Il Beat nell'Italia degli anni '60


Giovanni Ballerini / 18 agosto 2023  

Dopo gli ascolti consigliati sono riportate le biografie dei  gruppi più conosciuti del periodo .

Ascolti consigliati per questo periodo:

Il Beat in Italia

In campo musicale l’inizio degli Anni Sessanta fu caratterizzato da un ritorno d’interesse per la musica strumentale e, in linea con questa tendenza, la “musica giovane” accantonò la figura del cantante che prendeva tutta la scena per valorizzare il gruppo, l’ensemble. Fu così che anche in Italia, patria della canzone melodica di derivazione operistica, i solisti persero un po’ di importanza e si vide il dilagare dei “complessi”: Equipe 84, Giuliano e i Notturni, Gli Amici, Gli Avvoltoi, Gli Hopopi,  Gli Scooters, Gli Showmen, Gli Slenders, Gli Squali,  Gli Stregoni, I Bisonti, I Caimani, I Califfi, I Camaleonti, I Campioni, I Caravana, ICavallieri,  I Cobra,  I Corals, I Corvi,  I Cuccioli,  I Delfini, I Demoniaci, I Diavoli del Rock,   I Diavoli neri, I Dik Dik, I Dioscuri, I Draghi, I Gatti,   I Giganti, I Gleemen, I Grifoni,  I Gufi, I Jaguars, IJets, I Kaleidon. I Meteors, IMonelli, I Naufraghi, INew Trolls, I Noemi, INomadi, I Posteri, I Preistorici, I Primitives,  I Profeti,   I Ragazzi del Sole, I Ribelli, I Rock Boys, IRokes,  I Roman's, I Sagittari, I Samurai, I Satelliti, I Sultani, I Tritons, I Trolls, I Tubi Lungimiranti, I Vandali, I volti di pietra, Il Punto, Le mani pesanti, Le Esperienze, Le Pecore nere, Le Teste dure, Nico & i Gabbiani, Quelli,  The Belmontes, The Bigs, The Rogers e molti altri. 

La musica beat, che in America e Inghilterra emergeva dal patrimonio tradizionale, era espressione di masse giovanili che le attribuivano una carica eversiva, espressione degli oppressi, degli sfruttati, dei diseredati. In Italia non è così: l’enorme repertorio folk pre-esistente è generalmente ignorato, evitato invece che essere accettato come diverso e rapportato per un opportuna dialettica culturale. I brani di questo periodo sono spesso cover di successi stranieri, ripresi in modo acritico, da risultare staccati da quella che è la nostra realtà: ci si allinea con quello che il pubblico vuole e questo è universalmente il momento della "British invasion". 

Anche i  componenti dei "complessi" furono coinvolti nelle riprese dei "Musicarelli", i film con personaggi della scena musicale che andavano per la maggiore negli anni Cinquanta e Sessanta.

Quando il fenomeno "Beat" divenne di interesse pubblico, i media e l’industria commerciale, specie quella musicale, si appropriarono dell’immagine di questa “gioventù ribelle” per lanciare nuovi prodotti sul mercato, come dischi e mangiadischi, musicassette, piastre di registrazione, giradischi, impianti Hi Fi di tutti i livelli e così via, per arrivare anche a nuove mode nel vestiario (che ci sta sempre). Davanti al fenomeno, i beat italiani, consapevoli del processo in atto, non fecero mancare il loro impegno a difesa dei valori del beat, che così snaturato perdeva il suo carattere alternativo.  In Italia la musica beat si esaurì con la fine degli anni Sessanta.

Sono qui riportate le vicende di alcuni dei gruppi più famosi degli anni Sessanta.

Equipe 84 gruppo nato a Modena nel 1964 da defezioni da gruppi preesistenti.  Dopo le prime esperienze concertistiche incidono alcuni singoli che però passano inosservate. La svolta nel 1966 quando partecipano al Festival di Sanremo con la canzone Un giorno tu mi cercherai; il brano esce su 45 giri con L’antisociale su lato B (scritta per loro da Guccini). Pubblicano anche il loro primo album intitolato Io ho in mente te come la canzone di successo lì contenuta. I successi seguono con ritmo annuale: nel 1967 esce 29 settembre, avuta da Lucio Battisti, nel 1968  Un angelo blu, nel 1969 Tutta mia la città, presentata anche al Cantagiro. Il 45 giri ha sul lato B un’altra bella canzone: Cominciava così. Nel 1970 incidono quella che sarà la sigla per l’omonima trasmissione televisiva  Il sapone, la pistola, la chitarra e altre meraviglie. Nel 1971 partecipano al festival di Sanremo, in coppia con Lucio Dalla, con la canzone 4 marzo 1943 e arrivano terzi. Lo stesso anno presentano Casa mia a "Un disco per l’estate", ottenendo un buon successo. Negli anni successivi ci sono state uscite, cambi di formazione ecc. ma il periodo d’oro si era già concluso.

Giuliano e i Notturni sono stati un gruppo bubblegum e beat costituitosi a Vicenza nel 1968. La loro prima incisione, Il ballo di Simone, cover di Simon says dei 1910 Fruitgum Company, si classifica al terzo posto nella hit parade e vende bene. Seguono altre tre singoli che però passano inosservati. Nel 1969 esce l’album Giuliano e i Notturni e, allo scadere del contratto con la casa discografica, il gruppo si scioglie.

Gli Scooters sono stati un gruppo musicale del periodo beat. La band nacque alla fine degli anni cinquanta e cambiando più volta nome fino al 1966 quando si presentarono come gli Scooters a “Un disco per l’estate” con il brano La motoretta che fece loro vincere il Disco d’oro [1] . Nel 1967 parteciparono nuovamente al concorso con la canzone Mi seguirai, ripresa in Inghilterra dai Tremeloes che la tradussero in Be Mine. Dopo aver partecipato al Cantagiro del 1968, con il brano umoristico La figlia del re del pomodoro, tornano a “Un disco per l’estate” con Se fossi re che riesce a vendere tre milioni di copie. Sempre nel 1968 incidono l’album Sentimental e compaiono nel film comico “Il prof. Matusa e i suoi hippies” dove cantano la canzone Le pigne in testa.

Note

[1] Disco d’oro in quegli anni significava aver venduto un milione di dischi 45 giri

I Bisonti sono stati un gruppo beat degli anni Sessanta. Nato come banda di supporto al cantante Bruno Castiglia, saranno prima I Delfini poi I Bisonti. Incisero diversi singoli che poi confluirono su i loro due LP. Mai le dirò, Occhi di sole, Quando ami una donna e La casa del sole, cover di The House of Rising Sun degli Animals, sono le loro canzoni più conosciute. Hanno pubblicato due album alla fine degli anni Sessanta: I nostri successi e I Bisonti

I Califfi nascono a Firenze nel 1965 ad opera di Franco Boldrini. Partecipano con i loro singoli ai concorsi musicali del momento (Un disco per l’estate, Cantagiro e Festivalbar) senza però ottenere grossi risultati. Da ascoltare almeno Così ti amo e Lola bella mia. Nel 1976 Franco Boldrini scioglie il gruppo per dedicarsi alla carriera televisiva.

I Camaleonti sono un gruppo beat nostrano nato a Milano nel 1965. Dopo alcune singoli di poco conto nel 1967 arriva il loro primo successo: L’ora dell’amore, cover di Homburg dei Procol Harum che vende più di 1.500.000 copie[2]. I successivi Io per lei e Applausi ricevono sempre grossi consensi da parte del pubblico. Dopo Mamma mia e Viso d’angelo si presentano al Festival di Sanremo in coppia con Ornella Vanoni con L’eternità che arriva al secondo posto nella hit parade e vi rimane per più di tre mesi. La loro partecipazione a “Un disco per l’estate” del 1972, con Tempo d’inverno, non da risultati, mentre nel 1973 ottengono un buon successo al Festival di Sanremo con la canzone Come sei bella. La successiva incisione, Perché ti amo, vince “Un disco per l’estate” del 1973 e vende tantissimo. Seguono altri grossi successi come Amicizia e amore portato a Canzonissima, Piccola Venere a “Un disco per l’estate” e Cuore di vetro (1976) e Quell’attimo in più (1979) entrambe presentate al Festival di Sanremo.

Note:

[2] Disco d’oro, che in quegli anni significava aver venduto un milione di dischi 45 giri

I Corvi sono un gruppo beat/rock costituitosi nel 1965. Famosa la loro canzone Un ragazzo di strada (cover del brano I Ain't No Miracle Worker della band americana dei Brogues) con cui partecipano al Cantagiro del 1966. Si esibivano con una mantellina nera che dava loro un look stravagante. Nel 1966 esce anche il loro primo album dal titolo Un ragazzo di strada che contiene anche Bang bang e I colori ( cover di Colours di Donovan). La loro carriera va avanti con l’incisione di singoli, cover di artisti internazionali (da ricordare Bambolina cover Any Day Now di Burt Bacharah) fino al 1969 quando con le prime defezioni  si avvieranno allo scioglimento.

I Dik Dik sono un gruppo musicale che si è costituito a Milano nel 1965. Debuttano con il singolo 1, 2 e 3 / Se rimani con me (questa è una delle prime canzoni scritte da Lucio Battisti). Segue, sempre nel 1966, Sognando la California cover di California Dreamin’ dei The Mamas & The Papas, con retro ancora una canzone di Battisti (e Mogol) Dolce di giorno. Proseguono con cover di  successi internazionali, da segnalare Senza luce cover di A Whiter Shade of Pale degli inglesi Procol Harum, alternate a canzoni scritte per loro da Battisti, quasi sempre con testi di Mogol. Nel 1969 si presentano al Festival di Sanremo abbinati a Rita Pavone con la canzone Zucchero; tornano a Sanremo anche l’anno dopo con Io mi fermo qui. Esce sempre del 1970 L’isola di Wight, cover di Wight is Wight del francese Michel Delpech. Nel 1971 incidono Vendo casa, sempre di Battisti-Mogol, nel 1972 Viaggio di un poeta prima nella hit parade, nel 1973 Storia di periferia, 1974 Help Me. Tutti grandissimi successi con alcuni dischi d’oro. Molti di questi 45 giri vendono benissimo.  Riscuotono meno successo con gli LP che finiscono per essere semplici raccolte di successi singoli. Il  loro primo album originale del 1972, Suite per una donna assolutamente relativa, composto da Mario Totaro con i testi di Herbert Pagani, è un esperimento di rock progressivo, che il pubblico, ormai abituato a brani di pop melodico, non accoglie bene. Con le prime fuoriuscite del 1974 la band è costretta a cambiare formazione per proseguire, ma le pagine più belle sono già state scritte.

I Giganti sono un gruppo beat formatosi a Milano nei primi anni sessanta. Nel 1965 il primo loro singolo di  successo, Una ragazza in due. Con Tema partecipano a “Un disco per l’estate” del 1966  arrivando terzi. Nel 1967 partecipano al Festival di Sanremo con la canzone Proposta e anche in questa occasione si classificano al terzo posto. Partecipano a Sanremo anche all’edizione del 1968 insieme a Massimo Ranieri con Da bambino, ma l’accoglienza del pubblico è tiepida e il gruppo si scioglie. Nel 1971 si riuniscono per partecipare a Sanremo con la canzone Il viso di lei, che però no raccoglie consensi, e incidono l’album Terra in bocca su tematiche impegnate (la mafia che detiene distribuzione dell'acqua), ottimo lavoro, apprezzato in particolare dagli amanti del rock progressivo.

I New Trolls sono stati un gruppo musicale rock progressivo italiano.  «Hanno fatto da tramite fra la cosiddetta “era del beat” (Equipe 84, Rokes, fine anni Sessanta) e il pop (Premiata Forneria Marconi, Banco Mutuo Soccorso, anni Settanta), così come per fare un sommario paragone i Moody Blues lo sono stati tra i Beatlese e i King Crimson»[3]. Nel 1967 il gruppo genovese dei Trolls cambia il nome in New Trolls e presenta una nuova formazione: Vittorio De Scalzi (voce e chitarra), Nico Di Palo (voce e chitarra), Giorgio D'Adamo (basso), Mauro Chiarugi (tastiera) e Gianni Belleno (batteria e cori). Il sound del gruppo accosta elementi  beat e psichedelici. Nella primavera del 1967 i New Trolls sono scelti come gruppo di apertura nei concerti italiani dei Rolling Stones. Nello stesso periodo incidono il 45 giri Sensazioni / Prima c'era luce con cui i New Trolls vincono il premio della critica al Festival di Rieti. Nel 1968 partecipano a “ Un disco per l'estate” con il singolo Visioni / Io ti fermerò, che vende oltre 200.000 copie. Sempre nel 1968 pubblicano il loro album d'esordio, Senza orario senza bandiera. I testi nascono dalla collaborazione tra Fabrizio De André e il poeta genovese Riccardo Mannerini. Nel 1969 partecipano al Festival di Sanremo con il brano Io che ho te, a cui seguirono altri due singoli di successo, Davanti agli occhi miei ed Una miniera. L'anno successivo incidono l'album New Trolls, che raccoglieva i singoli prodotti dal gruppo fino a quel momento. Dopo aver partecipato di nuovo  al Festival di Sanremo con una cover del brano Una storia di Sergio Endrigo, il gruppo incide quello che molti considerano il loro capolavoro: Concerto grosso per i New Trolls. Il lato A dell'album è un'opera originale scritta dal musicista Luis Bacalov. Il titolo fa riferimento al concerto grosso, una forma musicale propria della musica barocca. La prima versione della composizione è utilizzata come colonna sonora del film “La vittima designata”. Nella seconda facciata dell'album i New Trolls propongono una improvvisazione dal titolo Nella sala vuota. Il disco riscuote un grande successo e supera le 800.000 copie vendute. L'album è caratterizzato da sonorità progressive che uniscono elementi di musica classica a passaggi che ricordano le formazioni inglesi contemporanee. Nel 1972, dopo alcuni cambi nella formazione, incidono due album: Searching for a Land e UT e si dedicano per più di tra anni ad esperienze diverse. Il gruppo torna insieme nel 1976 con una formazione rivisitata e pubblicano Concerto grosso n. 2, che pur non raggiungendo il successo del primo Concerto grosso, viene accolto positivamente dal pubblico e dalla critica. Nel 1977 i New Trolls si dedicano alla realizzazione di un doppio album di Ornella Vanoni, Io dentro, Io fuori, al quale seguì un fortunato tour. La produzione discografica ufficiale del gruppo ebbe un nuovo breve periodo di arresto. Nel 1978 giunsero due nuovi grandi successi, il singolo Quella carezza della sera / Aldebaran, e l'album Aldebaran. L'anno successivo sono chiamai per la sigla del programma televisivo “Luna Park” condotto da Pippo Baudo, con una canzone in puro stile disco, Anche noi. Nello stesso anno partecipano al film “Caro papà” con Vittorio Gassman e ne curarono alcuni motivi musicali inseriti nel film. Dopo Aldebaran, lo stile dei New Trolls perde gli ultimi elementi progressive, a favore di uno stile più legato al pop rock, seppure caratterizzato da composizioni ed esecuzioni sempre molto sofisticate. L'album New Trolls del 1979, risente dell'influenza dei Bee Gees (in canzoni come Che idea), ma riprende anche sonorità del passato in brani come Ok! (fiamme sul Pacifico) e Domenica di Napoli (con il testo scritto da Lucio Dalla. Nel 1980 il gruppo pubblica il 45 giri Musica, un brano rock, con una cover di Poster di Claudio Baglioni sul lato B. . Anche il 1981 è segnato da un singolo di successo, Là nella casa dell'angelo con lato B, Il treno. La produzione discografica prosegue con gli album FS del 1981 e America O.K. del 1983 (con la collaborazione di Mogol). Seguirono altre due partecipazioni al Festival di Sanremo: nel 1985 con il brano Faccia di cane che vince il premio della critica  e nel 1988 con Cielo chiaro, eseguito, come il successivo album Amici, dai soli De Scalzi, Di Palo e Belleno. Nel 1991 il gruppo collaborò con Anna Oxa, scrivendo per lei i brani dell'album Tutti i brividi del mondo e accompagnandola in un tour durante il quale furono registrati i brani per un album live.  Nel 1992 i New Trolls si esibirono ancora al Festival di Sanremo con Quelli come noi (1992), pubblicando il cd omonimo dove, oltre alla canzone del Festival, vi sono nuove incisioni di vecchi brani. L'ultimo atto prima dello scioglimento del gruppo è un brano dal titolo profetico: Alianti liberi (1997).

Note:

[3] S. Angiolini – E. Gentile, Note di pop italiano, Milano, Gammalibri, 1977, p. 71


I Nomadi sono un gruppo musicale beat fondato nel 1963; alcuni membri provengono da una band precedente, I Monelli. Dopo alcuni accomodamenti la formazione degli esordi è la seguente: Beppe Carletti tastiere, Augusto Daolio canto, Gabriele Copellini batteria, Franco Midili chitarra, Gianni Coron basso. I capelli lunghi, gli abiti sgargianti e la voglia di cambiamento, divennero uno dei tratti distintivi del complesso che per questo fu più volte criticato. Dopo due anni di esibizioni nelle balere, nel 1965 i Nomadi pubblicano il primo 45 giri: Donna, la prima donna (una cover con testo di Mogol) e Giorni tristi, composta da loro. Il disco vende pochissimo ma questo non li ferma. Nel 1966 la band riscuote il primo successo con la canzone Come potete giudicar, cover beat con cui  partecipano al Cantagiro 1966. Dopo questo successo nasce la collaborazione con Francesco Guccini a cui dobbiamo molte delle canzoni della band. Nel 1967 esce il primo LP del complesso, Per quando noi non ci saremo, primo frutto del lavoro con Guccini. Nel disco desta scalpore il pezzo Dio è morto,subito censurato dalla RAI per il contenuto ma il brano viene riabilitato da Radio Vaticana, che ne comprende il senso e ne autorizza la riproduzione. Nello stesso anno esce anche il 45 giri Un figlio dei fiori non pensa al domani, versione italiana di Death of a clown di Dave Davies dei Kinks. Segue nel 1968 il singolo Ho difeso il mio amore (cover di Nights in White Satin dei Moody Blues, già incisa dai Profeti), con sul retro il brano scritto da Guccini In morte di S.F., poi intitolato Canzone per un'amica. I Nomadi pubblicano anche il 45 giri Il nome di lei /  Per quando è tardi, e l'album I Nomadi, una antologia dei brani usciti come singoli e alcune nuove composizioni di Guccini. Nel 1969 Copellini lascia la formazione sostituito da Paolo Lancellotti. Nel 1970 anche Gianni Coron lascia il complesso e viene rimpiazzato da Umberto Maggi. Nello stesso anno vengono pubblicati i 45 giri Un pugno di sabbia / Io non sono io che a “Un disco per l'estate”  regala ai Nomadi il quarto posto, e Ala bianca, cover di Sixty Years On di Elton John, con  retro Mille e una sera che diviene subito popolare come sigla dell'omonima trasmissione televisiva, in onda il sabato sera sul Secondo Programma RAI e dedicata ai cartoni animati. Il 1971 è l'anno della prima partecipazione dei Nomadi al Festival di Sanremo insieme a Mal col brano Non dimenticarti di me, uscito su singolo con  Tutto passa. Sempre nel 1971 vengono pubblicati i 45 giri e la musicassetta So che mi perdonerai (finalista ad Un disco per l'estate 1971) e Suoni, e il 33 giri Mille e una sera. Nel 1972 Franco Midili lascia i Nomadi temporaneamente sostituito da Amos Amaranti, che rimane nella band per un breve periodo. Nello stesso anno esce il 45 giri Io vagabondo (che non sono altro) finalista a Un disco per l'estate, disco che vende un milione di copie. Segue l’uscita di un nuovo 45 giri Quanti anni ho? / Oceano. Nel 1973 Franco Midili rientra nell'organico, mentre Augusto Daolio si dedica a una fugace esperienza solista e canta Una ragazza come tante, brano che fa parte della colonna sonora del film “La ragazza di via Condotti”. Nello stesso periodo i Nomadi partono per un viaggio negli Stati Uniti, dove tengono sei concerti. Successivamente il complesso incide Un giorno insieme (che sul lato B contiene Crescerai) con cui partecipa a Un disco per l'estate 1973 e l'omonimo 33 giri, che contiene brani celebri come Stagioni (cover di Seasons di Elton John) e Abbi cura di te. Il 45 giri Mamma giustizia è colonna sonora del film “No, il caso è felicemente risolto”, mentre l'ultimo 45 giri dell'anno, Voglio ridere (sigla di coda di Rischiatutto condotto da Mike Bongiorno) presenta sul retro il brano Ieri sera sognavo di te. Nel 1974 Franco Midili abbandona definitivamente la formazione; il suo posto viene rilevato dall'irlandese Chris Dennis, tastierista e poi chitarrista e violinista. Con il singolo Tutto a posto, i Nomadi partecipano a Un disco per l'estate 1974, ottenendo un buon piazzamento nella serata finale di Saint Vincent. Sempre nel 1974 la EMI pubblica il 33 giri I Nomadi cantano Guccini, raccolta dei brani di Francesco Guccini, ormai diventato famoso come cantautore,  incisi fino ad allora dai Nomadi. Il 1975 vede l'uscita dell'album Gordon, primo disco di soli brani inediti; tra questi spiccano Il destino, Immagini e l'omonima Gordon. Per il sesto anno consecutivo il complesso partecipa a Saint Vincent, finalista della manifestazione Un disco per l'estate 1975 con il brano Senza discutere. Nel 1977 i Nomadi decidono di dar spazio a nuovi autori, per lo più giovani e sconosciuti; esce l'album Noi ci saremo, diviso in due parti parallele: “La foresta”dedicata alla vita in società, e “ L'albero”, in riferimento all'uomo come individuo. È invece del 1978 l’album Naracauli, sei canzoni blues-rock. Tra le tracce è da ricordare, oltre a Naracauli, l'appassionante Joe Mitraglia.Nel 1979, dopo un nuovo incontro con Francesco Guccini e sull'onda dell'analoga esperienza tra Premiata Forneria Marconi e Fabrizio De André, esce il disco dal vivo Album concerto, cui doveva far seguito un tour vero e proprio, ma a causa di dissapori con l'entourage del cantautore il progetto naufraga. Comunque il concerto viene trasmesso dalla RAI e reso disponibile su DVD, solo dal 2010. Problemi con gli editori e un incidente in auto che coinvolge tre di loro, tengono i Nomadi lontani dalle scene per un periodo. Alla fine del 1982 si ritrovano così senza casa discografica. Nel 1983 i Nomadi suonano a Reggio Emilia per festeggiare il ventennale dell'attività. Il 21 giugno del 1984 i Nomadi partecipano a Bologna al concerto in cui Francesco Guccini, insieme all'Equipe 84, Lucio Dalla, Paolo Conte, Giorgio Gaber, Deborah Kooperman, festeggia i venti anni di carriera. Negli anni seguenti il gruppo vivrà diverse vicissitudini per contrasti interni e per il decesso di alcuni componenti, primo tra tutti il fondatore Augusto Daolio, e questo porterà a numerose variazioni dell’organico. Negli anni I Nomadi si sono prodigati in iniziative umanitarie a favore delle realtà svantaggiate nei Balcani, Cile, Cuba, Messico, Indonesia e Cambogia.  Nell’anno 2013 il gruppo ha raggiunto i 50 anni di attività, classificandosi così come una delle band musicali più longeve del panorama musicale internazionale. In tutti questi anni, se pur con formazioni diversi, i Nomadi sono rimasti fedeli al messaggio originario di denuncia e impegno sociale che da sempre li ha contraddistinti, accostando a tali temi anche l'amore e i sentimenti in genere.  

I Profeti sono stati un gruppo prima beat, poi pop, costituitosi a Milano nel 1964.  Nel 1966 esce  il loro primo 45 giri: lato A  Bambina sola, il lato B è Le ombre della sera (di Lucio Battisti). La loro seconda uscita su disco presenta due cover: lato A Rubacuori da Ruby Tuesday dei Rolling Stones (con testo di Mogol), lato B Sole nero da Call My Name dei Them. Nel 1967 esce il loro primo album, Bambina sola che contiene oltre ai precedenti singoli anche gli inediti Asciuga le tue lacrime scritto da Battisti, Per fare un uomo di Guccini e la cover di The Bells of  Rhymney  di Pete Seeger. I musicisti della band, alla ricerca di una loro dimensione, si fanno fotografare per la copertina dell’album con tuniche orientali e nell'album vanno alla ricerca di sonorità particolari con l'uso di strumenti esotici come il sitar. Nel 1968 la band partecipa al Festivalbar con Ho difeso il mio amore, cover di Nights in White Satin dei Moody Blues, interpretata anche da I Nomadi; nello stesso anno colgono un altro grande successo con Gli occhi verdi dell’amore. Il complesso torna in hit parade nel 1970 con Non si muore per amore e incide nel 1971 Era bella, cover della canzone di Gilbert O’Sullivan Nothing Rhymed; dello stesso anno Prima notte senza lei con cui partecipano al Cantagiro del 1972. Nel 1973 presentano a “Un disco per l'estate” il brano Io perché, io per chi, che rimane il loro ultimo grande successo. A causa di fuoriuscite e disaccordi nel 1977 si sciolgono.

I Ragazzi del sole sono stati un gruppo musicale torinese formatosi nel 1965 con sonorità legate al genere beat. Iniziano a suonare cover delle band inglesi con il nome The Sun Boys che poi verrà tradotto. Nel 1966 incidono il 45 giri Se mi chiamerai / Non ridere di me e l’album I ragazzi del sole che contiene in prevalenza cover di canzoni inglesi del momento. Nel 1966 il gruppo cambia casa discografica e pubblicano quella che sarà la loro canzone più famosa: Atto di forza n°10. Il brano vendette bene permettendo alla band un tour italiano con concerti insieme ad altre formazioni di richiamo. Il successivo singolo del 1967,  Il gatto di notte / … e la terra si allontana, non riscuote grossi consensi ma si deve riconoscere che nel secondo brano anticipano le tematiche spaziali cavalcate due anni dopo da David Bowie in Space Oddity. Sempre nello stesso anno esce Non c’è tempo di aspettare, con sul retro Per vivere insieme (altra cover di Happy Together di Turtles): il brano doveva essere la sigla per il programma televisivo “Lei non si preoccupi” ma l’accordo salta all’ultimo momento, con la copertina del disco già stampata[4]. Questo episodio mina la coesione del gruppo che si scioglie con controversie legali sulla titolarità dell’uso del nome del gruppo. 

I Ribelli sono stati un gruppo musicale italiano, nato come complesso di accompagnamento di Adriano Celentano, che poi ha proseguito la carriera autonomamente. Il loro debutto in sala d'incisione avviene nel 1960 in un disco di un giovane cantante rock, Ricky Sanna (che nel 1962 prenderà il nome d'arte Ricky Gianco): le due canzoni che si intitolano Ribelli in blues e La camicia blu, non riscuotono successo, pur essendo due rock'n'roll con testi simpatici. Come complesso autonomo pubblicano il primo singolo nel 1961 con Enrico VIII, lato A, e 200 all’ora, lato B , che passa però inosservato. Nello stesso anno esce un altro loro disco, Alle nove al bar  con  sul retro Danny boy  e  il gruppo è scritturato per accompagnare Colin Hicks[5] durante il tour italiano. Con la nascita del Clan Celentano il gruppo entra nella casa discografica, suonando in molti dischi realizzati dagli artisti che incidono per la nuova etichetta. Esce anche il loro singolo La cavalcata. Nel 1964 sono coinvolti nell'operazione della “Ragazza del Clan” per il lancio di Milena Cantù, all'epoca fidanzata di Celentano, e cantano la canzone Chi sarà la ragazza del Clan? (cover di Keep on dancin' di Brian Poole & The Tremeloes); il disco dei Ribelli, con la copertina che riproduce la sagoma in nero della ragazza misteriosa, riscuote un buon successo. Nel 1966 gareggiano al Festival di Sanremo con A la buena de Dios, canzone che non riscuote successo; nello stesso anno il gruppo incide Per una lira (di Battisti e Mogol) e, dopo l’uscita di Philippe Bichara, subentra al canto  Demetrio Stratos[6]. Con la nuova formazione i Ribelli pubblicano Come Adriano ancora per il Clan, per poi passare alla Dischi Ricordi, con cui incideranno le loro canzoni più conosciute. Nel 1967 esce Pugni chiusi che risulterà essere il loro maggiore successo. Il disco successivo è la cover di You Keep Me Hanging On delle Supremes, eseguita con un arrangiamento più rock, intitolata Chi mi aiuterà che continua la loro serie positiva. In questo periodo compaiono diverse volte in televisione, tra le quali è da ricordare quella al programma musicale Settevoci, condotto da Pippo Baudo, quando entrano in scena sulle loro motociclette. Nell'ottobre del 1968 pubblicano il loro primo LP omonimo I Ribelli, prodotto da Ricky Gianco, che racchiude i 45 giri già pubblicati più alcuni inediti come la cover del classico rhythm and blues Get Ready, La nostra favola, cover di Delilah di Tom Jones; nello stesso anno incidono anche una nuova canzone di Battisti, Nel sole, nel vento, nel sorriso, nel pianto. Dopo queste buone prove i Ribelli si cimentano in alcuni brani non adatti al loro stile e alla voce di Stratos, come la cover di Obladì Obladà dei Beatles, che non sono apprezzati dal pubblico. Nel 1970 tornano ai Beatles con un nuovo arrangiamento di Oh! Darling, canzone più adatta alla vocalità blues di Stratos, ma lo scarso successo del disco, unito a divergenze interne, porta il gruppo ad una crisi irreversibile e nell'autunno si sciolgono. 

 I Tubi Lungimiranti sono un gruppo beat nato a Fano nel 1964. Dopo un periodo passato a suonare nei locali nel 1967 incidono un singolo con tre pezzi: Abbiamo paura dei topi / Hai distrutto una famiglia / L'anima che verrà pubblicato nel 1968.  Nel 1970 viene pubblicato il loro secondo e ultimo singolo con i brani Spegni questa luce e A poche ore, dopo si sciolgono. Visto il numero limitato dei dischi stampati entrambi sono pezzi da collezione. 

Note:

[4] Vedere sopra la copertina del disco con scritto "Sigla della trasmissione TV".

[5] Colin Hicks, nome d’arte di Anthony Hicks, cantante inglese rinomato agli inizi degli anni Sessanta che durante la sua tournée italiana incise con i Ribelli tre brani: Love’s Made a Fool of You, Garden of Eden e For Every Boy.

[6] Demetrio Stratos (22 aprile 1945- 13 giugno 1979), cantante, polistrumentista e musicologo greco, naturalizzato italiano, dopo l’esperienza con i Ribelli fondò nel 1972 il gruppo degli Area con Giulio Capiozzo. In lutto il mondo della musica per la sua morte improvvisa a soli 34 anni, con una brillante carriera davanti a sé.

Nico e i Gabbiani sono stati un gruppo musicale beat costituitosi in Sicilia nel 1966. Formazione: Nico Tirone voce e chitarra, Giulio Prestigiacomo tastiere, Franco Mannini chitarra, Vito Balsamo basso e sassofono, Vick Cataldo batteria. Il loro primo 45 giri Ora sai / Parole entra nella hit parade e vince il disco d’oro (vendita di più di 1.000.000 di copie. Nel 1969 esce il loro album Successi di ieri e di oggi, dopo il gruppo si scioglie.

Quelli sono stati un complesso musicale italiano attivo nella stagione della musica beat che poi ha cambiato nome e genere divenendo la Premiata Forneria Marconi (PFM). La carriera dei Quelli inizia nel 1965 con l’incisione del primo 45 giri, Via con il vento, canzone firmata da Ricky Gianco e Gian Pieretti. Il secondo singolo, Una bambolina che fa no no no (1966), cover di un brano  francese, riscuote un buon successo. Nel 1967 la formazione incide il terzo disco, Per vivere insieme, versione tradotta in italiano di Happy Together dei Turtles, anche questo brano riscuote un buon successo, che non viene però ripetuto dai 45 giri successivi. Dopo il singolo Lacrime e pioggia (1969), cover di Rain and tears degli Aphrodite's Child, rientra nella band Franco Mussida che era stato lontano un anno per gli obblighi di leva. Il 1969 è anche l'anno dell'unico LP della band, Quelli,  che contiene, tra le varie cover, un rifacimento di  Hush di Joe South (interpretata anche dalla band inglese dei Deep Purple)  e Pensieri, traduzione da The thoughts of Emerlist Davjack dei Nice. Il complesso pubblica ancora un singolo agli inizi del 1970, Dietro al sole, dopodiché,  nel 1971 passano alla etichetta Numero Uno (di Battisti-Mogol), a loro si unisce il violinista Mauro Pagani e cambiano il nome in Premiata Forneria Marconi.

The Rokes sono stati un gruppo di musica beat inglese che ha raggiunto il successo in Italia dove hanno venduto più di 5 milioni di dischi contendendo all’Equipe 84 il titolo di principale band italiana. Sono nati nel 1960 in Inghilterra con il nome Shel Carson Combo. L’apprezzamento durante una esibizione in Italia li spinge a trasferirsi da noi, dove nel 1964 incidono il 45 giri Shake, Rattle and Roll. La grande notorietà arriva con la canzone C'è una strana espressione nei tuoi occhi, che raggiunge le prime posizioni della hit parade, consentendo loro di incidere nel 1965 il primo album, The Rokes. Partecipano al film “Rita, la figlia americana” dove hanno modo di recitare insieme a Totò e di presentare alcune canzoni come Take a Look, No, no, no, Grazie a te  The Wind Will Carry Them By. Scrivono brani e non si affidano esclusivamente a cover come molti degli altri gruppi del beat italiano. I testi, talvolta scritti da Mogol, spesso propongono gli ideali di pace e fratellanza tipici del beat. Adottano le insolite chitarre Eko, a forma di freccia, successivamente definite "Eko Rokes". Il biennio 1966-1967 è quello in cui i Rokes, ormai definiti "i Beatles italiani", raggiungono l'apice del successo, grazie soprattutto a due singoli: Che colpa abbiamo noi (cover di Cheryl's Going Home di Bob Lind, con testo di Mogol), che si piazza al secondo posto in classifica al Cantagiro del 1966 e primo nella hit parade dei singoli ed È la pioggia che va (cover di Remember the Rain sempre di Bob Lind), ancora prima nella classifica delle vendite.  Nel 1967 partecipano al Festival di Sanremo con Bisogna saper perdere, che presentarono in coppia con Lucio Dalla, ottenendo nuovamente un notevole successo di vendite; segue Eccola di nuovo, versione in italiano di Here Comes My Baby di Cat Stevens, e Cercate di abbracciare tutto il mondo come noi, in cui si avvicinano alle sonorità californiane. Nell'estate del 1967, i Rokes si esibiscono in numerosi concerti a La Bussola di Sergio Bernardini, in Versilia, tempio della musica internazionale in quegli anni. Nel 1968 si presentano nuovamente al Festival di Sanremo, con la canzone Le opere di Bartolomeo, brano poco riuscito che non vende. Nel 1968 recitano nella commedia musicale “Non cantare, spara”, parodia Western per la Rai con il Quartetto Cetra, dove interpretano un gruppo di pellerossa Cherokee. Nel 1969 tornano per la terza volta a Sanremo, presentando Ma che freddo fa in coppia con Nada, ma il pubblico premia la versione della cantante. Dopo il festival, il gruppo tiene alcuni concerti dal vivo, e incide un nuovo 45 giri, 28 giugno, che ottiene un grosso successo al Cantagiro dello stesso anno. Nonostante tutto il  gruppo si scioglie nel 1970 e i singoli intraprendono la carriera solistica.