LA DIVINITÀ

Nell'induismo Dio è denominato in molti modi tra cui Bhagavan (possessore di benedette qualità e potere), Dhatr (Colui che sostiene l'intera manifestazione), Ishvara (il Signore, il Potente), Paramatman (il Sé supremo), Parameshvara (il Signore supremo), Vidhatr (il Creatore) e ancora molti altri. Dio, in verità, non ha né nome né forma, tuttavia tutti i nomi e tutte le forme appartengono a Lui.

Nell'induismo il concetto di Dio subisce numerose evoluzioni nel corso del tempo, che iniziano con il Veda e giungono a una maggiore "codificazione" in testi seriori come i Purana, gli Agama e i Tantra.

La visione di Dio presso la religione induista è estremamente articolata; questo rende l'Induismo difficilmente classificabile; infatti, sebbene da molti venga considerato politeista, vi si ritrovano tratti di diverse tipologie di religiosità.

Questa tendenza a racchiudere in simbologie aspetti tra loro opposti e spiega l'apparente contraddizione tra le varie forme divine venerate nell'Induismo. Ciò si riflette nel sistema delle murti (raffigurazioni di Dio o dei suoi aspetti). Solitamente, con Dio in un contesto induista ci si riferisce al Dio-persona (generalmente chiamato Īśvara, che significa "il Signore"), il Dio con una propria individualità, con degli attributi, con nomi e forme, il Dio dotato di tutti i poteri, il Dio che si incarna ed impartisce gli insegnamenti necessari per ottenere la realizzazione spirituale.

Nessuno di questi culti nega l'esistenza o la validità delle altre forme/nomi divini; ciò che varia in ognuno di essi è soltanto l'aspetto peculiare (di Dio) su cui ci si vuole focalizzare.