LE CRONACHE DI NARNIA


TITOLO:

Le cronache di Narnia-Il leone, la strega e l’armadio

AUTORE:

Clive Staples Lewis

CASA EDITRICE:

Mondadori

ANNO DI PUBBLICAZIONE:

1950

NUMERO DI PAGINE:

132


Clive Staples Lewis nasce il 29 novembre del 1989 da Albert Lewis e Flora Hamilton, anche se quest’ultima morirà quando lui avrà dieci anni.

Nel giugno del 1917 combatte nella Prima Guerra Mondiale e, dopo un periodo di addestramento in Inghilterra, viene imbarcato in Francia. Lì, viene gravemente ferito e quindi è fatto ritornare in patria. Ad Oxford, cittadina in cui si è trasferito dopo essere guarito dai danni procuratosi in guerra, si laurea quando ha venticinque anni in Lingua e Letteratura Inglese. Sempre nella stessa città diventa un grande amico di J.R.R. Tolkien, il celebre scrittore della saga fantasy Il signore degli anelli.

Dopo aver insegnato ad Oxford, Lewis va ad insegnare all’Università di Cambridge come professore di Inglese medievale e rinascimentale.

E’ un autore molto prolifico, fra i sui libri più famosi ci sono:

  • Le lettere di Berlicche, in cui l’autore racconta di un diavolo che arriva sulla terra e cerca di indurre in tentazione degli uomini

  • Sorpreso dalla gioia, autobiografico

  • L’abolizione dell’uomo

  • Quell’orribile forza. Una favola moderna per adulti

  • Diario di un dolore

  • Perelandra, una serie di romanzi fantascientifici

  • Le due vie del pellegrino

  • Il cristianesimo così com’è

  • Riflessioni cristiane

  • La saga letteraria de Le cronache di Narnia, che comprende i seguenti libri:

  • Il leone, la strega e l’armadio

  • Il principe Caspian

  • Il viaggio del veliero

  • La sedia d’argento

  • Il cavallo e il ragazzo

  • Il nipote del mago

  • L’ultima battaglia

Il 23 aprile del 1956 sposa Helen Joy Gresham Davidman, questa purtroppo è affetta da un cancro osseo e morirà tre anni dopo il matrimonio.

Dopo essersi dimesso dall’insegnamento e con problemi cardiaci, C. S. Lewis muore a 64 anni il 22 novembre del 1963 a Oxford.


Questo è il primo libro che leggo di Lewis, oltre a quelli elencati precedentemente conosco: L’allegoria dell’amore, L’immagine scartata, A viso scoperto, Boxen e Lettere a Malcolm. In queste opere l’autore tratta temi importanti, quindi penso che le uniche che leggerò a breve saranno quelle de Le cronache di Narnia, anche se credo vadano lette anche da adulti per capire meglio la doppia interpretazione che fa Lewis.

Il leone, la strega e l’armadio appartiene al genere fantasy che solitamente non mi attira, ma quando si è davanti a un capolavoro bisogna riconoscerlo!

Questo romanzo narra la storia di quattro fratelli, Peter, Susan, Edmund e Lucy Pevensie che vivono a Londra, ma durante la Seconda Guerra Mondiale vengono mandati nella casa di un professore, per sfuggire ai bombardamenti aerei. La villa è enorme e ha moltissime stanze, ma solo una contiene un armadio che si apre su un altro mondo…! Il giorno dopo l’arrivo nella grande casa, i ragazzini decidono, dato che piove, di esplorarne le innumerevoli stanze. Ne visitano di tutti i tipi: stanze per gli ospiti, per la musica, librerie… però quando entrano in una stanza vuota, con solo un grande armadio in fondo, Lucy, la più piccola dei quattro fratelli, ne rimane affascinata e, mentre gli altri escono, lei decide di vedere cosa c’è al suo interno. Dopo aver superato varie file di pellicce, sente qualcosa sotto le scarpe scricchiolare, qualcosa di freddo, e poi contro il viso qualcosa di duro, quasi ruvido: la neve e i rami degli alberi di un bosco. Poi, in lontananza, scorge un lampione e, quando si avvicina, conosce e fa amicizia con un fauno che ci passava vicino. Insieme a lui prende il tè e scopre di essere arrivata nel regno di Narnia, dominato dalla Strega Bianca, che fa sì che ci sia sempre l’inverno e mai Natale! Successivamente, il signor Tumnus (così si chiama il fauno) le dice che lui è al servizio della strega e che dovrebbe portarla al suo cospetto. Alla fine il fauno rischia la vita per Lucy e la riporta nel guardaroba. Lucy pensa che siano passate ore, ma nel “nostro mondo” sono passati pochi secondi, perciò i fratelli non le crederanno quando racconterà loro la sua avventura. Un altro giorno, quando i quattro ragazzi decidono di giocare a nascondino, a Lucy capita di nuovo di entrare nell’armadio, ma questa volta non è sola: Edmund l’ha seguita. Siccome è lontano, non riesce a seguirla, ma arriva, su una slitta, la Strega Bianca che si presenta come una buona signora e, nel frattempo, chiede al ragazzo di tornare con gli altri suoi fratelli: non vuole che si avveri un’antica profezia secondo la quale sui quattro troni di Cair Paravel siederanno due figlie di Eva e due figli di Adamo (a Narnia così si chiamano le ragazze e i ragazzi).

Alla fine tutti i fratelli vanno a Narnia e conoscono una coppia di castori che, sfidando in velocità la Strega Bianca per non farsi raggiungere e rapire, li conducono da Aslan, il Grande Leone, il vero re di Narnia. Lucy, Susan e Peter chiedono a lui di salvare Edmund che non li ha seguiti, ma è andato dalla strega. Dopo un colloquio tra Aslan e la strega, Edmund è salvo ma… il leone deve dare in cambio la sua vita. Il giorno della sua immolazione Susan e Lucy lo seguono e assistono alla terribile scena. Quando il popolo della finta regina se ne è andato, le due sorelle, camminando attorno alla Tavola di Pietra (luogo predisposto per i sacrifici) per scaldarsi, vedono Aslan sconfiggere la morte e risuscitare! I tre giocano insieme e poi vanno nel palazzo della Strega Bianca che non c’è perchè è in guerra con Peter ed Edmund. Aslan riesce a scongelare tutte le statue degli esseri buoni di Narnia che la malvagia aveva bloccato nel ghiaccio. In questo modo Aslan e le ragazze si procurano un altro esercito e sconfiggono la Strega Bianca.

Nel palazzo di Cair Paravel, vengono incoronati da Aslan quattro ragazzi, quattro fratelli: re Peter, il re supremo, il maggiore e quindi il prescelto che viene chiamato “Peter il Magnifico”, la regina Susan, “Susan la Gentile”, re Edmund, chiamato “Edmund il Giusto” e la regina Lucy, chiamata “Lucy la Gaia”. Loro regnarono per tanto tempo e pacificamente, in quella che fu chiamata “L’età dell’oro di Narnia” e, quando ormai sono diventati uomini e donne, si imbattono in qualcosa che poi, si ricorderanno, si chiama lampione e in qualcosa di morbido che prende il nome di pellicce e… ad un tratto si ritrovano nella stanza che avevano lasciato anni e anni prima, o meglio pochi minuti dopo!


I fatti sono narrati perlopiù in ordine cronologico, anche se l’autore inserisce pochissime anticipazioni, come: “In futuro Edmund avrebbe detto che…”. La vicenda è molto interessante, non trovo ci siano momenti più o meno avvincenti degli altri, ma penso che la parte più bella sia quando i quattro ragazzi maturano e sono degni di diventare sovrani di Narnia. Gli avvenimenti che si narrano non ricordano qualche mia esperienza, anche se sarebbe bello entrare, attraverso un armadio, in un altro mondo!

Il narratore è onnisciente, racconta la vicenda in terza persona e a volte si riferisce direttamente al/alla lettore/lettrice. Ammiro la scelta dell’autore perchè chi legge assiste ad un racconto, ma allo stesso tempo si sente coinvolto. Lo scrittore inserisce nel libro varie descrizioni, questa è una delle tante: “Nel centro della diga, quasi in cima, sorgeva una casetta che a dir la verità aveva più la forma di un alveare che di una casa vera e propria. Un alveare enorme, beninteso, con un buco sul tetto dal quale usciva un bel pennacchio di fumo che solo a vederlo (specialmente a chi ha fame) faceva venire in mente una pentola che bollisse, così da mettere ancora più fame ancora. (…) Entrarono e Lucy sentì uno strano rumore meccanico, come di una ruota che girasse in fretta: poi vide una femmina di castoro piuttosto anziana che si dava un gran daffare con la manovella di una macchina per cucire. La signora Castoro aveva gli occhiali sul naso, teneva un lungo filo da imbastire tra le labbra e lavorava di buona lena.” Le descrizioni, come tutto il resto del libro, mi sono piaciute e non ho incontrato nessuna difficoltà nel leggerle.

Lewis è riuscito a far appassionare chiunque legga quest’opera e il lettore si lega principalmente ai quattro fratelli Pevensie, i futuri sovrani di Narnia. Questi sono i personaggi che preferisco (la mia immaginazione è stata influenzata dai film che ho visto, ma i registi seguono fedelmente le descrizioni del romanzo):


PETER PEVENSIE: è il primo ad avere un colloquio con Aslan che gli parla del palazzo di Cair Paravel, del fatto che lì ci sono quattro troni pronti ad accogliere due figli di Adamo e due figlie di Eva. Lui, gli dice il leone, governerà su tutti in quanto il maggiore, il prescelto, non, ovviamente, da dittatore.

Peter lo immagino con gli occhi azzurri e i capelli biondi, il portamento nobile e coraggioso, che incute tranquillità, mitezza, sicurezza e coraggio. Il Babbo Natale di Narnia gli dona una spada che successivamente gli darà il modo di uccidere un lupo seguace della Strega Bianca, diventando così il cavaliere Peter, Flagello dei Lupi.


SUSAN PEVENSIE: è la sorella che viene, in ordine di età, subito dopo Peter. L’autore la descrive poco, accenna solo che ha i capelli scuri, quasi neri e molto lunghi. Io la immagino con gli occhi chiari, sull’azzurro, e un viso bello, con le labbra leggermente carnose. Inizialmente non crede a ciò che dice Lucy, anche perchè va nell’armadio e trova semplicemente il fondo, ma poi, quando la bimba, ostinata, si trascina dietro tutti e tre i fratelli a Narnia si scusa immediatamente per non averle creduto. Da Babbo Natale riceve un arco con una faretra piena di frecce e un corno magico che ha il potere, appena ci si soffia dentro, di far sì che qualcuno venga in aiuto quando si è in pericolo.


EDMUND PEVENSIE: è un anno più grande di Lucy, è il fratello maschio più piccolo. Io lo immagino con i capelli scuri, quasi neri e gli occhi simili alla capigliatura, lo sguardo un po’ scontroso, perchè all’inizio appoggia la Strega Bianca, e il carattere inizialmente pungente. All’inizio è quindi un po’ antipatico, ma alla fine è stimabile come gli altri proprio per il fatto che riesce a maturare e a capire i suoi errori.



LUCY PEVENSIE: la immagino con i capelli castani e gli occhi marroni, con un nasino piccolo ma grazioso. Lucy è la prima che scopre il mondo di Narnia, la più piccola di tutti i fratelli. Penso che Lewis ha voluto far scoprire a lei il mondo parallelo, abbattendo così lo stereotipo che dice che “i più piccoli non sanno fare niente, fantasticano sempre e quindi non bisogna mai credere loro” Lei, infatti, si trascina dietro tutti gli altri fratelli a Narnia. Dal Babbo Natale narniano riceve un pugnale e una boccetta di diamante con dentro una pozione che guarisce, con una goccia, ogni ferita.


ASLAN: lo immagino come un grande leone, che arriva circa al petto di Susan, con un’enorme criniera folta e morbidissima. Lui è soprannominato anche “Grande Leone” per sottolineare il fatto che a Narnia un essere può essere buono e terribile allo stesso tempo. Ha un animo molto nobile: arriva a sacrificare se stesso per salvare Edmund!

Penso di assomigliare, tra tutti i personaggi, maggiormente a Susan e Peter che, inizialmente non credono a qualcosa di inverosimile, ma poi si scusano immediatamente quando capiscono che quella cosa che sembrava impossibile è vera.

Lewis ha ambientato questa storia nella Seconda Guerra Mondiale, infatti i quattro fratelli vanno nella casa del professore per ripararsi dai bombardamenti aerei tedeschi. Il libro mi ha aiutato a capire che anche da avvenimenti molto spiacevoli come le guerre si può trarre un lato positivo: se non ci fosse stata la Seconda Guerra Mondiale, molto difficilmente l’autore avrebbe trovato l’idea della casa di un professore in cui c’è un armadio magico che si apre su un altro mondo!

I personaggi, quindi, sia all’inizio che alla fine si muovono nella casa del professore e nello svolgimento della storia a Narnia. Non ho immaginato questi luoghi (come i personaggi) con la mia fantasia, ma mi sono fatta influenzare dalla saga cinematografica che segue fedelmente le descrizioni dei personaggi e dei luoghi del libro. Immagino la casa del professore un po’ antica con tantissime stanze; quella in cui è presente l’armadio è vuota, con una finestra sulla parete sinistra e l’armadio grande, in legno massiccio, in fondo alla parete della stanza. Narnia dominata dalla Strega Bianca è tutta bianca di neve, con un’atmosfera triste, non natalizia, e molto fredda. Invece Narnia governata da Peter, Susan, Edmund e Lucy diventa una terra ricca, con le quattro stagioni. Scendendo nel dettaglio: il palazzo di Cair Paravel lo immagino imponente e maestoso con il soffitto d’avorio, la parete ovest tappezzata di piume di pavone e quella est aperta sul mare, mentre il palazzo della finta regina tutto di ghiaccio, poco illuminato e pieno di statue.

In Inghilterra i fratelli Pevensie appartengono al ceto medio, mentre quando diventano re e regine a Narnia sono molto ricchi. Questo fatto serve allo scrittore per far capire che fra Narnia e “questo mondo” c’è una netta differenza, perché quando i ragazzi ritornano nel mondo reale non hanno più scettri e corone.

Le parole che usa l’autore sono per me di facile comprensione, appartengono ad un linguaggio semplice e quotidiano, ma allo stesso tempo colto e raffinato. I periodi sono abbastanza lunghi, con molti dialoghi. La narrazione ha un ritmo veloce e incalzante, cosa che rende il romanzo più avvincente.

Definirei lo stile di Lewis semplice, ma contemporaneamente raffinato, elegante, prolisso e brillante; questo metodo di scrittura mi piace molto, è fra quelli che preferisco di più. Penso che il tema principale che ha ispirato l’autore sia la maturazione, proprio per questo C.S. Lewis diceva che un romanzo merita di essere letto a dieci anni quanto a cinquanta: Le cronache di Narnia hanno un doppio significato, un’allegoria, che si può comprendere andando avanti con gli studi: andando nel mondo parallelo i quattro ragazzi ne sono tornati più maturi, più buoni, più leali.

Da quest’opera penso di avere imparato ad avere fiducia anche in coloro che hanno idee o pensieri apparentemente strani o a maturare anche senza entrare in un mondo parallelo! Quindi, a mio parere, chi legge questo libro diventa una persona migliore.

Il libro mi è piaciuto moltissimo, anche se non sono un’amante dei fantasy, soprattutto perché l’autore riesce a coinvolgere il lettore nei drammi o nelle gioie dei protagonisti, facendolo sentire esattamente come si sentono i personaggi.

Ho letto questo libro in due giorni, mentre avanzavo di riga in riga immaginavo i volti dei personaggi o i luoghi in cui si svolgeva la vicenda. Ho già iniziato a leggere il numero due di questa saga, Il principe Caspian, e, ovviamente, “affronterò” tutti gli altri cinque!!

Vorrei consigliare la lettura di questo romanzo fantasy a tutti coloro che sono appassionati di questo genere, ma anche di film simili!!

Recensione di S.C. della classe 2°D SSPG DI MINERBE