Finiture
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Honda non si smentisce e le finiture della CBR sono di buon livello, per il target di prezzo in cui si va ad inserire.
A guardar bene, oltre alla sofisticata iniezione elettronica (e comunque parliamo pur sempre di un monocilindrico a quattro tempi con distribuzione bialbero a quattro valvole raffreddato a liquido), non c'è nulla di eclatante (il telaio perimetrale è in tubi di acciaio e non in alluminio, così come sono tradizionali le sospensioni con la forcella convenzionale - niente upside down o perno ruota avanzato - con steli di 37 mm Ø – nemmeno tanto grossi – e dietro forcellone scatolato in acciaio con leveraggi Pro- Link e ammortizzatore regolabile nel precarico, freni in acciaio non a margherita e con pinze tradizionali a doppio pistoncino e senza tubi in treccia aeronautica) eppure non si ha la sensazione di moto di bassa qualità. Una pecca sono le cuciture della sella a vista.
Soltanto la leva del freno anteriore è regolabile, ma per fortuna la frizione è molto morbida e ha una leva lunga, per cui difficilmente qualcuno potrebbe trovarla scomoda da utilizzare.
La carrozzeria è formata da 12 parti di plastica (6 per lato), più il parafango anteriore (13° pezzo) e il serbatoio (in metallo e non in plastica). Sono di colore nero ma di materiale plastico che non si presta alla verniciatura le due grosse fiancate e il parafango terminale posteriore.
Honda CBR 250R: il ponte di comando.