FURTO A SCUOLA

TITOLO: “Furto a scuola”

AUTRICE: Christine Nöstlinger

CASA EDITRICE: Piemme Junior

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1995

NUMERO DI PAGINE: 199 

Christine Nöstlinger è nata a Vienna il 13 ottobre 1936 ed è morta il 28 giugno 2018. Cresciuta in Austria, ha frequentato l’Accademia delle Arti Applicate. Si è sposata, ha avuto due figli, ha lavorato come giornalista e sceneggiatrice radiofonica e televisiva, poi ha cominciato a scrivere per ragazzi. Ha pubblicato un centinaio di libri tradotti in diversi Paesi. Durante la sua carriera di scrittrice, iniziata con la pubblicazione del suo primo libro, nel 1970, ha vinto i premi Hans Christian Andersen nel 1984 e nel 2003 l’Astrid Lindgren Award, considerato il Nobel nella letteratura per ragazzi. L’ambientazione del libro ricorda in tutto e per tutto l’Austria, dove è nata e cresciuta l’autrice.

Questo è il primo libro tramite cui ho potuto tuffarmi tra le onde della fervida immaginazione di questa autrice. Mi piacerebbe molto leggere altri suoi racconti perché ho trovato questa lettura a dir poco accattivante, con intrecci tra i fatti e deduzioni logiche sorprendenti. Qualora volessi leggere altri scritti avvincenti come questo, potrei scegliere tra le sue centinaia di opere, fra cui le più famose sono: il “Bambino sottovuoto”, “Federica rossofuoco”, “Due casi disperati”, “Che m’importa di Re Cetriolo”. Consiglio anche a voi di provare a immergervi nei libri di questa fantastica autrice.

Il libro appartiene alla grande categoria del genere giallo, che non mi attira particolarmente, ma, nonostante ciò, mi è piaciuto moltissimo. Io non conoscevo questa scrittrice, ma secondo me dovrebbe essere tra i principali esponenti di questo genere.

La vicenda racconta di parecchi furti che avvengono all’interno delle mura della classe terza D. Daniel, detto il Pensatore, e i suoi amici Michael, Lilibeth e Ottl, chiamato l’Asso di Picche, raccolgono delle prove, come un fazzoletto su cui sono ricamate delle lettere, attraverso cui riescono a scovare il ladro, un ragazzetto chiamato il Rubinetto per il suo naso gocciolante. Il Rubinetto non rubava gli oggetti con l’intenzione dei comuni ladri, infatti lo faceva esclusivamente per essere membro di una banda che un suo amico voleva fondare. Quindi i furti erano solo delle prove da superare per entrare a far parte del gruppo. Per fortuna tutto si conclude al meglio e ogni cosa torna come prima. La storia è narrata in ordine cronologico, rendendo lo svolgimento dei fatti di facile comprensione per il lettore. Nel complesso il libro è stato molto coinvolgente, per nulla banale, una storia fresca e semplice adatta ai ragazzi alle prime prese con i gialli o a coloro che desiderano letture non troppo complicate. Nel racconto non sono descritti fatti da me vissuti, d’altronde non capita spesso che ci siano furti di orologi d’oro o scatolette ricolme di soldi all’interno di una classe.

Il narratore è l’autrice, che racconta in terza persona, talvolta inserendosi nel testo per avvisare il lettore che ci sono alcuni pezzi tratti dai diari del protagonista, dove, ovviamente, i fatti sono descritti in prima persona. Condivido appieno la scelta della scrittrice, poiché, inserendosi nel racconto, regala al lettore la sensazione di un vero e proprio colloquio con lei, mentre riportare degli stralci di diario è molto utile per capire da vicino lo svolgimento dei fatti.

Il libro è una continua riflessione da parte dei personaggi per cercare di scovare il ladro, ci sono molte descrizioni, siccome il primo capitolo è dedicato solo a quelle. Per farvi capire lo stile delle descrizioni, vi spiego come è stato presentato Ottl, soprannominato l’Asso di Picche. Ha capelli di un intenso color rosso carota, molto ispidi. Grandi orecchie a sventola gli sporgono dal cranio come i manici in una tazza. E’ alto e magro e il suo viso è pieno di lentiggini grandissime, che sembrano le macchie color caffelatte che hanno sul pelo i cani da caccia. Come potete notare, la scrittrice gioca molto su paragoni simpatici che fanno sorridere e al posto di un linguaggio forbito, ne utilizza uno molto fresco, adatto a quei lettori che desiderano leggere per puro svago. Personalmente queste descrizioni mi sono piaciute molto proprio per i motivi che ho precedentemente esposto.

Oltre a Ottl ci sono ovviamente anche altri personaggi, come, per esempio, Michael, un ragazzo tredicenne la cui carnagione è color caffellatte, siccome suo nonno era di colore. Ha il capo pieno di riccioli neri e gli occhi dello stesso colore. Veste sempre elegantissimo. Parla un tedesco limpido ed è molto ammirato dalle ragazze. E’ soprannominato Barone ed è il migliore amico del Pensatore e dell’Asso di Picche. Nel lettore può suscitare antipatia per alcune caratteristiche, come essere l’idolo del popolo femminile oppure essere sempre alla moda. Procedendo nella lettura del romanzo, si può notare come il Barone venga ingiustamente incolpato di essere l’autore dei furti, suscitando così pena per la sua sorte. Un’altra cosa sulla quale mi preme soffermarmi, è proprio la sua discendenza da un nonno nero, infatti questo personaggio abbatte molti stereotipi sulle persone di colore, il che è molto importante nella società di oggi, dove questa forma di giudizio negativo è molto diffusa. Penso di non avere nulla in comune con Michael, né di conoscere qualcuno che gli somigli, siccome è un personaggio molto particolare.

La vicenda narrata si svolge nell’epoca attuale, lo si capisce dal fatto che i personaggi usano il tram per spostarsi. I personaggi si muovono all’interno della loro scuola media e nella classe terza D, nelle loro case e in quelle dei compagni, ma anche nella città. Importanti nel libro sono i luoghi in cui avvengono i furti, per esempio nella casa di una ragazza di nome Susi e a scuola, perché danno indicazioni utili a smascherare il ladro. Siccome l’autrice non li ha descritti nel dettaglio, c’è molto spazio per l’immaginazione. I personaggi principali appartengono in generale al ceto medio, sono istruiti, anche se non tutti molto intelligenti o con particolare voglia di studiare, aspetti che, comunque, non sono fondamentali nella vicenda.

L’autrice utilizza un linguaggio quotidiano e parole di facile comprensione. Ecco un esempio: <<Il Pensatore sentì la rabbia crescere, e trasformarsi in furia. Non era un sentimento familiare per lui, gli accadeva piuttosto raramente, e questo gli rendeva ancora più insopportabile quella sensazione: non meno dolorosa di un forte mal di denti, o di un improvviso attacco di appendicite.>> I periodi non sono molto lunghi e non ci sono molti dialoghi, dato che parte del libro è dedicata ai diari del Pensatore. La vicenda non è particolarmente veloce, siccome ci sono continue riflessioni da parte dei personaggi e strategie per scoprire chi è il ladro. Lo stile dell’autrice mi piace moltissimo, è fluido e divertente, molto semplice, ma non banale. Potrei farvi un esempio su come si potrebbe utilizzare: “Lara era una giovane di vent’anni, che stava studiando in un college americano di scrittura. Voleva diventare abile con le parole e gli intrecci dei fatti, poichè aveva in mente la trama per un libro, ma non sapeva ancora come sarebbe andata a finire la storia. Un giorno si trovava all’uscita di un edificio adibito ai congressi, quando il sole cominciò a tramontare. A lei non piaceva andare per strada col buio, così decise di affrettarsi a raggiungere la scuola. Si trovava in una stradina secondaria. Udì uno scricchiolio. Si voltò, e vide solo un gatto. Era quasi arrivata a destinazione quando si sentì prendere le spalle, si girò di scatto. Vide una figura femminile vestita di nero e un attimo dopo era con la faccia appoggiata sul selciato…”

Secondo me, l’autrice è stata ispirata dall’amicizia, siccome i personaggi principali sono molto legati tra loro, dal mistero, dato che l’autore dei furti è ignoto, e dall’amore verso il prossimo, visto che alla fine il protagonista scrive sui suoi diari che avrebbe provato a volere bene anche al Rubinetto che non aveva amici. Tramite il protagonista, la scrittrice esprime il suo pensiero sul voler bene agli altri, dicendo che si può imparare ad amare e che forse è possibile allenarsi a farlo con molta pazienza ed esercizio. Questo è ciò che il libro mi ha trasmesso e credo che chiunque lo legga possa migliorarsi.

Il romanzo mi è piaciuto soprattutto per il suo messaggio e la trama avvincente. Per leggerlo ho impiegato solamente una settimana, e ogni volta che giravo le pagine, vedevo la vicenda con gli occhi dell’immaginazione. Nonostante la storia mi abbia davvero appassionato, non ha suscitato in me interessi o curiosità particolari. Vorrei consigliarne la lettura a tutte le persone che hanno esigenza di capire che è importante amare il prossimo e che tutti hanno bisogno di essere benvoluti.


E.M.

CLASSE 2D