SU STRADA
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Il motore dà il meglio ai medi regimi, con una bella vivacità tra i 6.000 e i 10.000 giri/minuto, spinge fluido e con una discreta grinta. Agli alti invece “si siede” un po’: meglio non insistere e passare al rapporto successivo. Notevole la maneggevolezza della ciclistica, grazie all’interasse ridotto e al peso contenuto: sui percorsi con molte curve ci si diverte parecchio.
Prima regola: volete andare forte? Niente pinzate secche in entrata, lasciate correre la moto, mandatela giù, e sfruttate la notevole scorrevolezza in piega, ben supportata da una ciclistica sana e rigorosa, esente da sbavature. Guidata in questo modo, dosando sapientemente il gas più che strizzando i freni in staccata, la CBR250R diventa un giocattolo gustosissimo che si esalta nei repentini zig-zag, grazie ad una ciclistica “passo corto” che premia soprattutto l’agilità. Unica accortezza, tenere il monocilindrico alto di giri per avere la giusta forza in uscita di curva… e buon divertimento!
La forcella è comodissima su fondi brutti ma propensa ad affondare: in staccata va giù e alleggerisce il posteriore, ma peso e prestazioni “umane” rendono tutto controllabile in frenata e in curva.
Il monoammortizzatore posteriore è vero che non fa rischiare alla moto di "sedersi" ma la sua risposta è secca.
I freni sono ben modulabili anche per chi non ha troppa esperienza, l’anteriore è morbido nell’attacco e potente quando si aumenta la stretta sulla leva, al posteriore bisogna schiacciare più ma la risposta immediata avviene.
Le CBR 250 R sono state equipaggiate di ABS, dispositivo che da noi in Italia non è stato importato. Oltre ad avere il sistema antibloccaggio delle ruote, il dispositivo distribuisce automaticamente la frenata quando viene utilizzato il pedale del freno. Pertanto, quando si aziona il freno posteriore, il sistema trasferisce parte della frenata sul disco anteriore.
La scelta di non importare la versione con ABS è stata comprensibile in termini di mercato (in Italia l'ABS lo vogliono solo pochi "illuminati"), mentre lo è stato un po' meno in termini di immagine. Tempo addietro la Honda aveva dichiarato che entro pochi anni avrebbe montato "sistemi frenanti evoluti" su tutti i suoi mezzi a partire dai 250 cm³. Bene, sulla CBR 250R l'ABS l'hanno montato, ma poi non lo hanno importano... Forse un po' di coraggio in più potrebbe servire per ribadire il primato di maggior costruttore di moto al mondo, per cui anche di leader tecnologico, nonché di creatore (o anticipatore) di nuove tendenze.
Buoni gli innesti del cambio, morbidi e precisi; la frizione è resistente nonostante sia leggera da azionare.
Non vi è una frizione antisaltellamento (ma non se ne sente il bisogno).
La Kawasaki Ninja è stata in quegli anni la diretta concorrente della Honda CBR 250R, qui sopra il confronto con la 300R e sotto con la 250R. Una comparativa tra le due moto è disponibile in questo articolo della rivista "Motociclismo".
Confronto al banco tra il motore della Honda CBR 250R (in rosso) e la Kawasaki Ninja 250R (in verde).