Cratere del Pittore della Nascita di Dioniso, 400-380 a.C., Museo Archeologico Nazionale di Taranto, 71,0 x 42 cm
Il cratere a sfondo nero con figure rosse rappresenta la seconda nascita di Dioniso, dalla gamba di Zeus, come ci racconta il mito. Sono testimoni dell’evento alcune divinità olimpiche: sulla sinistra riconosciamo Afrodite, Eros e Apollo, con Diana che gli poggia una mano sulla spalla. Ermes è raffigurato sotto Zeus, la sua posizione particolare è dovuta al ruolo che il dio ha nel mito dionisiaco, infatti, come abbiamo già sottolineato, è lui che cuce il prematuro Dioniso nella coscia del2 padre. La nutrice Eileithyia è rappresentata nell’atto di accogliere il neonato. In alto è rappresentato Pan, probabilmente per il suo legame con Dioniso. Il cratere apparteneva a un corredo funebre, questo perché la figura dionisiaca era di buon auspicio per i morti, proprio in relazione al suo tratto di Dìgonos e di divinità trieterica. (da F. Quaglieri, p.45
Dioniso e Semele
Coppa attica a figure nere attribuita al Pittore di Callis, VI sec. a.C.
Napoli, Museo Nazionale
Sulla superficie della coppa si staglia la scena dell’incontro tra Dioniso e Semele, resa con la consueta eleganza dello stile a figure nere. Dioniso, riconoscibile dalla barba, dal kantharos e dalla corona d’edera, si rivolge a Semele, anch’ella cinta da una corona vegetale, in un gesto carico di solennità. L’opera, forse realizzata su committenza privata, riflette l’interesse arcaico per i miti dionisiaci e la loro dimensione rituale.
Nascita di Fufluns
Incisione etrusca sul retro di uno specchio, ca. 300 a.C.
Napoli, Museo Nazionale, Collezione Borgia
In questa raffinata incisione, tipica della produzione etrusca di specchi bronzei, è raffigurata la nascita del giovane dio Fufluns (Dioniso), che emerge dalla gamba di Thinia (Zeus), assistito dalla dea Thalna (Ilizia). La scena, densa di elementi simbolici, include anche la figura alata di Mean, intenta a spargere profumi, e Apulu (Apollo), riconoscibile dal ramo d’alloro. Il piccolo Fufluns porta al collo una collana di amuleti, mentre Thinia, con corona e scettro sormontato da un uccello, domina la scena. L’incisione fonde elementi greci e etruschi in una narrazione mitica dal tono solenne e rituale.
Secondo una teoria che trae origine dalla testimonianza di Aristotele (Poet. 4, 1149 a9 e ss e Suda α 3886 Adler) per il quale la tragedia avrebbe avuto origine dal satyrikon, una prima forma embrionale di rappresentazione drammatica sarebbe consistita nell'esecuzione di un ditirambo in forma dialogico-mimetica da parte di coreuti travestiti da satiri (Di Marco, p.33). Secondo altre interpretazioni, Dioniso sarebbe collegato al teatro in quanto dio del travestimento, come mostra la vicenda delle Baccanti, in cui si trasforma ed è agente della trasformazione (nel senso del travestimento) di Penteo. Il teatro sarebbe il pendant dei riti dionisiaci: in entrambi il fedele perde la sua identità e si illude di essere altro.