La Musica Pop degli anni '60, prima del "Beat"

Pagina a cura del prof. Edoardo Ballerini

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La nuova Musica degli Anni Sessanta

L’espansione dello stile rock nella musica del periodo dalla fine degli anni '50 ai primi anni del '60 comportò la popolarità per i balli con matrice rock comprendenti il Twist, lo Stroll, e il Loco Motion. A testimonianza di questo diffuso interesse dei giovani per la musica e il ballo si rimanda alla visione dei famosi film West Side Story del 1961, di Jerome Robbins e Robert Wise, American Graffiti del 1973, di George Lucas e Grease del 1978, di Randal Kleiser.  .

L’inizio degli Anni Sessanta fu caratterizzato da un ritorno d’interesse per la musica strumentale. Si prese consapevolezza che accanto alla figura del cantante o del leader, esistevano musicisti che lo accompagnavano e che erano altrettanto importanti per la realizzazione del brano musicale. Fu così che dal solista con relativa band negli Anni Cinquanta, si passò al dilagare dei gruppi che caratterizzò gli Anni Sessanta. Il 1960 fu animato dalla disputa a distanza tra gli statunitensi Ventures (Walk Don’t Run) e gli inglesi Shadows (Apache). Entrambi i gruppi si presentavano con la stessa formazione: due chitarre elettriche, accompagnate da basso e batteria.  Gli album The Shadow (1961) e Out Of The Shadow (1962) furono i primi long playing di un gruppo a ricevere larghi consensi in Inghilterra e in Europa; tuttavia, gli Shadows non riuscirono a prendere campo negli Stati Uniti, che restavano ancora di difficile accesso per gli artisti inglesi. 

Quando la musica del Beatles apparve negli Stati Uniti, nel 1964, il loro schiacciante successo fece barcollare il mercato discografico. In precedenza c’erano stati altri esempi di dischi inglesi che avevano avuto accesso al mercato americano, ma la musica che usciva dall’America alla conquista del mondo era di gran lunga più apprezzata.  «I gruppi inglesi furono fortemente influenzati da alcuni artisti negri come Muddy Waters e Howlin’ Wolf[1], la cui musica non era ben conosciuta tra gli ascoltatori americani bianchi. Prima e durante gli anni ’50 il loro stile blues esisteva in modo piuttosto assoluto all’interno del mercato negro, e divenne popolare presso i bianchi soltanto dopo che la mania per gli inglesi si era imposta»[2]. Il crescente interesse per la musica inglese (Beatles, Rolling Stones e altri) fu alimentato dai periodici americani, come «The Beat», che dedicavano particolare spazio al Cavern Club di Liverpool e ai gruppi che vi gravitavano attorno.  L’effetto più rilevante della moda inglese fu una maggiore attenzione all’origine nazionale o regionale degli artisti. Nel 1965 l’Inghilterra ebbe una forte influenza sul gusto e la sensibilità americana, ma due anni dopo il fenomeno si era già attenuato. Il sostenere che i Beatles erano inglesi non era sufficiente a spiegare il loro successo che invece era dovuto alla qualità della loro musica: l’autorevolezza di questa superò quella di qualsiasi altro gruppo o solista che si era confrontato con l’idioma rock. La nazione di origine non era pertanto sufficiente a garantirne la qualità. Dal 1966 in America si diffusero le trasmissioni radio in FM (modulazione di frequenza), a carattere locale: le emittenti trasmettevano le ultime novità e davano anche ai gruppi non ancora affermati l’occasione di farsi conoscere.  Si distinguevano due diversi poli di aggregazione per la popular music: la direttrice New York - Detroit e la West Coast. 

- Nell’Est dominava un rock basato sulla violenza ritmica e timbrica, una musica hard, proposta sempre ad alto volume e in cui si faceva largo uso di effetti elettronici (si pensi ai Velvet Underground). Oltre alla voce solista, l’organico dei gruppi prevedeva solitamente cinque elementi: tre chitarre (solista, ritmica e basso), batteria e pianoforte o organo elettrico.


In California, invece, dov’era forte la tradizione country, si suonava una musica legata al fascino della melodia con preziosismi e artifici strumentali. L’organico dei gruppi non era riconducibile a un unico modello, ma anzi restava ampia la gamma delle possibilità combinatorie, tanto che erano frequenti la collaborazione e gli interscambi fra i musicisti. L’attrazione verso l’elettrificazione era ridotta e si usavano anche strumenti non amplificati. I gruppi dell’area di San Francisco, come i Jefferson Airplane o i Grateful Dead[3], in origine avevano sviluppato la propria musica attraverso esibizioni concertistiche dal vivo senza rivolgersi alla radio ed ai dischi. Abituati a esibirsi in sale da ballo, facevano attenzione alle reazioni del pubblico e, quando si accorgevano che gli spettatori si limitavano ad ascoltare la musica senza ballare, ne restavano delusi.  «Gli artisti cercavano una situazione folk con una spontanea manifestazione delle reazioni del pubblico. Ma la musica stessa, mettendo in mostra una crescente raffinatezza e una netta tendenza dei musicisti a impegnarsi in lunghi e improvvisati scambi di sonorità, provocava una reazione differente, più vicina alla reazione alla musica classica»[4]. Al contesto californiano appartiene Frank Zappa, cantante, chitarrista e soprattutto compositore, considerato una delle figure più autorevoli del panorama musicale americano, simbolo e riferimento per tutta la popular music.  Il rock era divenuto un modo di vivere, oltre che uno stile musicale. Quando ad esempio raggiunse la California meridionale, nacquero espressioni nuove, proprie dell’ambiente: i gruppi contribuirono così a creare nell’immaginario collettivo lo stereotipo della California come terra di sole, mare e divertimento. In questo settore primeggiarono The Beach Boys, affiancati da altri esempi minori come i Surfaris con Wipe Out e Jan e Dean con Surf City

Nel 1964 Bob Dylan e i Beatles s’incontrarono, influenzandosi a vicenda. «Nello stesso arco di tempo una canzone di Bob Dylan, elettrificata e con armonie vocali beatlesiane, conquista il pubblico negli Stati Uniti e in Europa: è Mr Tambourine Man, dei Byrds. Alla fine del 1965, con l’uscita di Rubber Soul dei Beatles, il legame tra musica elettrificata innovativa e canzone pensata e personale è saldato»[5]. La trasformazione del rock in arte di massa da parte della televisione raggiunse il suo culmine con il programma The Monkees, che durò due anni prima di essere soppresso nella stagione 1968-69. Si trattava di una trasmissione incentrata su un gruppo, The Monkees, creato a tavolino imitando i Beatles e gli altri gruppi che andavano per la maggiore. La trasmissione ebbe presa però soltanto sul pubblico più giovane, meno smaliziato. 

La popular music si muoveva in bilico tra contestazione e integrazione, fra la reale necessità di farsi portavoce delle richieste giovanili e la tentazione del facile guadagno: la contraddizione di una musica che criticava il sistema, nonostante fosse da questo controllata.  Fu per andare incontro alle esigenze del mercato che si giunse a una semplificazione della scansione ritmica, alla progressiva caratterizzazione in senso melodico dei brani, alla riduzione degli spazi strumentali, all’abolizione dell’improvvisazione come prassi creativa e a un uso impersonale dell’emissione vocale.  Accanto alla produzione più nota e compromessa continuava a esistere in Inghilterra un genere meno commerciale, chiamato generalmente English Blues, che proponeva una rilettura più fedele dei grandi cantanti e chitarristi afroamericani di blues: John Mayall, con suoi Bluesbreakers, è stato tra i maggiori esponenti. Tale corrente svolse un ruolo fondamentale, introducendo parzialmente la prassi dell’improvvisazione strumentale e affidando alla chitarra elettrica il ruolo di voce guida. 

 Note:

 [1] Howlin’ Wolf (1910-1976), cantante e chitarrista statunitense, considerato uno dei massimi esponenti del blues

[2] C. Belz, La storia del rock, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1975, p. 92.

[3] Eloquente il titolo del loro album del 1975, che è una dichiarazione d’intenti: Blues for Allah.

[4] C. Belz, La storia del rock, cit., p. 150.

[5] F. Fabbri, La Popular music, in Storia della Musica, diretta da Alberto Basso, Volume IV, Torini, UTET, 2005, p. 365.

Alcuni dei  gruppi più famosi agli inizi degli anni Sessanta, prima dell'esplosione del Beat.

Dick Dale è stato un famoso chitarrista degli States,  pioniere del surf rock; suonava accompagnato dalla sua band The Del Tones. Fù fra i primi ad usare amplificatori di grossa potenza; gli viene attribuita  l’invenzione della tecnica chitarristica del tremolo picking, ora largamente diffuso. 

Jan e Dean sono stati un duo statunitense, Jan Berry e Dean Ormsby Torrence, del genere surf rock, nato in California nel 1958. Durante la loro attività riuscirono a collocare molti singoli in classifica, primo tra tutti Surfer City. Si ritirarono in seguito ad un grave incidente automobilistico dove rimase coinvolto Jan Berry.

The Chantays sono stati una band surf rock fondata nel 1961 a Santa Ana, in California. Divennero famosi per il brano strumentale Pipeline del 1963.

The Rivieras sono stati una band rock and roll fondata agli inizi degli anni ’60 a South Bend  (Indiana), e attiva fino al 1966. Sono ricordati per il grande successo del loro brano Californian Sun, composto nel 1964 da Henry Glover e Morris Levy. 

The Shadows sono stati un gruppo rock inglese nato alla fine degli anni Cinquanta, come gruppo di riferimento per Cliff Richard. Raggiunsero una grande popolarità con il brano strumentale Apache del 1960. In quegli anni nacque la rivalità a distanza con gli americani The Ventures.

The Sunrays sono stati una band rock and roll nata in California nel 1964, dopo lo scioglimento del gruppo dei Renegades. Questa la formazione: Rick Henn autore dei brani, canto e percussioni, Eddy Medora e Byron Case chitarra, Marty Di Giovanni tastiere e Vince Hozier basso.   

The Surfaris sono stati un gruppo surf  rock nato a Glendora, in California, nel 1962. La band contava: Ron Wilson batteria, Bob Berryhill e Jim Fuller chitarra e Pat Connolly basso. Il loro singolo Wipe Out arrivò al primo posto nella classifica del 1963, vendendo oltre un milione di dischi. 

The Tremeloes sono stati un gruppo pop britannico nato nel 1958 a Dagenham, nell’Essex. Furono apprezzati per le doti vocali e il sound morbido, valorizzato dall’uso dei cori. Ebbero successo con le cover di canzoni famose come Twist and Shout dei Beatles che si inserì ai primi posti delle classifiche. Il loro singolo Silence Is Golden si classificò primo nella hit parade britannica. Altro successo la canzone del 1970 Me and My Life.

The Troggs è stato un gruppo rock britannico formatosi negli anni Sessanta a Andover, nell’Inghilterra meridionale. Sono conosciuti per aver inciso singoli di successo quali Wild Thing, With a Girl Like You e Love Is All Around.

The Turtles sono stati un gruppo pop rock formatosi a Los Angeles nel 1965. Il loro principale successo fu Happy Together del 1967, prima nella Billboard Hot 100 per tre settimane. Il brano uscì anche da noi tradotto in Per vivere insieme e cantato da ben due complessi: i Quelli e I ragazzi del sole. Altro successo Eleonore ripresa in Italia da Gianni Morandi che la porterà alla Canzonissima del 1968, tradotta in Scende la pioggia, e si classificherà al primo posto. 

 The Ventures sono stati un gruppo surf rock statunitense formato da Bob Bogle e Dan Wilson a Tacoma, Washington,  alla fine degli anni ’50. Nonostante fossero musicisti non professionisti riuscirono a muoversi nel mondo dello spettacolo e a restare sulla scena per più di 10 anni. Storica la rivalità a distanza con gli inglesi Shadows , loro contemporanei.