Il 3 novembre 1957 muore a Lecco Giuseppe Di Vittorio.
Il 3 dicembre, a un mese esatto di distanza, il Comitato direttivo confederale discute e approva le proposte dell’Esecutivo in merito alla nuova composizione della Segreteria.
Il processo di successione si conclude con quattro nuovi ingressi - Romagnoli, Scheda, Foa, Montagnani - due dimissioni - Lizzadri e Pessi - due sostituzioni - Lama e Boni.
Per Luciano Lama la nuova destinazione è la Fiom.
A capo dei metalmeccanici toccherà a Lama fare i conti i nodi politici e organizzativi che aveva indicato la sconfitta alla Fiat e indicare il bisogno e l’esigenza di un rinnovamento che passava per il graduale abbandono di una pratica contrattuale tutta decisa in alto e perciò troppo distante dalla condizione e dai bisogni dei lavoratori.
La battaglia sindacale si sposa con un clima generale di rinascita della politica di sinistra: le elezioni del 1958 segnano una crescita del Pci e lo stesso Lama viene eletto deputato nella circoscrizione di Bologna.
I rinnovi contrattuali del 1959 sono il primo momento nel quale alcune federazioni industriali - Fim, Fiom e Uilm su tutte - riescono a realizzare quella unità d’azione che determinerà avanzamenti tangibili sul piano economico e salariale.
Per la prima volta viene rispettata la cadenza triennale del contratto che da allora, e per circa un ventennio, sarà sempre mantenuta salvo rare eccezioni.
A dare maggiore forza ai contratti del 1959 (per i metalmeccanici la firma è del 23 ottobre) ci pensa il Parlamento con l’approvazione del disegno di legge Vigorelli (legge 14 luglio 1959, n. 741) sulla validità erga omnes dei contratti collettivi.
A capo della Fiom Lama vive i fatti del luglio Sessanta ed il natale in Piazza dei metalmeccanici milanesi. Lascerà la Federazione nel 1962 per rientrare in Segreteria. Al suo posto saranno nominati, caso raro, due segretari generali: Bruno Trentin e Piero Boni.
22 dicembre 1959: la Segreteria Fiom aggiorna i sindacati provinciali sullo stato delle trattative contrattuali (Archivio storico CGIL nazionale)
1957. Foto Archivio storico CGIL nazionale
1958. Foto Archivio storico CGIL nazionale
1959. Foto Archivio storico CGIL nazionale
Nel corso del 1960 - prima, durante e anche dopo le grandi manifestazioni e gli scontri violenti di giugno e luglio - i lavoratori che partecipano agli scioperi subiscono forti intimidazioni da parte delle forze di polizia e provvedimenti disciplinari e pecuniari da parte dei datori di lavoro. La Segreteria Fiom relazione sulla vicenda delle fabbriche del Gruppo Ansaldo, 14 luglio 1960 (Archivio storico CGIL nazionale)
Intanto la politica estera registra importanti novità. Al V Congresso di Mosca (5-15 dicembre 1961) gli interventi di Novella e Santi manifestano la crescente insofferenza della Confederazione rispetto agli schemi rigidi presenti nella Fsm. Pur approvando alla fine i documenti finali del Congresso, la delegazione italiana riserva un colpo di scena attraverso la dichiarazione di voto, letta da Lama, nella quale si esprimeva contrarietà su alcuni punti, tra i quali la possibilità di vie sindacali nazionali autonome e l’opportunità di una visione meno settaria dell’unità con le altre federazioni (Archivio storico CGIL nazionale)
1960. Foto Archivio storico CGIL nazionale
1961. Foto Archivio storico CGIL nazionale
La successione di Lama è oggetto nella Cgil e nella Fiom di vivace confronto fra socialisti e comunisti. I primi ritenevano che, dopo i Congressi confederali di Roma e di Milano, non sussistendo più differenziazioni fra le due correnti sulla politica sindacale, alla carica di segretario generale potesse accedere un socialista. I secondi obiettavano che l’unità della politica sindacale non cancellava il fatto che i comunisti erano maggioranza nell’organizzazione. La questione viene risolta con una formula originale, l’unica adottata nella storia della Fiom, di due segretari generali (Archivio storico CGIL nazionale)