Un tempo gli assassini si pentivano, ora non più. Io non mi pento.
Questo è lo stesso motivo per cui sono andato per strada a carnevale, nel giorno più colorato e felice, nel giorno più spensierato e facile da prendere di mira.
Al momento sono in un vicolo buio, con le sirene attorno a me e la polizia sulle mie tracce. Ma facciamo un passo indietro prima...
Ho pianificato con cura tutte le mie mosse... o meglio, quasi tutte. Andiamo, tutti siamo impulsivi quando si ha una vittima gratis sotto il naso, no?
Mi chiamo Enea Williams ed ho sempre avuto una strana attrazione verso le cose macabre. Film, persone, racconti... insomma, un po' tutto.
Ma ora, lasciami spiegare come sono finito in questa situazione.
Mi sono svegliato con il piede giusto stamattina, frenetico e smaniante, molto felice della giornata che avevo davanti. Mi sono vestito di corsa, neanche facendo colazione, cercando di sprecare meno tempo possibile.
Dopo una ventina di minuti, ero già fuori casa, passeggiando di qua e di là.
Mi sono fermato completamente quando ho visto un bambino innocente – o quello che credevo lo fosse – da solo.
Ovviamente, mi sono avvicinato, chiedendogli di seguirmi. Lui, essendo il marmocchio che era, l’ha fatto.
Andrò dritto al punto: l’ho ucciso in una strada isolata, coperta dai palazzi che l’accerchiavano.
Quello che non sapevo? Era il figlio di un maresciallo.
Esce fuori che quello pensavo fosse un bel giorno, si sarebbe rivelato la mia rovina, perché il padre del bimbo ha notato la scomparsa.
Vorrei spiegare di più, ma sento le sirene avvicinarsi...
Yasmine Capoccia