Autoritratto della crisi
engramma
Autoritratto della crisi
engramma
Francis Bacon, noto per i suoi ritratti deformati e inquietanti, in cui il volto umano appare frammentato, spettrale e in continua trasformazione.
I suoi ritratti evocano l'idea di un "engramma": rappresentazioni di sé che non sono fisse, ma fluide e sfumate, cercando di catturare un'identità instabile, influenzata dalle esperienze e dai ricordi.
Nel mio autoritratto, ho voluto esprimere ciò che considero il ritratto di un architetto che cerca il suo linguaggio in un mondo moderno, stratificato e frammentato.
Il soggetto dell'immagine è immobilizzato da una "dissonanza creativa":
"tra due fuochi"
Da un lato riconosce l’eredità dei maestri dell'architettura moderna (tralasciando qui la storia dell'architettura pre-900), ma dall'altro è attratto dalle plasticità contemporanee.
Questa è una sofferenza creativa che considero profondamente umana.
Al contrario, l'architetto artificiale appare sereno, perché non è impegnato in un atto creativo. Sa esattamente cosa fare: gli basta chiedere al committente quali sono i suoi gusti, per poi eseguire un'interpolazione di progetti già esistenti, trovando quello che meglio si adatta alla richiesta.
L'architetto contemporaneo non ha dubbi, perché il suo lavoro non è realmente "creativo", ma più un processo tecnico di adattamento.