Gli Aztechi lo chiamarono xitomatl, mentre il termine tomatl indicava vari frutti simili fra loro, in genere sugosi.
In Italia il nome pomodoro lo troviamo per la prima volta nel famoso “Herbarius” di Pietro Mattioli. L'etimologia del nome riconduce al latino pomum aureus (mela o pomo d'oro).
LA PROVENIENZA
Il pomodoro è una bacca nativa della zona dell'America centrale, del Sudamerica e della parte meridionale dell'America Settentrionale, zona compresa oggi tra i paesi del Messico.
Il frutto della pianta di pomodoro in Perù veniva mangiato, mentre in Europa all'inizio della sua introduzione aveva valore ornamentale viste le bacche color oro.
IN EUROPA
La data del suo arrivo in Europa è il 1540, quando il condottiero spagnolo Hernán Cortés rientrò in patria e ne portò alcuni esemplari; la sua coltivazione e diffusione attese fino alla seconda metà del XVII secolo.
Inizialmente si pensò che fosse una pianta velenosa in quanto somigliava all'erba morella.
Difatti, di fronte al dubbio, venne adottata assieme alla patata come pianta decorativa.
Gradualmente si comprese che poteva avere un utilizzo farmacologico e gastronomico.
La coltivazione del pomodoro si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo, trovando il clima adatto per il suo sviluppo, soprattutto in Italia.
UTILIZZO
La salsa di pomodoro era parte integrante della cucina azteca; il pomodoro ha proprietà afrodisiache.
In Europa fu identificato come un alimento fresco o spremuto e bollito per farne un sugo.
Antonio Latini, descrive la ricetta della “salsa di pomodoro alla spagnuola” diffusa nella cucina napoletana.
Soltanto alla fine del Settecento la coltivazione a scopo alimentare del pomodoro conobbe un forte impulso in Europa.
Tuttora la coltivazione del pomodoro è una delle principali industrie e si conservano varietà importanti come il pomodoro di Sorrento, originale ingrediente della caprese, il pomodoro corbarino e il pomodorino giallo del Vesuvio, che ancora conserva il colorito originario