ad accendere dei censi passivi sui loro beni per pagare i debiti. Ma poi la situazione migliora , e dai due atti che seguono si osserva che Mandolino, evidentemente ripresosi dalle precedenti ristrettezze economiche, non si lascia sfuggire l’affare....

- Vol. 22, C. 78-183 del 24 sett. 1646: “Donna Padua figlia di Giovanni Maria Ciavattoni pro eorum necessitatem victu, stantibus temporis sterilis, non habeant modum aliquem satisfaciendi eorum creditoribus et censuaris; ad effectum evitandi expenses intendono vendere a Mandolino Minissi di terra Forci un pezzo di terra arborativa e lavorativa al prezzo di 21 fiorini e bajocchi 15”.

- Vol. 58, C. 150 del 2 sett. 1644: “Honesta mulier Donna Decimia filia q. Valentis de Valentibus et ad praesens uxor Ascentij q. Lutij Minissi de Force, con presenza, consenso e verbo del detto marito, nonché del fratello della moglie di Ascenzio, espose che a causa di necessità del vitto e per saldare i debiti fatti, fu costretta (coacta) a vendere una domuncola sita nel quartiere di S. Maria a Mandolino Minissi, confinante con la casa dello stesso Mandolino. Inoltre la prefata Donna Decimia, con presenza, consenso e verbo del marito, e il marito Ascenzio vendono a Mandolino Minissi, presente e stipulante, e accettante, una stanza con diritto di pertinenza di entrata e uscita (introitus et exitus) dalla domuncola”.

Seguono ora quattro singolari atti, rogati dal notaio Carlo Ciavattoni Junior (figlio dell’altro notaio Sacripante). Consistono in “compositio litis” tra varie persone; un intero volume (n. 277) è dedicato a questa tipologia di atti, all’epoca diffusi, che denotano una certa litigiosità.

- C.2 dell’8 luglio 1632: “Ascenzio Minissi di Force e Donna Alessandra uxor relicta q. Jacobi da una parte, sia a nome suo che a nome di Zita Lucenzia figlia del q. Luzio Minissi ratificano e fanno remissione (pacem inter ipsos) tra le due famiglie”.

- C.11 del 2 sett. 1634: “Giovanni Maria figlio del fu G.B. Quinzani di Force da una parte e Paolo e Ascenzio Minissi dall’altra, volendo vivere pacificamente come buoni cristiani per offensionibus, contumelis, iniuris ac contentionibus inter ipsos tam verbis quam factis, fanno pace da osservare per sempre”.

- C.67 del 4 apr. 1646: “Simone Lepori di Force (marito di Urania) e Bernardino figlio di Mandolino Minisso de dicta terra a nome di Mandolino suo padre e Paolo fratello germano, fanno una pace che ratificheranno nel giro di 15 giorni dichiarando di voler vivere pacifici come buoni cristiani”.

- ed infine, C.77/v del 20 mar. 1647: ”Antonio di Simone Lepori et Laurentius Minissi promisero di curare e non offendere né facciano offendere Paulo del q. Francesco Paolini fino al terzo grado, sotto pena di 200 scudi da darsi alla Camera Apostolica”.

Lo stesso Ciavattoni Carlo Junior, oltre che sotterrare asce di guerra, rogava anche normali atti, tra cui:

- Vol. 279, C.189 in data 14 dic 1635: “Ascenzio Minissi ipotecavit 260 fiorini su una possessione arborativa in contrada Tassonarum, confinante a pede cum bona di Laurenzio Minissi”.

-Vol. 279, C. 35 dell’8 ott. 1627: “Luzio Minissi trovato debitore di Florido Ruffi di cinquanta fiorini, lo stesso Luzio per poter soddisfare il creditore cede l’infrascritto credito di 40 fiorini dovutogli da Cesare Mercuri (come da rogito di Sacripante Ciavattoni) e gli abbona i 10 residui”.

- Vol. 279, C.186 del 14 dic. 1635: “Mandolino Minissi di Force davanti a me costituito confessò di avere ricevuto da Salvatore Annibali suo cognato come dote di Maria di lui sorella e sua moglie, un terreno arborativo sito in Force in contrada Tassenare”.

- Vol. 279, C.187 stesso giorno: “Donna Decimia figlia di Valentis de Valentibus e moglie di Ascenzio Minissi con presenza, consenso e verbo del padre de Valentibus davanti a me notaro costituta e Ascenzio Minissi eius vir e Gregorio Minisso dicti Ascentij germanus costituti, vendiderunt a Rev. Dioniso Teofilo di Force assente e per lui l’Ill.mo G. Turco suo cognato e procuratore, una loro possessione con colombario, lavorativa e prativa e vineata in località Fonte, vicina al fosso Pallone, e un’altro pezzo di terra in contrada Santa Maria per fiorini 150”.