Per l'unità




Per l'unità (da l'Unità, 23 luglio 1972)


Domani si costituirà, in una seduta comune dei Consigli generali della CGIL, della CISL e della UIL, la Federazione sindacale delle tre Confederazioni. Sarà un atto importante per il futuro dei lavoratori italiani, anche se — come è stato detto — non si compirà fra scoppi di mortaretti e fuochi d'artificio. Ciò avviene perché senza dubbio la mancata realizzazione degli impegni di Firenze, il prolungamento del processo per l'unità organica che oggi si sanziona, ha prodotto in una parte di lavoratori e anche nella CGIL giustificati sentimenti di amarezza e di delusione. Ma bisogna convincersi che — indipendentemente dalle responsabilità di coloro che hanno fatto fallire quegli impegni, presenti fuori e dentro il movimento sindacale ma non certo nella CGIL — la situazione di

oggi richiedeva un quadro politico garantito di unità per le lotte future e un nuovo trampolino di lancio per la ripresa del processo di unificazione. La Federazione offre questo quadro politico e può diventare questo trampolino di lancio. Parliamo prima di tutto delle lotte in atto e di quelle che ci attendono: se avessimo lasciato andare le cose per il loro verso, se avessimo consentito che l'unità d'azione degenerasse progressivamente in contrasti e lotte fra le organizzazioni come già parecchi sintomi indicavano, avremmo avuto nell'azione sindacale, subito, contraccolpi negativi assai gravi. II momento che attraversiamo non è facile: da una parte i padroni cercano una rivincita contro il sindacato utilizzando strumentalmente le difficoltà economiche per infliggere un colpo ai diritti sindacali, alla contrattazione aziendale, ai poteri dei consigli. Dall'altra il governo dì centro che si è costituito tenta di ricaricare il vecchio meccanismo di sviluppo, basato sui profitti speculativi, sugli squilibri crescenti, sulla liquidazione di qualsiasi politica di riforme. I lavoratori manifestano slancio e combattività, mostrano grande fiducia nella loro forza. Ma per vincere, oggi più che mai hanno bisogno di unità. La divisione, indipendentemente da chi se ne assuma la responsabilità, li colpisce tutti, i responsabili e le vittime

E' importante sapere che da domani in poi dovrà essere la Federazione, a tutti ì livelli, a dirigere l'attività sindacale: l'elaborazione delle piattaforme, il negoziato e la stipula dei contratti, la conduzione della politica economica e delle riforme e la proiezione internazionale di questi impegni quotidiani del sindacato spettano, secondo il Patto, alla Federazione. Le grandi lotte per i contratti e il loro necessario inquadramento nella politica di occupazione e di sviluppo del Mezzogiorno, l'azione per le riforme che dovrà riprendere in autunno saranno dirette dalla Federazione e dalle sue articolazioni di categoria e dì zona; verso l'esterno, la Federazione dovrà presentarsi come una forza unita e agire come tale.

A chi dubita che tutto ciò possa avvenire si deve chiedere soltanto di impegnarsi. di partecipare a questa esperienza, di profondere nelle attività della Federazione tutto il suo spirito unitario e tutta la sua forza per spingere avanti il processo in corso primi fra tutti i consigli di fabbrica I,a Federazione li riconosce come propria base, anche se dovremo entro l'anno elaborare un modello che garantisca la presenza di tutte le componenti sindacali esistenti sul luogo di lavoro. Ma anche questo impegno, non facile, dovrà essere realizzato con la partecipazione degli interessati, affinché la esperienza e gli sviluppi dell'unità che sui luoghi di lavoro sono stati più ampi e profondi diventino la base per la soluzione del problema.

LA CGIL vuole essere punto di riferimento e di direzione di tutte le forze unitarie, perché dalla loro iniziativa, dalla loro capacità di spingere innanzi il processo senza staccarsene, dipende in sostanza il destino della Federazione e la prospettiva che noi le affidiamo di diventare un ponte verso l'unità organica. Di forze trainanti nella Federazione c'è bisogno perché non mancano categorie e regioni del Paese dove il processo unitario è stato, e a stento in questi anni, soltanto unità d'azione. Per queste ragioni la Federazione, sede di confronto, di impegno unitario, di esperienze e di conoscenza comune per migliaia di quadri costituisce in molti casi un netto passo innanzi, anche se per altri essa è o può sembrare un rallentamento della marcia.

A questo punto bisogna anche riflettere sulla nostra stessa politica unitaria, se non abbia avuto dei limiti. Uscendo dai riconoscimenti di maniera e volendo affrontare la sostanza delle cose, sempre guardando avanti per non ripetere nel futuro gli errori di ieri, mi pare che almeno due siano stati i più rilevanti limiti nostri: 1) un insufficiente coordinamento e una insoddisfacente armonizzazione delle politiche rivendicative di riforma e di occupazione, che hanno aperto spazi agli antiunitari per verniciare di una apparente «oggettività» il loro orientamento: 2) una ancora troppo scarsa caratterizzazione del sindacato unitario nella società italiana come forza che difende le istituzioni democratiche contro ogni attacco fascista. che riconosce come insostituibile l'azione delle forze politiche, che vuole realizzare trasformazioni anche profonde, della società italiana e aumentare il peso e il potere dei lavoratori, ma sempre col metodo della democrazia e nell'ambito della Costituzione.

Perchè le potenzialità positive della Federazione si avverino è più che mai decisiva l'unità della CGIL, della componente più forte e ferma nella scelta dell'unità. Da questo punto di vista le esperienze recentemente compiute nei nostri organi direttivi sono assai significative. Dopo un dibattito e divergenze che ci hanno visto anche divisi da un gruppo di compagni nel valutare non la scelta della Federazione, ma alcune delle sue caratteristiche, una volta adottata la decisione si è manifestato da parte di tutti Io stesso impegno a operare perché la nuova struttura che nasce sia vitale e capace di portare a compimento l'unità sindacale. Lo stesso impegno chiediamo a tutti i lavoratori: il compito che ci assumiamo non è facile né sicuri sono gli sbocchi. Ma non sono le difficoltà che disorientano i lavoratori. sibbene la mancanza di un impegno, l'assenza di una ferma volontà politica. Oggi abbiamo un campo di azione, un elemento da superare. E' difficile, ma nessuno poteva né può illudersi che un evento storico come l'unità sindacale possa prodursi senza passare attraverso prove anche logoranti e faticose.