Cantautori anni '60 in Italia



Prof. Giovanni Ballerini /  8 gennaio 2024

A fondo pagina sintetiche biografie dei cantautori proposti. Gli eventi esaminati si fermano all’anno 2000.  Hanno partecipato alla stesura delle biografie anche alcuni studenti del Liceo della quinta classe.

Ascolti consigliati:

Anche se non rientrano tra i cantautore abbiamo inserito qui due grossi personaggi della musica italiana, Adriano Celentano e Gianni Morandi, particolarmente attivi nel periodo esaminato.  Abbiamo aperto con loro questa pagina.

Tra i principali cantautori italiani degli anni Sessanta troviamo Luigi Tenco, Gino Paoli, Umberto Bindi, Sergio Endrigo, Bruno Lauzi, Giorgio Gaber, Silverio Pisu, Memo Remigi, Duilio Del Prete, Enzo Jannacci e Fabrizio De André (anche se non è autore di tutte le sue canzoni).  Questa prima generazione è influenzata dalla canzone d’autore francese, per primi Jacques Brel e Georges Brassens (vedi pagina Cantautori 2) e dalla canzone popolare italiana.

Alcuni di loro fanno capo alla cosiddetta "scuola genovese" Tenco, Paoli, Bindi, Lauzi e De André, altri come Gaber e Jannacci a quella "milanese".   

Sono gli anni della contestazione giovanile e sull’onda dei fermenti della beat mania nascono e prosperano gruppi pop – rock con musica fragrante e spontanea, ma spesso di bassa qualità. «Sul versante dei cantautori l'atmosfera era più tiepida e non registrava scossoni di alcun tipo: di conseguenza nessun crollo e nessuna esplosione geniale. Rimanevano attestati su posizioni di tutto rispetto personaggi come Fabrizio De André e Francesco Guccini, i quali adottavano un linguaggio che ribaltava molti luoghi comuni, avendo cura degli arrangiamenti ancora abbastanza tradizionali»[1].

A metà del decennio (1965 circa)ad essi si affiancano altri compositori come Lucio Dalla, Francesco Guccini, Gian Pieretti, Luciano Beretta, Claudio Cavallaro, Alberto Testa, Fred Bongusto, Mino Reitano, Amedeo Minghi, Emilio Insolvibile e Tony Cucchiara. Alcuni di loro, come Dalla e Guccini, hanno fatto parte della cosiddetta "scuola bolognese".

Si distingue per le tematiche intimiste Lucio Battisti, autore solo delle musiche delle canzoni da lui cantate, che dopo essere state composte, sono state per un lungo periodo completate con i testi da Mogol. Altri, come Paolo Pietrangeli, Gualtiero Bertelli, Ricky Gianco ed Ivan Della Mea, risultano invece più propensi a una canzone di contenuto politico.

Note:

[1] S. Angiolini - E. Gentile, Note di pop italiano, Milano, Gammalibri, 1978, p.15.

Biografie cantanti italiani anni '60

Adriano Celentano (Milano, 6 gennaio 1938) è un cantautore, showman, attore, regista, sceneggiatore, compositore, autore televisivo italiano. Soprannominato il “Molleggiato” per il particolare modo di ballare. A 15 anni inizia a suonare la chitarra e si dedica al rock’n’roll con un gruppo giovanile, i Rock Boys, imitando Billy Haley. Nel 1956, a Milano, incontra Litte Tony.  Il pianista Enzo Jannacci si aggiunge ai Rock Boys. Già nei primi spettacoli Celentano inizia a ballare: questo diventa un suo tratto particolare. I suoi primi 45 giri: Il ribelle e Il tuo bacio è come un rock che gli da subito la notorietà. A gran richiesta nel 1959 inizia la carriera di attore al fianco di Fred Buscaglione, Betty Curtis e Tony Dallara in quelli che all’epoca venivano chiamati “Musicarelli”. Alla fine del 1959 anche Federico Fellini lo chiama per  "La dolce vita" dove interpreta se stesso che canta in un locale di Roma. Nel 1960 pubblica il suo primo album 33 giri, Adriano Celentano con Giulio Libano e la sua orchestra, che è una raccolta di brani già pubblicati e due inediti. Incide anche il singolo Impazzivo per te che resta in classifica per sei mesi seguito dal secondo LP, Furore. Nel febbraio 1961 partecipa al Festival di Sanremo in coppia con Little Tony e presenta 24 mila baci con cui arrivano secondi. Il disco però vende moltissimo. Si presenta anche a Canzonissima con Nata per me e ottiene un’altra volta il secondo posto, ma il disco si piazza primo nella classifica delle vendite e  ci resta per 14 settimane. Nel maggio 1962 viene pubblicata Stai lontana da me con musica di Burt Bacharac e, testo di Mogol [1] , con questa canzone vince il Cantagiro e lascia la casa discografica Jolly  per crearne una sua, “Il Clan”. La canzone, pubblicata su un disco tris insieme a Sei rimasta sola e Amami baciami, arriva e rimane prima in classifica per 12 settimane e vende un milione e trecentomila copie. La canzone successiva è  Pregherò (versione italiana di Stand by Me di Ben E. King) che mantiene la prima posizione per cinque settimane- Il 1963 è l'anno di Grazie, prego, scusi e di Sabato triste che arriva prima per cinque settimane. Nel 1964 conosce  l'attrice Claudia Mori[2]  e i due si a sposano. Esce la canzone Il problema più importante seguita nel 1965 da Sono un simpatico, tutte canzoni diventate dei classici. Il Clan non si limita ed essere una casa discografica ma si dedica anche alla ricerca di nuovi talenti e toglie artisti alla sua ex etichetta, la Jolly, che gli fa causa chiedendo al cantante un risarcimento di 500 milioni di lire. Nel giro di due anni la causa termina con la vittoria di Celentano che non dovrà pagare alcuna penale. L’esperienza giudiziaria induce Celentano a ridurre la sua attività di lancio di nuovi cantanti fino a distribuire solamente le produzioni sue e della moglie, Claudia Mori. Nel 1965 il singolo La festa raggiunge la prima posizione e la mantiene per cinque settimane. Nel 1966, dopo cinque anni, Celentano decide di tornare al Festival di Sanremo con Il ragazzo della via Gluck, presentata con il Trio del Clan: si classifica agli ultimi posti ma avrà un importante successo di vendite, diventando insieme ad Azzurro una delle sue canzoni più note. Entra nel Clan Paolo Conte che esordisce nel 1966 per le musiche della canzone inserita come retro di Il ragazzo della via Gluck, intitolata Chi era Lui; Conte scriverà poi (in collaborazione con il maestro Michele Virano) le musiche dei due successi degli anni successivi: La coppia più bella del mondo del 1967, e Azzurro del 1968 che è primo in classifica per quattro settimane. Anche la canzone del lato B del disco è famosissima: si tratta di Una carezza in un pugno. Il tono da predicatore ritorna in Tre passi avanti, Torno sui miei passi e, soprattutto, in Chi non lavora non fa l'amore (prima classificata al Festival di Sanremo 1970) che, pur portandolo costantemente in testa alle classifiche, lo rendono insopportabile da parte del pubblico dei giovanissimi (sono gli anni della contestazione giovanile). In ambito musicale, i primi anni settanta vedono Adriano sempre in classifica con brani come Viola,  Sotto le lenzuola (ultima canzone con la quale partecipa al Festival di Sanremo nel 1971), ed Er più. Il 1972 è l'anno di un nuovo successo ecologista, Un albero di trenta piani, contro la speculazione edilizia e l'inquinamento. La canzone è contenuta nel 33 giri I mali del secolo, dove ogni traccia affronta un problema sociale. Con Prisencolinensinainciusol, pubblicato ad inizio novembre del 1972, uno strano brano con suoni sconclusionati pseudo-inglesi, conquista un primato mondiale: la canzone, infatti (considerata da Celentano il primo rap italiano) entra in classifica negli Stati Uniti, cosa rara per un cantante italiano. In Italia la canzone diventerà poi sigla del programma radiofonico Gran varietà. Nel 1973 annuncia la sua partecipazione al Festival di Sanremo, con il brano L'unica chance,  ma poi si ritira  per motivi di salute; il brano riscuote meno successo di altri, al contrario del 45 giri del 1974, Bellissima. Nel 1974 Celentano dirige, scrive, sceneggia, interpreta e produce un nuovo film, “Yuppi du”; anche in questo caso la canzone che prende il titolo dal film, scritta dal solo Celentano, è un successo. Torna alle tematiche sociali nel 1976 con Svalutation, analisi della situazione italiana dell'inflazione e della nascita del terrorismo a tempo di rock. Dopo sei anni di lontananza dai bagni di folla,  il 1977 è l'anno del ritorno ai concerti, organizzati per la prima volta negli stadi. L'attività come attore riprende  nel 1978 quando dirige il suo terzo film “Geppo il folle”, un musical in cui interpreta un cantante di successo che nutre il sogno di incontrare Barbra Streisand. Seguono altri successi come le canzoni Ti avrò del 1978 e Soli nel 1979; alla fine del decennio però, come Mina, anche Celentano decide di chiudere con i concerti: fino al 1994 (anno del tour europeo) non effettuerà più tournée. Negli anni ’80 Celentano si dedica al cinema e gira molti film con risultati di pubblico alterni. I titoli: “Mani di velluto”, “ Il bisbetico domato”, “Qua la mano”, “Asso”,  “Innamorato pazzo”, “Grand Hotel Excelsior, “Segni particolari: bellissimo”,  “Bingo Bongo”, “Sing Sing”, “Lui è peggio di me”.Nel 1982 pubblica un libro autobiografico con la collaborazione di Ludovica Ripa di Meana: "Il paradiso è un cavallo bianco che non suda mai". Il 1985 è l'anno del suo film più discusso e sua ultima regia: “Joan Lui” che si rivela un fallimento dal punto di vista economico. Nel 1991 torna con un album intitolato Il re degli ignoranti a cui affianca l’uscita dell'omonimo libro. L'album riscuote un buon successo con circa mezzo milione di copie vendute.nel 1987 esce nelle sale “Jackpot” che sarà il suo ultimo film risultando un fallimento.Nel 1994 pubblica un nuovo album, Quel punto. Il testo dell'omonima canzone è oggetto di critiche per via del tema trattato (femminilità in pericolo a causa dei transessuali). L'album viene ritirato dal mercato dopo poche settimane dall’uscita per problemi di copyright. Nel 1995 produce l'album Arrivano gli uomini, con tanto di videoclip mandato in onda su Rai Uno, ma il disco non supera le 150 000 copie vendute. Nel 1998, mentre prepara il suo ritorno in televisione, pubblica un album con Mina, che risulta un successo con 1 600 000 copie vendute. Nel 1999  realizza l'altrettanto fortunato Io non so parlar d'amore (oltre 2 000 000 di copie) che è considerato da alcuni l'album della "rinascita" artistica. L'album contiene canzoni come Gelosia, L'emozione non ha voce, L'arcobaleno scritta da Mogol su musiche di Gianni Bella e dedicata a Lucio Battisti e Senza amore del giovane Carlo Mazzoni che diventano ben presto veri tormentoni e trasportano questo album per tantissimo tempo ai vertici della hit parade italiana. Nel 2000 incidea l'album Esco di rado e parlo ancora meno, altro grande successo (1 800 000 copie vendute con canzoni scritte da Ivano Fossati e dallo stesso Celentano. Il singolo di lancio è Per averti, che avrà un grande successo radiofonico. 

Note:

[1] Mogol, nome d’arte di Giulio Rapetti, nasce a Milano 1l 17 agosto 1936: è autore di testi e produttore discografico. Figlio d’arte, entra all’editrice musicale Ricordi dove il padre lavora e inizia a scrivere canzoni nei primi anni ’60. Moltissimi i successi firmati da lui per cantanti italiani e stranieri. Deve parte della sua fama alla lunga collaborazione con Lucio Battisti, iniziata nel 1965 e finita nel 1980, per divergenze economiche.

[2] Claudia Mori, (nome d’arte di Claudia Moroni), nata nel 1944 è attrice, cantante e produttrice discografica. Attrice fin dagli anni ’60, nel 1964 si sposa con Celentano; nel 1967 canta insieme a lui Siamo la coppia più bella del mondo vincendo il Festival di Sanremo. Continua con successo  entrambe le carriere fino al 1994, anno del ritiro dalle scene.

Gianni Morandi, all'anagrafe Gian Luigi Morandi, nato a Monghidoro l’11 dicembre 1944, è un cantante, attore e conduttore televisivo italiano. Esordisce nel mondo discografico nel 1962 con Andavo a cento all'ora, seguito a breve dal suo primo successo, Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte. Con In ginocchio da te Morandi vince il Cantagiro 1964 con più di un milione di copie vendute e rimane al primo posto della hit parade per 17 settimane consecutive; lo stesso anno incide Non son degno di te, che vince il neonato Festival delle Rose. Il brano resta primo per otto settimane, assieme a Se non avessi più te;  Si fa sera e La fisarmonica restano primi per quattro settimane.         Il successo di questi brani è tale che sono seguiti da film tematici sulle canzoni. Nel 1966 vince “Canzonissima” con Non son degno di te e il “Cantagiro” con Notte di ferragosto che resta prima in classifica per tre settimane. Incide la canzone impegnata, sulla guerra del Vietnam, C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. La canzone non viene pubblicizzata per motivi politici e resta prima in classifica per “solo” due settimane. Esce Un mondo d'amore, prima per quattro settimane, nel 1968 vince una seconda edizione di Canzonissima con Scende la pioggia, traduzione di Eleonore della band americana The  Turtles, che resta prima in classifica per cinque settimane, successo ripetuto l'anno seguente con Ma chi se ne importa vincitrice di Canzonissima 1969. A  dicembre esce il singolo Belinda, primo in classifica per due settimane. Nel 1970 rappresenta l'Italia all'Eurovision Song Contest di Amsterdam con Occhi di ragazza, classificandosi all'ottavo posto. A Canzonissima 1970 si classifica al secondo posto con Capriccio. Per il resto del decennio, il cantante incide diverse canzoni di stampo politico Al bar si muore e recita nel film “Le castagne sono buone”. Durante tutti gli anni '70 il successo di Morandi si attenua perché considerato un cantante tradizionalista e commerciale ma resta sempre ai vertici della scena musicale. Al Festival di Sanremo 1972, la canzone Vado a lavorare si classifica al quarto posto (ma il disco vende poco), mentre a Canzonissima 1972, la canzone Il mondo cambierà giunge terza. Nel 1975 incide Il mondo di frutta candita, interamente scritto da Ivano Fossati e Oscar Prudente, che diviene la sigla della trasmissione RAI “Alle nove della sera”; Sei forte papà, che ottiene un discreto successo, è scelto come sigla per lo spettacolo “Rete tre” che conduce insieme a Ombretta Colli [3]. Nel 1981 fonda la Nazionale italiana cantanti, squadra di calcio impegnata in attività di solidarietà e incide il singolo Canzoni stonate, scritto da Mogol e Aldo Donati, che viene ben accolto dal pubblico. Negli anni seguenti effettua  tournée negli Stati Uniti e in Canada esibendosi al Madison Square Garden di New York, a Filadelfia, a Boston e a Toronto accompagnato dal gruppo del Coro degli Angeli. Nel 1983 partecipa al Festival di Sanremo con La mia nemica amatissima seguita da una tournée in Russia e in Asia sempre accompagnato sempre dal Coro degli Angeli. Nel 1985 incide un nuovo album Uno su mille che ottiene un buon successo trascinato dal brano omonimo. Torna al Festival di Sanremo del 1987 insieme a Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri e vince con Si può dare di più; nell'anno successivo registra, insieme a Lucio Dalla, l’album Dalla/Morandi in cui  spiccano Chiedi chi erano i Beatles e Che cosa resterà di me. Nel 1989 esce Varietà, album di buon successo grazie al singolo Bella signora. Nel 1992 esce il singolo Banane e lampone ben accolto dal pubblico a cui segue una tournée che lo vedrà impegnato per oltre un anno registrando 270 date nei teatri italiani e alcune tappe in Europa,  USA e  Canada. Nel 1995 torna a Sanremo cantando In amore in coppia con Barbara Cola e arriva secondo in classifica. Nel 1996 incide l'album Morandi e con la canzone La Regina dell'ultimo tango, partecipa al Festivalbar 1996. Nel 1998 esce il doppio CD 30 volte Morandi, album che contiene tre inediti e 27 brani dell'artista con nuovi arrangiamenti. Nel 1999 conduce su Raiuno la trasmissione autobiografica C'era un ragazzo che ottiene una media di 9 milioni di telespettatori a puntata. Occasionalmente Morandi è stato cantautore e compositore per altri artisti. Gianni Morandi è considerato una delle colonne portanti della musica leggera italiana, con oltre 50 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. 

Luigi Tenco (Cassine, 21 marzo 1938 – Sanremo, 26 gennaio 1967) è stato cantautore, attore, poeta, compositore e polistrumentista italiano. Scopre l’attitudine per la musica in giovane età e impara a suonare pianoforte, chitarra, clarinetto e sassofono. Inizia la carriera musicale con gruppi jazz, come il Trio Garibaldi di Marcello Minerbi, per poi passare nel 1958 al rock nel gruppo dei Diavoli del Rock. In queste prime esperienze viene a contatto con Bruno Lauzi, Fabrizio De André,  Gino Paoli, Sergio Endrigo, Gian Franco Reverberi, Enzo Jannacci per citare i più noti. Alla fine degli anni Cinquanta si trasferisce a Milano e fa il suo esordio discografico con il gruppo I Cavalieri con cui incide i brani: Mai, Giurami tu, Mi chiedi solo amore, Senza parole,  pubblicati su due 45 giri. Nell'estate 1961, Tenco partì per la sua prima tournée in Germania, in compagnia di Paolo Tomelleri, Gian Franco Reverberi, Giorgio Gaber e Adriano Celentano. Lo stesso autunno esce il suo primo 45 giri da solista intitolato I miei giorni perduti. Nel 1962 partecipa ad una breve esperienza cinematografica, con il film “La cuccagna”, di Luciano Salce dove canta il brano La ballata dell'eroe, composta dall'amico De André. Il primo 33 giri di Tenco esce proprio quell'anno con successi quali Mi sono innamorato di te, Angela e Cara maestra (per questo brano fu allontanato dalle trasmissioni RAI per due anni). Nel 1964 le sue canzoni Io sì e Una brava ragazza sono fermate dalla censura mentre agli inizi del 1965 partecipa al film musicale “008: Operazione ritmo”, di Tullio Piacentini, distribuito con successo in tutta Italia. Nello stesso anno viene chiamato per il servizio militare nei Lupi di Toscana di Scandicci ma riesce a terminare il servizio prima dei termini per motivi di salute. Si trasferisce a Roma e firma un contratto con la RCA Italiana per cui incide Un giorno dopo l'altro, che diventa la sigla dello sceneggiato televisivo “Il commissario Maigret”. Altri successi dell'epoca furono Lontano lontano (in gara a Un disco per l'estate 1966), Uno di questi giorni ti sposerò, E se ci diranno, Ognuno è libero. A Roma conosce la cantante italo-francese Dalida, con la quale ha una relazione. Nello stesso periodo Tenco collabora anche con il gruppo beat The Primitives di Mal, per i quali scrisse con Sergio Bardotti, il testo italiano di due canzoni: I ain't gonna eat my heart out anymore, che diventò il grande successo italiano Yeeeeeeh!, e Thunder 'n' Lightnin, tradotta in Johnny no! e contenuta nell'album del gruppo Blow Up. Nel 1967 si presenta al Festival di Sanremo (con scarso entusiasmo a detta di Fabrizio De André) con la canzone Ciao amore ciao, in coppia con Dalila). Il brano non viene apprezzato dalle giurie del Festival e non è ammesso alla serata finale, classificandosi al dodicesimo posto. Nel ripescaggio previsto viene rimessa in gara la canzone La rivoluzione di Gianni Pettenati e pare che Tenco sia stato preso dallo sconforto. Il cantante, che sembra facesse uso di barbiturici,  viene ritrovato morto nella sua camera dell’albergo per un colpo di pistola alla testa. La sua morte resta avvolta dal mistero perché Tenco aveva minacciato di svelare il giro d scommesse clandestine legate al Festival canoro. Nel 2006 la Procura della Repubblica chiude in modo definitivo il caso come suicidio. 

Note:

 [3] Ombretta Colli cantante e attrice, moglie del cantante Giorgio Gaber. 

Gino Paoli (Monfalcone, 23 settembre 1934) è un cantautore, musicista ed ex politico italiano. Nasce a Monfalcone ma la sua famiglia si trasferisce a Genova quando è ancora piccolo. Riceve dalla madre pianista l'amore per la musica. Lascia presto gli studi e frequenta un gruppo di amici che costituiranno il primo nucleo della cosiddetta Scuola genoves dei cantautorie: Luigi Tenco (con cui forma il gruppo "I Diavoli del Rock"), Bruno Lauzi, Fabrizio De André, Umberto Bindi, Joe Sentieri, Giorgio Calabrese, i fratelli Gian Piero e Gian Franco Reverberi. Sono questi ultimi, musicisti professionisti, a far convocare a Milano Paoli e i suoi amici Bindi e Tenco per una audizione presso la Dischi Ricordi, da poco costituitasi come casa discografica. Sotto la direzione artistica di Nanni Ricordi, Gino realizza nel 1959 i suoi primi 45 giri La tua mano, Non occupatemi il telefono, Senza parole, Sassi che passano inosservati. Stesso destino sembra toccare al disco successivo La gatta, brano autobiografico pubblicato nel 1960, che nei primi tre mesi vende poco ma gradualmente il brano arrivi in classifica, attirando l’attenzione del paroliere Mogol, che fa da prestanome al giovane Paoli, non ancora iscritto alla SIAE. Mogol propone a Mina, allora già affermata, di incidere Il cielo in una stanza, scritta da Paoli, e il brano raggiunge un enorme successo di vendite confermando il valore di Gino Paoli come cantautore. Nel 1961 Gino conosce Ornella Vanoni e intreccia con lei una relazione sentimentale, che ispira alcune delle sue canzoni d'amore più famose: Senza fine, Anche se, Me in tutto il mondo. Partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo con Un uomo vivo, in coppia con il vincitore dell'anno precedente, Tony Dallara e si classifica al 10° posto Nello stesso anno scrive per Sergio Endrigo la canzone Gli innamorati sono sempre soli, con cui il cantautore istriano partecipa ad aprile al Festival di Diano Marina e che in seguito inciderà lui stesso perché la versione di Endrigo resta inedita. In questo periodo purtroppo diventa dipendente dagli alcolici. In occasione della tournée nei locali italiani del 1962  incontra Stefania Sandrelli, allora giovanissima attrice, e se ne innamora. Dal loro legame, giudicato scandaloso dalla stampa e dall'opinione pubblica (Paoli era sposato e in attesa di un figlio dalla moglie) nascerà Amanda, oggi attrice affermata. Nanni Ricordi esce dall'omonima casa discografica e approda alla RCA Italiana seguito da Paoli che nel 1963 incide quello che si rivelerà il 45 giri di maggior successo di tutta la sua carriera: Sapore di sale, arrangiato da Ennio Morricone e con Gato Barbieri al sassofono. Partecipa al Cantagiro del 1963 e scrive un altro brano di successo, Che cosa c'è; nel luglio dello stesso anno tenta il suicidio (sembra per problemi sentimentali) sparandosi un colpo di pistola al cuore, ma sopravvive. Nel 1964 partecipa al Festival di Sanremo con Ieri ho incontrato mia madre, in coppia con Antonio Prieto[4] . La canzone ottiene un buon successo arrivando alla serata finale del Festival (4° posto). Dopo alcune canzoni da lui non scritte ma solo interpretate (Lei sta con te, Rimpiangerai rimpiangerai) chiude il contratto con la RCA e  firma con la CGD, ma il suo periodo d'oro è terminato. La successiva partecipazione a Sanremo con La carta vincente del 1966, in coppia con Ricardo[4] , va male e il brano non accede alla finale. È in questo periodo che diventa tossico dipendente e riuscirà a smettere soltanto dopo un terribile incidente in auto che non avrà conseguenze sulla sua salute. Sul finire degli anni sessanta pubblica alcuni 45 giri, tra cui Se Dio ti dà (in gara a Un disco per l'estate 1968), Come si fa (1969), Il tuo viso di Sole (1969), brani che verranno successivamente inseriti nell'album triplo Le due facce dell'amore (1971). In questi anni Paoli si afferma come editore musicale e grazie alla fortunosa acquisizione dei diritti sui successi dei Bee Gees può contare su una rendita che gli permettere di vivere decorosamente nonostante che i suoi dischi restino per lo più invenduti. Il grande successo di pubblico torna inaspettatamente con Una lunga storia d'amore, che Paoli compone in origine per la colonna sonora di “Una donna allo specchio”, film del 1984 interpretato dalla Sandrelli, e che si aggiunge al suo repertorio, al pari dei suoi vecchi successi. Il brano viene inserito nell'LP La Luna e il Sig. Hyde uscito nell'ottobre 1984, che insieme ad Averti addosso (canzone premiata al club Tenco) spinge l'album in classifica. Nel 1985 Gino Paoli e Ornella Vanoni portano in giro per l'Italia un tour trionfale, da cui viene realizzato il doppio album live Insieme, che ottiene un grande successo. In quel medesimo periodo escono tra gli altri: Ti lascio una canzone, Cosa farò da grande (1986) e Questione di sopravvivenza (1988), brani con un buon consenso di pubblico. Nel 1989 partecipa di nuovo al Festival di Sanremo con Questa volta no, brano pensato all’origine per Ornella Vanoni, anche lei in gara al Festival: la canzone si classifica al 13º posto. Il 1991 è l'anno del successo di Matto come un gatto, album il cui brano trainante Quattro amici vince il Festivalbar. Nel 1992 esce l'album Senza contorno, solo... per un'ora, ennesima raccolta di suoi vecchi brani di successo con gli inediti Senza contorno e La bella e la bestia, canzone composta per i titoli di coda della versione italiana dell'omonimo film della Disney e cantata insieme alla figlia Amanda Sandrelli. Nel 1996 esce Appropriazione indebita, in cui Paoli rielabora alcuni classici di Charles Aznavour, James Taylor, John Lennon e di altri grandi musicisti internazionali. Nell'ottobre 1998 incide Pomodori, un album in cui spicca il brano dedicato a Marcello Mastroianni, Noi che non ci siamo accorti. Il disco è composto da canzoni ben scritte e melodie orecchiabili, ma nonostante il buon livello di  tutti i brani del disco, l'album non arriva al grande pubblico. Partecipa nuovamente al Festival di Sanremo del 2002 con la canzone Un altro amore , classificandosi al terzo posto. Nella sua carriera  si è occupato anche di musica per colonne sonore di film. 

Umberto Bindi , all’anagrafe Umberto Emilio (Bogliasco, 12 maggio 1932 – Roma, 23 maggio 2002) è stato un cantautore, compositore e pianista italiano. Insieme a Bruno Lauzi, Gino Paoli, Fabrizio De André e Luigi Tenco è uno dei maggiori esponenti della cosiddetta scuola genovese, un nucleo di artisti che rinnovò profondamente la musica leggera italiana. Bindi in particolare è quello meglio preparato musicalmente, e la sua propensione per una melodia elegante e per arrangiamenti sontuosi lo avvicinano ai cantanti da musica classica. I suoi brani migliori hanno i testi del paroliere Giorgio Calabrese: con lui scrive Arrivederci (classificatasi seconda assoluta a Canzonissima 1959), Il nostro concerto (1960), in cui mette a frutto i suoi studi in un'introduzione strumentale lunga più di 70 secondi e che raggiunge la prima posizione in classifica per 10 settimane, Vento di mare, e Non mi dire chi sei (che partecipò al Festival di Sanremo 1961). Con Gino Paoli scrive Il mio mondo, Un ricordo d'amore e L'amore è come un bimbo. Con Franco Califano e Nisa scrive La musica è finita (1967) per Ornella Vanoni e Per vivere (1968) per Iva Zanicchi. Ma nonostante i riconoscimenti ricevuti, col passare del tempo, Bindi incontra sempre maggiori difficoltà nell'ambiente musicale, in parte per la scarsa richiesta di compositori dotati del suo tocco raffinato, ma soprattutto a causa della discriminazione dovuta alla sua omosessualità. Nel 1972 pubblica l’album Con il passare del tempo, con arrangiamenti di Bill Conti. La prima canzone dell'album, Io e la musica, con testo di Bruno Lauzi, è una canzone autobiografica, in cui parla della musica che ha alleviato i suoi dolori. Nel 1973 l'amico e paroliere Giorgio Calabrese scrive per lui un programma in onda sul secondo canale della Rai, intitolato come il suo album, Con il passare del tempo. In questo programma si racconta a lo stesso Calabrese e la conversazione è pretesto per eseguire alcuni dei brani contenuti nel disco. Nel 1976 partecipa al programma della Rai “Adesso musica” per presentare il suo nuovo LP, Io e il mare, che contiene ben quattro brani strumentali. In quella occasione ribadisce di non essere un cantante, ma un compositore che scrive canzoni, e afferma che i brani strumentali del disco sono, almeno per lui, più importanti delle canzoni; suona al piano una parte del brano strumentale L'alba sovrapponendosi al suono del disco e canta Io e il mare (testo di Bruno Lauzi) accompagnandosi al pianoforte. Nel 1982 pubblica l'album D'ora in poi: il poeta Sergio Bardotti scrive i testi dell'album, lo realizza e lo produce. Nel 1985 esce l'album Bindi, nel quale il cantante duetta insieme a Loredana Berté, Antonella Ruggiero dei Matia Bazar, Anna Identici, Fiorella Mannoia, Ornella Vanoni, Celeste, Sônia Braga e il Gruppo Vocale Kappy Y Nerey. Dopo un periodo di parziale attività, incontra nel 1995 Renato Zero che, ascoltati i numerosi brani che Bindi aveva nel cassetto, decide di produrre un suo disco. Così Bindi partecipa al Festival di Sanremo 1996, con la canzoni Letti, in coppia con i New Trolls. Il CD, che si chiama Di coraggio non si muore, contiene È tutto qua cantata da Renato Zero e L'approdo con introduzione parlata sempre di Zero. Sempre di quell’anno è  l'antologia Il mio mondo, incentrata sempre e solo sui brani degli anni sessanta. 

 Sergio Endrigo (Pola, 15 giugno 1933 – Roma, 7 settembre 2005) è stato un cantautore italiano. Arriva come profugo in Italia nel dopoguerra e abita prima a Brindisi, poi a Venezia. Orfano del padre inizia a lavorare presto per aiutare la madre. Lavora come facchino all'Hotel Excelsior e come fattorino alla Mostra del Cinema; nello stesso questo periodo impara a suonare la chitarra e in breve tempo trova un ingaggio come cantante e contrabbassista in varie orchestre fino a entrare nella formazione di Riccardo Rauchi, dove conosce Riccardo Del Turco (che poi diviene suo cognato). Con la formazione di Rauchi ha il suo debutto discografico come cantante nel 1959, con un 45 giri che include Non occupatemi il telefono e Ghiaccio bollente. Con la formazione di Rauchi partecipa al primo “Burlamacco d'oro” nel 1959, presentando la canzone Notte, lunga notte, scritta da Franco Migliacci ed Enrico Polito, e si classifica primo a pari merito con Arturo Testa; nello stesso anno incide per le Edizioni musicali Ariston, un singolo con Arrivederci / Nuvola per due (con musica di Umberto Bindi). Nel 1960 cambia casa discografica e spinto da Nanni Ricordi scrive alcuni pezzi (Bolle di Sapone, I tuoi vent'anni, La brava gente e Chiedi al tuo cuore) che, seppure scritti da Endrigo, sono  firmati da Mariano Rapetti, il padre di Mogol. Nell'aprile 1961 partecipa con la canzone Gli innamorati sono sempre soli, scritta per lui da Gino Paoli, al Festival di Diano Marina e nell’anno seguente pubblica una delle sue canzoni più famose, Io che amo solo te, brano che sarà poi  ripreso da molti interpreti importanti. Esce il suo primo album da solista intitolato Sergio Endrigo, che comprende, oltre a Io che amo solo te, altri classici come Vecchia balera, La periferia, Il soldato di Napoleone (su testi di Pier Paolo Pasolini tratti dalla raccolta “La meglio gioventù”), Aria di neve e altri. Nel 1964 sincide un secondo album dal titolo Endrigo, con altri classici come Se le cose stanno così, Annamaria, La rosa bianca, Era d'estate, La guerra. Nel 1965 appare nelle sale cinematografiche interprete dei Musicarelli diretti e prodotti da Tullio Piacentini Questi Pazzi Pazzi Italiani e 008 Operazione Ritmo. In quel periodo compone uno dei suoi brani più belli e famosi, Te lo leggo negli occhi, interpretato poi da Dino e da Giorgio Gaber, Mani bucate e Teresa. Debutta al Festival di Sanremo nel 1966 con Adesso sì, che in quello stesso anno viene incisa anche dall’esordiente Lucio Battisti nella raccolta Sanremo '66 della Dischi Ricordi. Sempre nel 1966 esce il terzo LP che si intitolava di nuovo Endrigo e comprende oltre ad Adesso si, canzoni come Girotondo intorno al mondo, Dimmi la verità, La donna del Sud (di Bruno Lauzi), e La ballata dell'ex, sul tema della guerra partigiana. Nel 1967 torna  a Sanremo con Dove credi di andare, abbinato con Memo Remigi. L'anno seguente ottiene la vittoria con Canzone per te in coppia con Roberto Carlos[4]. È la prima volta che vince il Festival di Sanremo un cantautore, così critici e opinione pubblica non possono evitare di accostare l'evento alla tragica morte di Luigi Tenco del 1967. Il nuovo LP del 1968, sempre intitolato Endrigo, comprende oltre alla canzone vincitrice di Sanremo e Marianne, classici come La colomba, Il primo bicchiere di vino, Dove credi di andare, Anch'io ti ricorderò, Il dolce paese, Il treno che viene dal Sud e altri. Nel 1969 Endrigo giunge secondo a Sanremo, cantando in coppia con la gallese Mary Hopkin[5] la sua Lontano dagli occhi. L'anno successivo si classifica terzo con L'arca di Noè, cantata assieme a Iva Zanicchi. Di minore riscontro è la sua sesta partecipazione consecutiva del 1971, quando si posiziona undicesimo con Una storia, abbinato con i New Trolls che ne danno una versione in stile rock progressivo. Endrigo torna ancora a calcare il palcoscenico sanremese nel 1973 con Elisa Elisa, nel 1976 con Quando c'era il mare e un'ultima volta nel 1986, con Canzone italiana, che a differenza di tutte le altre con le quali ha gareggiato in passato, non è scritta da lui ma da Claudio Mattone. Sergio Endrigo è ricordato anche per le sue canzoni per bambini come La casa (testo e musica originali di Vinícius de Moraes[6], tradotta da Sergio Bardotti), contenuta nell'album La vita, amico, è l'arte dell'incontro (1969): quest'ultimo viene inciso con i due poeti Vinícius de Moraes e Giuseppe Ungaretti e musicisti come il chitarrista brasiliano Toquinho, Maurizio De Angelis, il batterista Enzo Restuccia e Giovanni Tommaso. Sempre con la collaborazione di de Moraes incide nel 1972 un disco di canzoni per bambini dedicate agli animali, L'Arca: tra queste sono da ricordare La papera, La pulce ma soprattutto la celebre Il pappagallo. Due anni dopo mette in musica, con la collaborazione di Luis Bacalov[7], alcune poesie per bambini scritte da Gianni Rodari[8] per l'album Ci vuole un fiore, la cui canzone omonima diviene popolarissima presso il pubblico. Celebri i versi "Per fare un tavolo ci vuole il legno, / per fare il legno ci vuole l'albero, / ... per fare tutto ci vuole un fiore", ma fanno ormai parte del nostro  patrimonio culturale anche Un signore di Scandicci, Mi ha fatto la mia mamma (una sorta di velata educazione sessuale) e Napoleone. La sua ultima tournée è stata a Cuba e nell’America Latina nel 2000. 

Bruno Lauzi (Asmara, 8 agosto 1937 – Peschiera Borromeo, 24 ottobre 2006) è stato un cantautore, compositore e cabarettista italiano. Si avvicina alla musica negli anni Cinquanta con l'amico Luigi Tenco, compagno di banco al ginnasio,  con il quale forma un gruppo musicale e inizia a scrivere i primi brani. Segue gli studi universitari di giurisprudenza all'Università statale di Milano dedicandosi contemporaneamente al jazz e all'ascolto dei cantautori francesi, come Jacques Brel, Georges Brassens e Charles Aznavour. Nel 1960 debutta come autore, con Bella, cantata da Giorgio Gaber. Inizia la carriera come cantautore nel 1962, con uno pseudonimo.  incidendo due canzoni in genovese, dalle sonorità brasiliane, A Bertoela e O frigideiro, che gli aprono le porte del cabaret. Il successo con il suo vero nome avviene con una serie di canzoni: Ritornerai, Ti ruberò, Margherita, Viva la libertà, e Il poeta (scritta nel 1963 e considerata dalla critica uno dei manifesti della scuola genovese). È del 1965 la sua unica partecipazione al Festival di Sanremo con il brano Il tuo amore, un valzer che riecheggia atmosfere francesi, ignorato dalle giurie e non ammesso alla finale. Lauzi rimane molto scosso dal suicidio dell’amico Tenco, avvenuto durante il festival di Sanremo 1967, tanto che ne criticherà anche la celebrazione postuma fatta da Fabrizio De André in Preghiera in gennaio, che egli interpreta quasi come un'apologia del suicidio .Lauzi alterna al filone romantico canzoni umoristiche, come la già citata O frigideiro e Garibaldi blues: questo aspetto del suo talento creativo lo porta a collaborare con comici e cabarettisti quali Lino Toffolo ed Enzo Jannacci, per i quali scrive diverse canzoni, tra cui Il metrò e Ragazzo padre, oltre a dedicarsi alle canzoni per bambini, come le celebri Johnny Bassotto e La tartaruga. Verso la metà degli anni Sessanta con Jannacci, Toffolo e Cochi e Renato, entra a far parte del “Gruppo Motore”, nato nel cabaret milanese “Cab 64” e operativo fino al successo televisivo della coppia Cochi e Renato nei primi anni Settanta. In quegli anni inizia la collaborazione con Mogol e Battisti, che lo portano alla loro casa discografica Numero Uno[9], e scrivono a loro volta per lui diversi motivi di successo: Mary oh Mary, E penso a te, Amore caro, amore bello, L'aquila e Un uomo che ti ama. Lauzi non mancherà però di criticare alcune canzoni di Mogol, ritenute con testi troppo banali e commerciali. È alla casa discografica che l'artista conosce il giovane cantautore napoletano,  Edoardo Bennato, con cui scrive Lei non è qui... non è là. Negli ultimi anni di vita, nonostante la malattia invalidante che l'aveva colpito (morbo di Parkinson), Lauzi promuove diverse iniziative per la raccolta di fondi per lo studio e l'assistenza agli ammalati di Parkinson con una serie di dischi e poesie appositamente dedicati. 

Note:

[4] Antonio Prieto (Iquique, 26 maggio 1926 - Santiaglo del Chile, 14 luglio 2011) attore e cantante cileno molto noto nell'America latina. Il suo maggior successo, La Novia, fu interpretato da Domenico Modugno e Tony Dallara.

[5] Ricardo è un artista circense famoso in quel periodo che dopo lo scarso successo ritorna alla sua attività.

[6] Roberto Carlos (Espirito Santo, 19 aprile 1941) cantante brasiliano famoso in Italia per alcune sue canzoni.

[7] Mary Hopkin (Pontardawe, 3 maggio 1950) cantante britannica celebre alla fine degli anni ’60. Grandissimo successo per la sue canzoni Those Were the Days del 1968 e Goodbye del 1969. Quando partecipa al Festival è una star internazionale. Sposatasi col produttore Tony Visconti lasciò le scene.

[8] Vinicius de Moraes (Rio de Janeiro, 19 ottobre 1913 – Rio de Janeiro, 9 luglio 1980) poeta, cantante, compositore e drammaturgo brasiliano

[9] Luis Enríquez Bacalov (Ciudad del Libertador, 30 agosto 1933 - Roma, 15 novembre 2017) è stato pianista, compositore, direttore d'orchestra e arrangiatore argentino naturalizzato italiano, famoso per le sue colonne sonore cinematografiche.

[10] Gianni Rodari (Omegna, 23 ottobre 1920 – Roma, 14 aprile 1980) scrittore, poeta e pedagogista specializzato in letteratura per l’infanzia.

[11] Numero Uno, casa discografica di Milano nata nel 1969 per iniziativa di Mogol e di un gruppo di artisti che lavoravano con la Dischi Ricordi e volevano uscirne. Ha chiuso nel 1998.

Giorgio Gaber, pseudonimo di Giorgio Gaberscik, (Milano, 25 gennaio 1939 – Montemagno di Camaiore, 1º gennaio 2003), è stato cantautore, commediografo, attore, cabarettista, chitarrista  e regista teatrale. Inizia a suonare la chitarra regalatagli dal padre per ovviare ad una lieve paralisi alla mano che gli era rimasta come postumo dalla polmonite. I suoi modelli di riferimento sono jazzisti statunitensi: da adolescente non pensa a cantare ma resta essenzialmente uno strumentista. Inizia a suonare a Milano nel gruppo jazz “Ghigo e gli Arrabbiati” esordiendo al festival jazz del 1954. Dopo due anni di spettacoli, tra musica leggera e jazz, entra nei Rock Boys, il complesso di Adriano Celentano, in cui al pianoforte suona Enzo Jannacci. Conosce in questo periodo Luigi Tenco, e  con lui forma il suo primo gruppo, I Rocky Mountains Old Times Stompers,  composto da Jannacci al pianoforte, Tenco e Paolo Tomelleri al sax, Gaber e Gian Franco Reverberi alla chitarra. Tra il 1957 e il 1958 Gaber, Tenco, Jannacci, Tomelleri e Reverberi partecipano ad una tournée di Adriano Celentano in Germania. Nell’estate del 1958 trascorre la stagione estiva suonando nei locali in un trio basso-chitarra-pianoforte con Tenco, sperimentando per la prima volta le sue doti di cantante. Viene notato da Nanni Ricordi, direttore artistico dell'omonima casa editrice musicale, che lo invita per un provino. Gaber inizia così la carriera da solista, con l'incisione per la neonata Dischi Ricordi, branca della storica casa editrice musicale[12] per la musica leggera, di quattro canzoni, due originali in italiano: Ciao ti dirò (rock) e Da te era bello restar (lento), e due cover di  successi americani: Be-Bop-A-Lula e Love Me Forever. Nel 1959 forma un duo con Jannacci (I Due Corsari) che incide un primo 45 giri 24 ore / Ehi! Stella. Tra quelli che seguono è da ricordare Una fetta di limone del 1960. Gaber raggiunge il successo con il lento Non arrossire, con il quale partecipa alla “Sei giorni della canzone” e sempre nel 1960 incide la sua canzone più conosciuta tra quelle del primo periodo, La ballata del Cerutti. Gaber apprezza anche la canzone francese in particolare Jacques Brel. Gaber, come Gino Paoli, Sergio Endrigo, Umberto Bindi, Bruno Lauzi, Enzo Jannacci e Luigi Tenco (tutta la scuola genovese), è alla ricerca di un equilibrio tra le influenze americane (rock e jazz) e la canzone francese. Infine la trovano nella canzone d'autore in italiano. Negli anni sessanta Gaber partecipa a quattro edizioni di Sanremo: nel 1961 con il brano Benzina e cerini,  nel 1964 con Così felice,  nel 1966 con Mai, mai, mai (Valentina), in coppia con Pat Boone; nel 1967 con ... E allora dài!. Nel 1967 partecipa anche alla quarta edizione del “Festival delle rose” con il brano Suona chitarra, cantato in duetto con Pippo Franco. In quegli anni alterna l'attività di cantante a quella di presentatore e organizzatore di programmi. Nel 1968 esce l’album L'asse di equilibrio. Partecipa al film musicale western per la Rai “Non cantare, spara”, con protagonista il Quartetto Cetra; e nello stesso periodo incide Torpedo blu, cui seguono Com'è bella la città (esempio di inserimento di tematiche sociali nella canzone) e Il Riccardo (entrambe nel 1969) e Barbera e champagne (nel 1970).  «Personaggio unico per descrivere il quale non ci si può richiamare a nessuno, ha saputo "ricostruirsi" rifuggendo la televisione che per lungo tempo lo aveva inquadrato ai Festival di Sanremo, alle Canzonissime e agli altri varietà di second'ordine (anni Sessanta) e impegnandosi in lunghe tournée teatrali nel corso delle quali , anziché Torpedo blu, cantava e mimava I borghesi son tutti dei porci..[13]. Il 1970 è l'anno della svolta: Gaber rinuncia all'enorme successo televisivo e porta "la canzone a teatro" (creando il genere che prenderà il nome di teatro canzone). Si sente stretto  nella parte di cantante e di presentatore televisivo, costretto a recitare un ruolo. Per questo crea il «Signor G», un personaggio che non recita più un ruolo ma recita se stesso: quindi “una persona piena di contraddizioni e di dolori”, un signore come tutti gli altri. Oltre a inventare un nuovo personaggio, crea un nuovo genere, lo spettacolo a tema con canzoni che lo sviluppano, inframmezzate da monologhi e racconti. Negli anni successivi si dedica interamente all’attività teatrale e gli album successivi saranno tutti incentrati su spettacoli ripresi dal vivo. Nell'estate del 1975 si esibisce davanti a 40.000 persone alla “Festa del proletariato giovanile”, al Parco Lambro a Milano. Gaber chiude il festival dopo Franco Battiato e la PFM. Nel 1991 Gaber prende parte al film “Rossini! Rossini!” di Mario Monicelli nella parte dell'impresario Domenico Barbaja. L'interpretazione gli varrà una candidatura al David di Donatello per il miglior attore non protagonista. Nel  2001 Gaber torna in sala di registrazione per incidere un disco di canzoni a 14 anni di distanza dall’ultimo Piccoli spostamenti del cuore: pubblica così La mia generazione ha perso. Il nuovo lavoro, da un lato presenta alcune canzoni tratte dagli spettacoli teatrali in una nuova registrazione più recente  (Destra-Sinistra e Quando sarò capace d'amare), dall'altro contiene alcuni inediti, di cui il più significativo è La razza in estinzione, il brano che contiene la frase che dà il titolo al disco. Già segnato dalla malattia, Gaber compare comunque nel 2001 in due puntate del programma “125 milioni di caz..te” dell’amico Adriano Celentano; durante lo spettacolo Gaber, Antonio Albanese Dario Fo, Enzo Jannacci e lo stesso Celentano giocano una surreale partita a carte per poi cantare insieme Ho visto un re. Forse è il  successo di quelle serate che lo spinge a mettersi al lavoro per un nuovo disco, ad appena sei mesi di distanza dall'uscita del precedente. Io non mi sento italiano, però viene pubblicato postumo: da tempo malato di cancro ai polmoni Gaber muore il 1° gennaio del 2003. Per i suoi ultimi lavori vince la Targa Tenco del 2001 per la migliore canzone, con il brano La razza in estinzione e la Targa Tenco del 2003 per il miglior album, con Io non mi sento italiano. 

Memo Remigi, pseudonimo di Emidio Remigi (Erba, 27 maggio 1938), è un cantante , paroliere conduttore radiofonico e televisivo italiano. Dopo avere vinto il "Festival della canzone di Liegi" con Oui, je sais, incide i suoi primi 45 giri: Oui je sais / Non ci credo, Ti amo / Le tue lacrime e altri. Nel 1965 partecipa a “Un disco per l'estate” con la canzone Innamorati a Milano, che è il suo maggiore successo come interprete. Nel 1967 esordisce al Festival di Sanremo in coppia con Sergio Endrigo con la canzone Dove credi di andare. Il suo successo Cerchi nell'acqua del 1967 è stato inserito nel film “Vivere per vivere”[14]. Torna a Sanremo altre due volte, nel 1969 con Una famiglia, in coppia con Isabella Iannetti, testo di Alberto Testa, e nel 1973 con Il mondo è qui. Negli anni successivi Remigi si dedica soprattutto alla scrittura componendo, tra l'altro, per Shirley Bassey[15] e Ombretta Colli. È del 1974 la raccolta di canzoni dedicate a Milano nell'album dal titolo Emme come Milano, con testi di Alberto Testa. Scrive la musica di Io ti darò di più, testo di Alberto Testa, portata al successo da Orietta Berti e Ornella Vanoni e canzoni divertenti quali Salvatore, incisa da Ombretta Colli. Partecipa come autore a varie edizioni dello Zecchino d'Oro, vincendo l'edizione del 1979 con la canzone Un Bambino. Dai primi anni settanta comincia a lavorare assiduamente come conduttore radiofonico. Prima conduttore su emittenti TV private, passa poi a programmi per la Rai tra i quali “Qualcosa da dire” e “Con rabbia e con amore”, durante i quali presenta i cantautori di quel periodo. Ottiene un grande successo con il programma di 18 puntate  “A modo mio”, nel quale ha come ospite protagonista per ogni puntata una star dello spettacolo: Lea Massari, Catherine Spaak, Sandra Milo, Rosanna Schiaffino, Loretta Goggi, Claudia Mori e tante altre. Prosegue la sua carriera nella televisione pubblica e si cimenta anche come attore teatrale nella commedia “Un angelo calibro 9”, al fianco di Arnoldo Foà, Rosanna Schiaffino e Lia Zoppelli. Nel 2006 è testimonial della LILT per la Campagna contro il fumo con la canzone - video Basta, basta, sigaretta

 Enzo Jannacci, all'anagrafe Vincenzo Jannacci (Milano, 3 giugno 1935 – Milano, 29 marzo 2013), è stato un cantautore, cabarettista, pianista, compositore, attore, sceneggiatore e medico italiano. Dopo gli studi liceali si diploma al Conservatorio di Milano in armonia, composizione e direzione d’orchestra e studia pianoforte per otto anni. Nel 1956 diventa tastierista dei Rocky Mountains, alla cui voce c'è Tony Dallara, che si esibiscono ripetutamente nei locali milanesi ottenendo un grande successo; tuttavia, alla fine di quell'anno Jannacci lascia il gruppo e conosce Adriano Celentano che gli propone di passare, sempre come tastierista, al suo complesso, i Rock Boys. Il 17 maggio 1957 la band suona al primo "Festival italiano di rock and roll" al Palazzo del Ghiaccio di Milano: questa esibizione del gruppo manda in delirio il pubblico presente, e permette a Celentano di acquisire vasta fama e ottenere un contratto con la casa discografica Music. Alla fine del 1958 Jannacci, pur continuando a suonare con i Rock Boys, forma un duo con Gaber, noto con il nome di "I Due Corsari", che debutta nel 1959 con alcuni 45 giri incisi per la Dischi Ricordi. La fortunata esperienza prosegue anche nell'anno successivo con altri due 45 giri e con due flexy-disc, ( nota) intitolati Come facette mammeta (un classico della canzone umoristica napoletana) e Non occupatemi il telefono, usciti in abbinamento alla rivista "Il musichiere". L’ambiente musicale milanese di quel periodo può contare su cantanti rock come Clem Sacco, Guidone, Ricky Gianco e Adriano Celentano, con il quale Jannacci continua a collaborare come pianista  in occasione delle incisioni discografiche. Contemporaneamente a Genova si impongono i cantautori Umberto Bindi Bruno Lauzi, Luigi Tenco e Gino Paoli con cui Jannacci collabora in vari progetti. Suona jazz con musicisti dello spessore di Stan Getz, Gerry Mulligan, Chet Baker e Franco Cerri, e  registra numerosi dischi, mentre è da Bud Powell che impara a lavorare sulla tastiera con la mano sinistra. Dopo i primi 45 giri incisi con Gaber, debutta come solista con canzoni quali L'ombrello di mio fratello e Il cane con i capelli: sono brani nei quali il cantautore fa già intuire uno stretto rapporto tra la musica e la comicità surreale, un legame che caratterizzerà gran parte della sua produzione artistica. A questo filone umoristico si affiancano subito brani più romantici ed introspettivi, come Passaggio a livello, delicata canzone d'amore che Luigi Tenco reincide valorizzando Jannacci anche come autore e pubblicata insieme a Il giramondo nel 1961. I brani usciti su 45 giri dei Due Corsari nel biennio 1959-1960, tra cui le celebri Birra, Fetta di limone e Tintarella di luna vengono raccolti una decina di anni dopo nell'album Giorgio Gaber e Enzo Jannacci. Nel frattempo i Rock Boys e dalle loro ceneri, con alcuni cambi di formazione, sono nati I Ribelli: Jannacci continua a suonare con loro, e partecipa ai primi due 45 giri del gruppo, Enrico VIII e Alle nove al bar, entrambi del 1961. Intrapresa la carriera come solista scrive Un nano speciale e L'artista, nelle quali Enzo racconta di individui poveri, patetici ed emarginati, una tematica che riprenderà più volte  nell'arco della sua carriera di cantautore. All'inizio del 1962 il regista teatrale Filippo Crivelli lo scrittura per lo spettacolo “Milanin Milanon”, in cui canta e per il quale compone una delle sue prime canzoni in dialetto milanese, Andava a Rogoredo. Nel 1963 segue come pianista la tournée dell'amico Sergio Endrigo e, sempre nello stesso anno, inizia ad esibirsi al Derby, locale milanese di cabaret, dove conosce prima Dario Fo, e quindi Cochi e Renato: in entrambi i casi, nascono spontanee amicizie che sfociano in collaborazioni, soprattutto in ambito musicale. Nel 1964, viene pubblicato il suo disco di esordio, La Milano di Enzo Jannacci, composo interamente da pezzi cantati in dialetto e con uno dei suoi capolavori, El portava i scarp del tennis, commovente racconto della vita modesta di un senzatetto milanese; Jannacci esordisce alla TV cantandola nel corso del  programma di Mike Bongiorno “La fiera dei sogni”. Allo stesso periodo risalgono le canzoni Veronica, con testo scritto da Fo e Sandro Ciotti e Sfiorisci bel fiore, ripreso molti anni dopo da Mina, Gigliola Cinquetti, Pierangelo Bertoli e Francesco De Gregori. L'anno successivo Jannacci ritorna a teatro con lo spettacolo “22 canzoni”, scritto a quattro mani con Dario Fo, dove sfrutta l'occasione di proporre nuovi brani, poi da inserire in un disco dal vivo,  Enzo Jannacci in teatro, del 1965. Il 1966 è l'anno dell’album Sei minuti all'alba, in cui nella title-track è affrontato il tema della Resistenza, argomento tra i più cari al musicista milanese per i trascorsi del padre nei corpi partigiani durante la Seconda guerra mondiale. Enzo Jannacci torna alla ribalta due anni dopo con un nuovo album, realizzato con la solita collaborazione di Fo e insieme a Fiorenzo Fiorentini: Vengo anch'io. No, tu no, trainato dall'omonimo singolo, diventa in breve tempo campione di vendite e balza in cima alle classifiche italiane, ed il brano giunge addirittura al primo posto dell'hit parade di Lelio Luttazzi. Chiamato alla televisione dimostra di sapere calcare i palchi televisivi al pari di quelli del teatro, frequentato più abitualmente. Gli apprezzamenti della critica arrivano anche con Ho visto un re, brano cantato insieme a Fo e ad un coro di accompagnamento: il pezzo appare al primo ascolto ironico e nonsense, ma in realtà è infuso di metafore a sfondo politico. Non a caso, diventa uno dei brani simboli del '68, amato proprio per la sua apparente innocenza che nasconde una graffiante satira sociale come possiamo vedere anche nella già citata Vengo anch'io. No, tu no. Nel 1968 partecipa alla dodicesima edizione di Canzonissima, dove arriva in finale e affronta o Gianni Morandi con la canzone Gli zingari che il pubblico però non apprezza. Jannacci si dedica alla specializzazione medica, tuttavia continua a scrivere nuove canzoni e nel 1972 escono due nuovi LP: La mia gente e Jannacci Enzo in cui spicca la canzone Mexico e nuvole, scritta da Paolo Conte. Sempre nel 1972 esce Giorgio Gaber e Enzo Jannacci, disco che racchiude tutti i successi firmati dai "Due corsari" tra il 1959 ed il 1960. Dopo un periodo dedicato principalmente al teatro dal 1974 comincia con successo a comporre colonne sonore per il cinema, la prima “Romanzo popolare” di Mario Monicelli, segue nel 1975 “Pasqualino Settebellezze” di Lina Wertmuller. Dal 1975 al 1988 Jannacci curerà l'accompagnamento musicale di altri quattro film: “L'Italia s'è rotta”, per la regia di Steno, 1976; “Sturmtruppen”, Salvatore Samperi; “Gran bollito”, Mauro Bolognini, 1977; “Saxofone”, Renato Pozzetto, 1978; “Piccoli equivoci”, Ricky Tognazzi, 1988. Nel 1974 realizza insieme a Cochi e Renato la sigla di Canzonissima, più nota con il titolo E la vita, la vita e partecipa a “Un disco per l'estate” con il brano Brutta gente. Nel 1977 Mina reinterpreta dieci canzoni di Jannacci e le fa pubblicare nella raccolta Mina quasi Jannacci, dove il cantautore milanese duetta con lei nel pezzo E l'era tardi.Nel 1979 frequenta Paolo Conte che diventa per Jannacci un punto di riferimento sia negli studi di registrazione che nella vita privata: i due realizzano insieme Sudamerica ma soprattutto Bartali, tributo al ciclismo ed all'uomo che incarnò di più lo spirito di competizione e di abnegazione tipico di questo sport. Forte del sostegno del pubblico in poco più di un anno scrive Ci vuole orecchio, che trainato dal grande favore incontrato dalla title track, diventa il disco di Jannacci più venduto dai tempi di Vengo anch'io. No, tu no. Cura gli arrangiamenti del nuovo disco di Milva, che gli rende omaggio interpretando Per un basin, Soldato Nencini, Non finirà mai ed altri brani del cantautore. Nel 1981 inizia per Jannacci una tournée trionfale per l'Italia girando la penisola, il cantautore porta con sé un tendone da 5000 posti, allestito nello Stadio Giuseppe Meazza di San Siro dall'ARCI e l'orchestra con cui ha registrato gli ultimi cinque dischi. Dopo la pubblicazione dell'album E allora concerto, il concerto di Enzo Jannacci a Verona viene trasmesso dalla Rai. Nel 1989 partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo con Se me lo dicevi prima, incentrata sulla lotta contro la droga, nel 1991 ritorna al Festival con la canzone La fotografia in coppia con Ute Lemper, e riceve il Premio della Critica, nel 1994 si presenta per la terza volta al Festival di Sanremo in coppia con Paolo Rossi con il brano I soliti accordi, insolitamente dissacrante per la manifestazione, nel 1998 partecipa per la quarta volta al Festival di Sanremo con Quando un musicista ride, che vince nuovamente il premio della Critica per il miglior testo. Nel 2002 vince, con Lettera da lontano, la Targa per la migliore canzone dell'anno al XXVII Premio Tenco. 

Note:

[12] La casa editrice musicale Ricordi nacque a Milano nel 1808 e ha pubblicato gran parte degli spartiti dei nostri compositori. Nel 1958, su iniziativa di Nanni Ricordi, nacque la Dischi Ricordi una casa discografica collegata al marchio principale.  Nel 1994 la casa editrice è stata venduta al gruppo tedesco Bertelsmann.

[13] S. Angiolini – E. Gentile, Note di pop italiano, Milano, Gammalibri, 1977, p. 64

[14]Vivere per vivere è un film del 1967 diretto da Claude Lelouch. Ha ricevuto la Nomination all'Oscar come  miglior film straniero e ha vinto il Golden Globe come migliore film straniero.

[15] Dame Shirley Veronica Bassey è una cantante gallese (Tiger Bay, 8 gennaio 1937). Numerosi artisti hanno composto e scritto brani per lei, come Elton John, Pet Shop Boys e  Nick Hodgson. Il suo maggiore successo internazionale è Never, Never, Never cover di Grande grande grande di Mina.

Fabrizio De André, per l’anagrafe Fabrizio Cristiano,(Genova, 18 febbraio 19???? – Milano 11 gennaio 1999)  è considerato uno dei più grandi cantautori italiani. Durante l’adolescenza perfeziona l’uso della chitarra ricevuta in regalo dalla madre. Nel 1955 comincia ad esibirsi suonando nel gruppo “The Crazy Cowboy and Sheriff  One”. Nel 1960 compone la sua prima canzone: La ballata del Miché; mentre un anno dopo, nel 1961, firma un contratto con l’etichetta Karim che pubblica il suo primo 45 giri con Nuvole barocche e E fu la notte. Nel 1968 Mina interpreta il brano scritto da lui,  La canzone di Marinella, e  questa da inizio alla sua carriera. Nel marzo del 1974 conosce Dori Ghezzi [15] (che poi diventerà sua moglie), esce l’album Canzoni, e inizia a collaborare con il giovane e promettente Francesco De Gregori. Nel 1975 debutta in Versilia, alla Bussola di Sergio Bernardini. Nel 1977 inizia la collaborazione con Massimo Bubola con cui scriverà l’album Rimini, che contiene la ballata Volta la carta. Da ricordare album dal vivo del 1979: Fabrizio De André in concerto con la PFM, disco di platino. Nel 1980 Fabrizio e Dori fondano la loro etichetta, la FADO, con la quale producono i dischi di lei Mama Do-Dori, Tre rose e  I tempi duri. L’anno 1982 coincide con l’unico tour di De André all’estero. Nel 1984 esce l’album Crêuza de ma  con la collaborazione di Mauro Pagani [16]: a questo disco viene attribuito nel 1989 il premio come “miglior disco italiano del decennio”. La collaborazione con Pagani continua, e i due producono nel 1990 l’album Le nuvole che riceve un nuovo riconoscimento “miglior disco di rock e leggera” dell’anno. Nel 1993 cominciano i preparativi per il successivo album Anime salve, scritto con Ivano Fossati, che esce nel 1996 e considerato l’anno dopo, miglior disco italiano. Il 13 agosto del 1998 si esibisce durante il suo tour a Rocella Jonica e si sente male: alcuni giorni dopo gli viene diagnosticata la malattia che gli sarà fatale.

Lucio Dalla (Bologna, 4 marzo1943- Montreux, 1º marzo 2012) cantautore, musicista e attore italiano. La sua produzione artistica ha attraversato numerose fasi: dalla stagione beat alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d'autore, arrivando a varcare i confini dell'opera e della musica lirica. Lucio continua a formarsi come jazzista di grande qualità; si fa notare come leader del gruppo Flippers. Incide il suo primo album 1999 e si presenta al Festival di Sanremo con la sua prima hit, Paff… Bum! abbinato con un gruppo leggendario, gli Yardbirds di Jimmy Page e Jeff Beck. Torna sul palco dell’Ariston anche l’anno successivo con Bisogna saper perdere, insieme ai Rokes di Shel Shapiro. Fa ritorno nella kermesse nel 1971, con un brano destinato a entrare nella leggenda: 4/3/1943 con cui arriva al terzo posto. Dalla diventa poi cantautore, e le vendite dei suoi dischi decollano a partire da Com’è profondo il mare. Nel 1978 realizza Lucio Dalla, uno dei dischi più importanti della musica leggera italiana, e probabilmente il più rappresentativo dell’artista bolognese. Anna e Marco, L’anno che verrà, Stella di mare, diventano dei classici. Nello stesso anno pubblica anche un 45 giri insieme a Francesco De Gregori Ma come fanno i marinai. Da ricordare la canzone Caruso, del 1986, il suo maggiore successo, che viene pubblicata in una trentina di versioni in tutto il mondo. Innumerevoli le sue collaborazioni, diverse tra loro per genere e ideazione, si ricorda quella con Francesco De Gregori per Banana Republic (1979), quella con Gianni Morandi documentata dall’album Dalla/Morandi del 1988 , quella con gli Stadio di Gaetano Currerri, band “inventata” da lui e molte altre.

Francesco Guccini, nato a Modena il 14 giugno del 1940, è un cantautore, scrittore e chitarrista; è uno dei più importanti esponenti della musica italiana. Si avvicina alla musica nei primi anni Sessanta suonando la chitarra nel gruppo "I Gatti" dove rimane fino al 1962. Il suo debutto come solista avviene nel 1967 con la pubblicazione del suo primo album Folk Beat n 1Il vero salto artistico e qualitativo si ebbe nel 1972 con l’album Radici, che contiene una  delle sue canzoni più conosciute: Incontro.  «A entusiasmare, in questo album, non erano solo le parole che scolpivano storie, ma anche alcuni momenti musicali. Come nei brani Canzone dei dodici mesi, La locomotiva, Piccola città, Il vecchio e il bambino»[18]. Lo strumento principale che accompagna la sua voce è la chitarra folk, che egli stesso suona con padronanza. Da ricordare i suoi album di metà anni Settanta:  Via Paolo Fabbri 43 (1976) e Amerigo (1978).  Ha ricevuto molti riconoscimenti come i premi Tenco”[19]  e “Le parole della musica”.  Francesco Guccini è stato molto attivo negli anni ’70 tanto da aver influenzato e da ispirare ancora oggi molti artisti italiani; la sua vocazione artistica è stata affiancata all’impegno nella scuola essendo stato professore di Latino e Greco nei licei. Si è anche occupato di politica partecipando spesso nel dibattito socio-culturale degli anni ’70 e ’80, e intervenendo talvolta anche nelle discussioni contemporanee. Ha pubblicato nella sua carriera musicale circa 25 album.  Tra i suoi più grandi successi si ricordano:  Auschwitz, Per un’amica, La canzone dei 12 mesi, Incontro, Il Vecchio e il bambino, l’Avvelenata, Eskimo e  Cirano.   

Note:

[16] Dori Ghezzi cantante italiana nota al grande pubblico per il duo degli anni ’70 , Wess e Dori Ghezzi.

[17] Mauro Pagani polistrumentista e compositore, ha fato parte della PFM, per il suo album da solista del 1978, Mauro Pagani, è considerato l’iniziatore di quella che verrà definita world music.

[18] S. Angiolini – E. Gentile, Note di pop italiano, Milano, Gammalibri, 1977, p. 68

[19] La Targa Tenco è un riconoscimento assegnato annualmente dal 1984 dal Club Tenco. Attribuito da una nutrita giuria di giornalisti ed esperti di musica d'autore, è considerato uno dei più prestigiosi premi della musica italiana.

Fred Bongusto, pseudonimo di Alfredo Antonio Carlo Buongusto (Campobasso, 6 aprile 1935 –Roma, 8 novembre 2019), è stato un cantante e compositore italiano. Inizia la sua attività nella band del Liceo. Interrotti gli studi si propone come cantante e chitarrista al seguito di varie orchestre e in particolare con quella di Vittorio Buffoli dove incontra Sergio Endrigo, e con la quale va in tournée all’estero. Entra nel gruppo I 4 Loris che debuttano nel 1959 con il 45 giri Tu sei l'orizzonte / Stringimi e baciami, cui fa seguito nel 1961 un altro singolo Madison Italiano / Notte d'amore, cover di Jealous Lover di Charles Williams, canzone inserita nella colonna sonora del ilm “L'appartamento” di Billy Wilder. Il suo esordio discografico come solista arriva con il brano Bella bellissima, ma a riscuotere le prime attenzioni è la canzone del lato B, Doce, doce..., scritta da Bongusto stesso a 18 anni in napoletano. Altra raffinata canzone napoletana da lui composta da giovane è Frida, pubblicata quattro mesi dopo, che conferma il suo talento come cantante e autore. Nel 1963 il maestro Gorni Kramer lo vuole come interprete per Amore fermati, sigla dello suo show televisivo Leggerissimo. Grazie anche alla ribalta televisiva il singolo arriva al quarto posto in hit parade e fa conoscere Bongusto al grande pubblico. Nell'aprile del 1963 esce anche Malaga, canzone  spagnoleggiante, in luglio  il suo primo 33 giri, Fred Bongusto,  che raccoglie i primi singoli e con il quale Bongusto si conferma tra i big della canzone italiana del periodo. Il repertorio di Bongusto spazia tra swing, jazz, bossa nova, canzone napoletana e chanson d'autore, sempre accompagnato da una eccellente orchestrazione. La sua consacrazione arriva con quello che è il suo manifesto in musica: Una rotonda sul mare (1964). Il brano viene scelto da Luchino Visconti per una scena del suo film “Vaghe stelle dell'Orsa”Nel 1965 sarà per la prima volta al Festival di Sanremo con il brano Aspetta domani in coppia con Kiki Dee[18]. La sua seconda apparizione a Sanremo avviene nel 1967 con Gi, ma la canzone, cantata in coppia con Anna German, non si qualifica per la serata finale. Tre mesi dopo, nel maggio 1967, pubblica il singolo dal sapore rétro Spaghetti a Detroit che diventerà presto un altro suo cavallo di battaglia. Il motivo di Spaghetti a Detroit sarà il tema portante della prima colonna sonora per il cinema firmata da Bongusto, quella per il film Il tigre di Dino Risi (1967) vincitore di due David di Donatello. In carriera Bongusto firmerà in tutto 28 colonne sonore. In questi anni Bongusto suona con la sua orchestra nei più noti locali italiani a cominciare dalla Bussola in Versilia, di cui diventa una delle principali attrazioni. I temi delle sue canzoni lo rendono una presenza fissa alla rassegna Un disco per l'estate che vince nel 1966 con Prima c'eri tu, dopo aver partecipato nel 1964 con Mare non cantare e nel 1965 con Il mare quest'estate. Sarà protagonista della stessa manifestazione anche nel 1969 con Una striscia di mare, nel 1972 con Questo nostro grande amore, scritta insieme a Franco Califano, e nel 1974 con Perdonami amore. Partecipa a quattro edizioni di Canzonissima, tra il '68 e il '71, canta  in TV Quando mi dici così , in coppia con Minnie Minoprio, nella sigla di “Speciale per noi” Negli anni Settanta Bongusto incide altri successi come Tre settimane da raccontare (1973), La mia estate con te (1976) e Balliamo (1977) che trado in spagnolo come Bailemos, il brano conquisterà anche il Sud America. Non mancano neppure gli omaggi alla canzone napoletana, con gli album Napoli alla mia maniera (1975) e Flash Back (1975). Dalla seconda metà degli anni Settanta, Bongusto arricchisce e rinnova il suo repertorio con influenze funky e  discomusic, come testimoniano i suoi album Il giorno e la notte (1977),  Professionista di notte (1978) e Lunedì (1979), realizzati, con i più famosi arrangiatori della musica leggera del periodo. Negli anni Settanta partecipa anche a due edizioni consecutive del Festivalbar: nel 1978 con Pietra su Pietra, nel 1979 con Carissimo maestro di Padova. Negli stessi anni Bongusto fortifica il suo rapporto con la musica brasiliana: nel suo album Fred Brasil (1979) interpreta vari classici del repertorio carioca e rivisita alcuni suoi vecchi successi in chiave samba e bossanova. Comincia a frequentare il Brasile nelle sue tournée per poi collaborare nel corso degli anni con Toquinho (insieme al quale farà dischi e tour), Vinícius de Moraes e  Antônio Carlos Jobim. Negli anni Ottanta, nonostante l'arrivo di nuove tendenze musicali, rimane fedele al suo personaggio continuando a pubblicare ballate romantiche come Come t'aggia fa (1982), Attento disc-jockey (1983) o Ammore scumbinato (1985) che riscuotono attenzione specialmente nell'ambiente dei piano-bar. Partecipa altre due volte al Festival di Sanremo: nel 1986 con Cantare, che  arriva all'ottavo posto e sarà uno dei brani da orchestra più eseguiti in quell'anno, e nel 1989 con Scusa. Sempre nel 1989 pubblica l'album Le donne più belle, che contiene 'E fantasme, una collaborazione con Il Giardino dei Semplici. Degli anni Novanta rimangono significative le due tournée insieme a Toquinho in Italia nel 1993 e ancora in Brasile nel 1996, dopo aver inciso insieme il singolo Brasiliando. Da ricordare anche la tournée amarcord “Due ragazzi così” in coppia con l'amico Peppino di Capri ricordata dall’album dal vivo del 1996. Dalla fine degli anni Sessanta Fred Bongusto è stato uno tra i più rilevanti autori italiani di musica da film, soprattutto nel genere della commedia all'italiana.

Gian Pieretti, pseudonimo di Dante Luca Pieretti, nato a Ponte Buggianese (PT), 12 maggio 1940 è un cantautore, compositore e paroliere italiano. Nel 1963 incide su 45 giri la cover dalla canzone di Salvatore Adamo Amor perdu, con lo pseudonimo Perry e il titolo Perduto amor. Con alcune modifiche alla musica, il brano viene firmato da Pieretti e Gianco. Il disco contiene sul lato B una canzone scritta dai due musicisti, Uno strano ragazzo, che è una delle prime canzoni di musica leggera italiana ad occuparsi di omosessualità. Dal secondo 45 giri in poi usa lo pseudonimo Gian Pieretti e comincia a far serate in proprio con un suo gruppo di accompagnamento, I Grifoni. Dopo il successo di Donovan in Italia,  Pieretti scrive insieme a Ricky Gianco nel 1966 una canzone che si ispira alle melodie del cantore d'oltremanica e che nel titolo cita uno dei primi brani di Donovan, Catch the wind. La canzone, che diventerà un classico, è Il vento dell'est e porta per la prima volta il cantautore nelle posizioni alte dell'hit-parade. Pieretti ha modo di conoscere Donovan che fa il suo nome allo scrittore Jack Kerouac che lo chiama per un ciclo di conferenze sul movimento beat  tenute a Milano, Roma e Napoli. Partecipa al Festival di Sanremo del 1967 in coppia con Antoine con Pietre, ancora una volta scritta con Gianco: la canzone è costruita sulla falsariga di Rainy day women #12 & 35 di Bob Dylan. Nell'esecuzione Pieretti pone in risalto l'aspetto della canzone di protesta, mentre la versione dell'artista francese, che risulterà la più apprezzata dal pubblico, trasforma il brano in una marcetta commerciale. Sul retro è collocata la canzone, Via con il tempo, scritta per i Quelli ma da lui ripresa con una sonorità folk. Il successo fa sì che la casa discografica gli autorizza la pubblicazione di un album, Se vuoi un consiglio, che oltre a racchiudere quasi tutti i 45 giri già usciti, contiene qualche brano inedito. Altro successo dell'anno è Julie 367.008, con la musica caratterizzata dall'uso del sitar. Partecipa al Cantagiro 1968 con la canzone Felicità felicità, e con Celeste l'anno successivo. Nel 1969 pubblica il suo secondo album, Il viaggio celeste di Gian Pieretti. Nello stesso periodo Gian Pieretti scrive anche canzoni di successo per altri artisti come Nel ristorante di Alice, cantata dall'Equipe 84, che è la più nota. I 45 giri successivi si allontanano sempre più dal beat per accostarsi decisamente allo stile dei cantautori, ma non riscuotono molto successo. Nel 1973 la Ricordi gli fa pubblicare un concept album, Il vestito rosa del mio amico Piero, molto coraggioso: riprendendo le tematiche del 45 giri d'esordio, racconta la vicenda di un ragazzo omosessuale. Questo rimane uno dei due album nella storia della canzone italiana ad affrontare questa tematica, l'altro è Come barchette in un tram di Alfredo Cohen, pubblicato alcuni anni dopo. Ovviamente, a causa delle tematiche trattate, il disco non viene minimamente promosso e pubblicizzato ed è un insuccesso. Pieretti conosce Ivan Graziani e con il musicista lavora all’album Cianfrusaglie pubblicato nel 1975: nel disco Graziani suona la chitarra, il banjo e il flauto, compone alcune musiche e canta nei cori. Anche qusto disco passa inosservato e da questo momento l’artista si allontana dall'attività di cantautore e si dedica alla composizione per altri artisti ed alla produzione discografica. 

Mino Reitano, Beniamino all’anagrafe, (Fiumara, 7 dicembre 1944 – Agrate Brianza, 27 gennaio 2009), è stato un cantautore, compositore e attore italiano. Studia musica per otto anni al Conservatorio (pianoforte, violino e tromba); esordisce come musicista rock and roll insieme ai fratelli e con loro partecipa ad eventi musicali in Calabria. Nel 1961 incide in primo 45 giri, Tu sei la luce / Non sei un angelo, che gli procura il primo trafiletto sulla rivista nazionale, TV Sorrisi e Canzoni. Si trasferisce in Germania insieme al gruppo di famiglia e suonano insieme ai Beatles che sono agli esordi; tornato in Italia pubblica nel 1963 il suo secondo 45 giri, Robertina Twist e il terzo, Twist Time, che passano inosservati. Continua a suonare in Germania dove pubblica alcuni dischi, inediti in Italia, con il nome di Beniamino. Nel 1965 partecipa al Festival di Castrocaro cantando in inglese It's over di Roy Orbison e arriva in finale. Pubblica nel 1966 La fine di tutto, versione italiana di It's over, e l'anno successivo debutta al Festival di Sanremo con una canzone scritta da Mogol e Lucio Battisti, Non prego per me, in coppia con The Hollies. In estate partecipa al Cantagiro 1967 con la canzone Quando cerco una donna . Entra nell’hit parade del 1968 con Avevo un cuore (che ti amava tanto) che porta anche al Cantagiro ed Una chitarra, cento illusioni, che supera le 500.000 copie vendute e ottiene quindi il disco d'argento[19]. Grazie al successo di questi brani acquista insieme al padre e i fratelli un appezzamento di terreno ad Agrate Brianza, dove viene costruito il "Villaggio Reitano" che da allora ospita tutta la famiglia. Scrive canzoni per altri artisti, tra cui i Camaleonti, e Una ragione di più ( scritta insieme a Franco Califano e portata al successo da Ornella Vanoni)  e nel 1969  ritorna al Festival di Sanremo con Meglio una sera piangere da solo, con Claudio Villa. Sempre nel 1969 pubblica l'LP Mino canta Reitano, che contiene tra le canzoni la cover di Prendi fra le mani la testa, successo di Riki Maiocchi scritto da Mogol-Battisti. Partecipa al Cantagiro 1969 con Daradan e incide Gente di Fiumara, dedicata al paese natale. Dal 1970 al 1975 partecipa a sei edizioni consecutive di “Un disco per l'estate”, superando sempre la fase eliminatoria. La sua prima partecipazione del 1970 è con Cento colpi alla tua porta, nel 1971 vince con Era il tempo delle more, uno dei suoi dischi più venduti. Nello stesso anno scrive la canzone Ora ridi con me, presentata da Paolo Mengoli al Disco per l'estate e classificatasi tra le dodici finaliste. Torna a Saint Vincent, dove si svolgevano le finali della manifestazione, nel 1972 con Stasera non si ride e non si balla (ottavo posto in finale), nel 1973 con Tre parole al vento (terzo posto in finale), nel 1974 con Amore a viso aperto (semifinalista) e nel 1975 con E se ti voglio (terzo posto in finale). Sono gli anni in cui raccoglie molti riconoscimenti (Cantagiro, Festivalbar, dischi d'oro e tournée all'estero). Partecipa inoltre per otto anni a Canzonissima, classificandosi sempre ai primi posti, ottenendo il miglior piazzamento nel 1973 quando si classifica secondo con Se tu sapessi amore mio. Nel 1971  recita in due film “Tara Pokì “ e “Calabria Mia”; tre anni dopo incide Dolce angelo, cover di Sugar  baby love dei Rubettes. Nel 1973 scrive una canzone che partecipa e vince lo Zecchino d’oro La sveglia birichina: il brano ottiene un notevole successo nell'interpretazione del personaggio di Topo Gigio. Nel 1975 pubblica l'album Dedicato a Frank che lo mostra in copertina con Frank Sinatra, assieme al quale aveva duettato in occasione di un concerto a Miami. Nel 1977 partecipa al Festivalbar con Innocente tu, con lato B la canzone Ora c'è Patrizia, dedicata a quella che diventerà sua moglie. Nel 1980 pubblica un intero album per l’infanzia, Le più belle canzoni per bambini, cantando classici come Lettera a Pinocchio, Bibbidi bobbidi bu e I sogni son desideri. Compone per l'Inter, nel 1980, l'inno Alè Inter. Nel 1988 si ripresenta a Sanremo con il brano Italia, scritto da Umberto Balsamo e pensato all'inizio per Pavarotti. Sempre al Festival del 1988 vince come autore la categoria Nuove Proposte con i Future per i quali scrive Canta con noi. Ritornerà al  Festival nel 1990 (15º con Vorrei), nel 1992  con Ma ti sei chiesto mai e nel 2002 con La mia canzone, inclusa nel suo ultimo album La mia canzone … le mie canzoni, che contiene i suoi più grandi successi. Tiene il suo ultimo concerto a Pescara il 1º ottobre 2006, ripreso in parte da Rai 3.

Note:

[18] Kiki Dee, nome d'arte di Pauline Matthews cantante britannica nata a Bradford il 6 marzo del 1947. Conosciuta per il successo della sua canzone Why Don't I Run Away Frm You degli anni Sessanta e per il duetto con Elton John Don't Go Breaking My Heart che nel 1976 si classificò al primo posto nella classifica delle vendite in Inghilterra e negli Stati Uniti.

[19] Il disco d'argento ora non viene più assegnato visto che i requisiti numerici si sono molto abbassati (perché le vendite risultano sempre minori). Negli anni Sessanta equivaleva ad aver venduto almeno 500.000 dischi.

Amedeo Minghi (Roma, 12 agosto 1947) è un cantautore e compositore italiano. Inizia l'attività musicale formando con alcuni amici il complesso beat I Noemi di cui è voce solista. Nel 1966 incide il suo primo 45 giri con Alla fine e Ma per fortuna (entrambi con testo di Mogol). Nel 1970 conosce Edoardo Vianello e  scrive alcune canzoni “I Vianella”. Nel 1975 entra nel gruppo i Pandemonium e scrive Sicura, incisa anche da Wess & Dori Ghezzi. L’anno dopo incide il suo primo successo L'immenso, brano che lo porterà in classifica anche all’estero e venderà circa due milioni di dischi venduti. Prosegue nell’attività di compositore per altri cantanti: per la Schola Cantorum scrive La fantasia (con testo di Edoardo De Angelis), per Marisa Sannia Il mio mondo, il mio giardino (testo di Francesco De Gregori e Edoardo De Angelis), per Rita Pavone Ti perdo e non vorrei, per Marcella Bella Camminando e cantando, per Mia Martini Ma sono solo giorni. Nel 1978 pubblica il suo secondo album, Minghi, collaborando ancora una volta per i testi con De Angelis e Adelio Cogliati; l'album è preceduto dal 45 giri Di più / Prima che sia rumore, che ottiene un buon successo e riporta Minghi in classifica a tre anni da L'immenso. Nel 1983 partecipa al Festival di Sanremo con 1950: il brano non viene però ammesso alla serata finale. Nel 1985 è ospite al Festival di Sanremo e canta Il profumo del tempo, in duetto con Katia Ricciarelli. Nel 1986 pubblica l’album Cuori di pace, e nel 1987 Serenata. Nel 1988 cambia casa discografica e si avvale come paroliere di Pasquale Panella. Il primo album con la nuova casa discografica è Le nuvole e la rosa. Segue nel 1989 La vita mia album che vende 500 000 copie, aprendo il lungo tour teatrale "Forse sì musicale" che si conclude dopo 3 anni con numerose repliche. Nel 1990 partecipa al Festival di Sanremo con Vattene amore, cantata assieme a Mietta. La canzone arriva terza e il disco vende moltissimo. Scrive un’altra canzone per Mia Martini Io e la Musica. Nel 1991 ritorna a Sanremo con Nenè (testo di Pasquale Panella) si classifica sesto, pubblica l’album doppio Nenè che riscuote un buon successo nelle vendite. In questi anni alterna l'attività di cantautore con la scrittura delle colonne sonore per alcune serie televisive. Nel 1992 pubblica I ricordi del cuore, trainato dall'omonimo brano scritto e cantato per la soap opera “Edera”, trasmessa da Canale 5; l'album raggiunge la cima della hit parade e vende bene. Partecipa ancora a Sanremo con Notte bella, magnifica nel 1993 e arriva al nono posto, e con Cantare è d'amore nel 1996, sempre nono. Nel 1998 pubblica con l'album Decenni che riceve 4 dischi d'oro. Alla fine del millennio Minghi esce col singolo Un uomo venuto da lontano, scritto con Marcello Marrocchi e dedicato a papa Giovanni Paolo II. Esegue il brano a Gerusalemme in presenza del papa medesimo. Nel 2000 torna nuovamente al Festival di Sanremo in coppia con Mariella Nava. Il brano Futuro come te si classifica al quattordicesimo posto. 

Tony Cucchiara, pseudonimo di Salvatore Cucchiara (Agrigento, 30 ottobre 1937 – Roma, 2 maggio 2018), è stato un cantautore, attore e autore televisivo italiano. Dopo aver studiato musica, nel 1956 debutta alla radio, l'anno dopo partecipa al varietà televisivo “Voci e volti della fortuna”, legato alla Lotteria di Capodanno. Inizia ad incidere i primi 45 giri per una casa discografica di Napoli. Chiamato nel 1960 dalla Rai, si trasferisce a Milano, dove fa amicizia con un altro giovane siciliano emigrato, Pippo Baudo, e qui lavora con grandi orchestre come quelle di Piero Umiliani e di Pippo Barzizza. È spesso ospite del programma “Il fico d'India” realizzato da Baudo insieme a Enzo Consoli. Nel 1962 raggiunge la popolarità con la canzone Annalisa, che diventa anche sigla della trasmissione televisiva “Alta pressione” (con la regia di Enzo Trapani). Partecipa al Cantagiro dello stesso anno con Genoveffa (dal titolo si pensa sia una canzone da ridere). Forma un duo folk con la moglie, la cantante Nelly Fioramonti, incidendo due album con brani originali e qualche cover di canzoni americane come Dove andranno i nostri fiori, cover di Where have all the flowers gone di Pete Seeger e Ma sto pagando, cover di There but for fortune di Phil Ochs. Nel 1969 i due incidono Il tempo dell'amore, sigla della trasmissione radiofonica Tony Cucchiara folk, condotta dal cantautore. Continua comunque anche l'attività da solista, ed i suoi  maggiori successi sono Se vuoi andare vai, con cui partecipa a “Un disco per l'estate” del 1966, È l'amore, presentata nello stesso anno al Festival delle Rose, Ciao arrivederci, cantata a “Un disco per l'estate” 1967. Cucchiara scrive nel 1970 anche un musical, Cassandra 2000: il gruppo che lo accompagna nelle canzoni è Il Punto, il cui batterista è Stefano D'Orazio (che due anni dopo entrerà nei Pooh). Con Vola cuore mio partecipa a “Un disco per l'estate” 1971. Si presenta  al Festival di Sanremo del 1972 con la canzone Preghiera e scrive due canzoni per Giuliana Valci, Cavaliere di latta e Come un vecchio amico.  Sempre nel 1972 replica l'esperienza del Musical mettendo in scena, con un notevole successo di pubblico e di critica, Caino e Abele, che affronta il tema della violenza attraverso i secoli, in una forma che incontra i gusti del pubblico più giovane. Il successo gli arride anche all'estero e l'anno successivo vengono pubblicati due album con le canzoni della commedia musicale. Quest'esperienza positiva fa sì che Cucchiara abbandoni lentamente l'attività di cantautore e si dedichi totalmente al teatro  producendo altre commedie musicali come Storie di periferia (a cui partecipa anche Marisa Sannia), Tragicomica con musiche, Swing, La baronessa di Carini, con il gruppo musicale I Dioscuri, e Pipino il breve, con protagonista Tuccio Musumeci nel ruolo del vecchio re di Francia, lavoro che riscuote un tale successo da essere rappresentato anche a Broadway, in Sudamerica e in Australia. Scrive poi Stracci, sempre con la collaborazione del Teatro Stabile di Catania, Don Chisciotto di Girgenti nella stagione 1990-91, e molti altri spettacoli, tra cui L'altra Cenerentola e Il conte di Montecristo, scritti entrambi insieme al figlio Gianluca, musicista. La seria e continua ricerca intorno alle nostre tradizioni poetiche e musicali, ha portato Tony Cucchiara a ricoprire un ruolo autorevole nel panorama culturale italiano. 

Lucio Battisti, (Poggio Bustone, 5 marzo 1943 – Milano, 9 settembre 1998)  cantautore, compositore, polistrumentista, arrangiatore e produttore discografico italiano. È stato uno dei cantanti più innovativi, importanti e fondanti della musica italiana, tanto che è considerato ancora oggi un punto di riferimento e un genio nel suo genere. La carriera di Battisti inizia nel 1962 quando Roby Matano, leader della band  “I Campioni”, lo prende nel gruppo come chitarrista. Qualche anno dopo, nel 1965, incontra Mogol e da qual momento iniziano a lavorare insieme per la casa discografica Ricordi. Incide la canzone Adesso sì, scritta e cantata al Festival di Sanremo del 1966  da Sergio Endrigo, cover contenuta nella raccolta “Sanremo ‘66” della Dischi Ricordi. Poco dopo Battisti incide il suo primo 45 giri Dolce di giorno / Per una lira con modesti risultati. Le due canzoni raggiungono comunque il successo nella versioni dei Dik Dik e dei Ribelli. Nel 1967 scrive insieme a Mogol 29 Settembre che raggiunge la prima posizione nella hit parade nella versione dell’Equipe ’84. Nel 1968 partecipa al Cantagiro con Balla Linda classificandosi quarto ed entra per la prima volta nella hit parade con un brano interpretato da lui stesso. La canzone ha successo anche  all’estero. Si presenta al Festival di Sanremo del 1968 con Un’avventura , in coppia con Wilson Pickett, classificandosi al nono posto e questa resta la sua unica partecipazione. Il brano esce su 45 giri con retro Non è Francesca.  Nel 1969 incide Acqua azzurra, acqua chiara, con cui vince il Festivalbar, e Dieci ragazze che diventarono tormentoni estivi. I suoi primi successi sono pubblicati negli album Lucio Battisti (1969) e Emozioni (1970). Nel periodo successivo è un proliferare di successi con canzoni come:  La canzone del sole e Anche per te (1971), I giardini di marzo (1972), Il mio canto libero (1972), La collina dei ciliegi (1973), Due mondi (1974), Ancora tu (1976), Si viaggiare (1977), Una donna per amico (1978), Con il nastro rosa (1980). Dopo la rottura del rapporto con Mogol pubblica un nuovo album, E già, particolarmente innovativo, con i testi scritti dalla moglie. La sua esplorazione musicale continua con un nuovo autore, Pasquale Panella, e dal 1986 al 1994 pubblica altri cinque album (primo Don Giovanni , ultimo Hegel) che influenzano il modo di fare musica in Italia. Nel 1998, mentre il pubblico è impaziente per l’uscita di un nuovo album, Battisti viene ricoverato a Milano in ospedale e muore dopo poco giorni.

Paolo Pietrangeli (Roma, 29 aprile 1945) è un cantautore, regista, sceneggiatore e scrittore italiano, figlio del regista Antonio Pietrangeli. Negli anni sessanta inizia a comporre canzoni a sfondo socio-politico, inserendosi ben presto nel filone della canzone di protesta. Dal 1966 fa parte del Nuovo Canzoniere Italiano. Alcune delle sue composizioni divengono estremamente popolari all'interno dei movimenti giovanili di sinistra a partire dalle agitazioni del 1968. Due in particolare si trasformano in veri e propri 'inni', il cui successo perdurerà negli anni a seguire: Valle Giulia e, soprattutto, Contessa, entrambe incise con la seconda voce di Giovanna Marini, altra grande interprete delle canzoni di protesta. Valle Giulia è ispirata dagli avvenimenti del 1º marzo 1968, quando presso la Facoltà di architettura dell'università di Roma, situata in via di Valle Giulia, avviene il primo grave scontro tra gli studenti che occupano la Facoltà e le forze dell'ordine. La fama di Paolo Pietrangeli è però dovuta soprattutto a Contessa,  vera e propria colonna sonora del '68 italiano. Pare che Pietrangeli l'abbia scritta ispirandosi a una conversazione udita in un elegante 'caffè' di Roma. Contessa diviene negli anni seguenti una canzone popolare nella vera accezione del termine con la propaganda del parallelismo tra lotte operaie e studentesche che effettivamente confluiscono nel 1969.  Tra le canzoni scritte in anni successivi a Contessa, è da ricordare Il vestito di Rossini, con la trouvaille[20] dell'aria della canzone ispirata a una cavatina di Gioachino Rossini. Sul finire degli anni sessanta, parallelamente all'attività musicale, Pietrangeli inizia ad occuparsi attivamente di cinema. Dopo alcuni anni di attività come aiuto regista il debutto con documentario di forte impatto politico: Bianco e Nero, un viaggio nel mondo del neofascismo con la denuncia di collusioni tra apparati dello Stato e settori eversivi dell'estrema destra. Nel 1977 dirige il film Porci con le ali, tratto dall'omonimo best seller[21] di quegli anni. Nel 1980 torna alla regia per I giorni cantati, cui partecipa come interprete anche Francesco Guccini. Negli anni successivi 'abbandona' di fatto la regia cinematografica per dedicarsi a tempo pieno alla regia televisiva. 

Ricky Gianco, pseudonimo di Riccardo Sanna, è un cantante, chitarrista, compositore e produttore discografico, nato a Lodi il 18 febbraio 1943. Nel 1959 incide la sua prima canzone con il nome di Ricky Sann: Ciao ti dirò. La sua seconda incisione è invece un rock all'italiana: Precipito.  Urlatore convertito al rock and roll, nel 1960, collabora con i Ribelli e, successivamente, con i Quelli, precursori della Premiata Forneria Marconi. Sempre in quell'anno fonda la band  “Ricky Sanna e il suo complesso”  con Luigi Tenco al sax e Enzo Jannacci al pianoforte e pubblica il singolo Distrattamente. La sua canzone successiva è con Gino Paoli Come un bambino pubblicata con il nome di “Ricky e un altro”. Nel 1961 entra nel Clan Celentano, esperienza che in breve lo porterà a una brusca rottura con il "Molleggiato" dopo aver inciso Vedrai che passerà e nel 1962  Non c'è pietà, versione italiana di Unchain my heart di Ray Charles. Nel 1963 Gianco pubblica tre album: Una giornata con Ricky Gianco, Ai miei amici di Ciao Amici e Ricky Gianco Show. Nel 1974 fonda con Nanni Ricordi l’etichetta alternativa “L’ultima spiaggia”[22] a cui confluiranno molti cantautori scontenti dei rapporti con le case discografiche tradizionali. Nel 1976 esce il suo singolo Un amore. Nel 1977 produce l’album di Gianfranco Manfredi Zombie di tutto il mondo unitevi, di cui è lui autore di tutte le musiche. Nel 1989 ha una nuova collaborazione con Gino Paoli per la canzone Parigi con le gambe aperte e lo segue nella tournée del 1989 da cui è stato tratto l'album Gino Paoli ’89 dal vivo.  Nel 1992 esce l'album Piccolo è bello, che include il singolo Anche un vagabondo

Note:

[20] Trouvaille significa una trovata interessante, una idea originale, specialmente in ambito artistico.

[21] Porci con le ali, romanzo scritto nel 1976 da Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera, con gli pseudonimi di Rocco e Antonia.

[22] Nuova etichetta a cui approdano diversi cantautori che nelle case discografiche ordinarie si sentivano limitati da regole a cui attenersi per ottenere il benestare alla pubblicazione dei loro lavori. Restò attiva dal 1974 al 1979 quando chiuse per fallimento.