Una volta arrivato a Black Gulch, quel #@CENSURA@# di Wilson avrebbe potuto calmarsi . . . .
E invece no !
Dovette mettersi a scavare un tunnel nella viva roccia e rischiare di sfracellarsi sul pianoro di Black Gulch perchè, caduto l'ultimo diaframma, c'era un bel vuoto da scavalcare con un ponte incredibile: dal buco di uscita del Diablo Tunnel, sul niente, sopra Black Gulch, il ponte dell'inferno, l' Hell's Bridge, fino al pianoro di Mountain View, sulla fresca prateria...
Ora sarebbe il caso di avere un'idea di assieme di quello che è stato il progresso fino a quel momento, eravamo verso la fine di gennaio del 1908 (...o del 2008 ? mah ? ). Questa è la vista di cui godevano i pellerossa Saskatchtsga..... no, aspetta, Sakastaswe.... no, un momento, erano Sakaskakatchchch..., neanche questi, ancora un momento che ce l'ho qui sulla punta della lingua e.... Niente da fare, l'ho perso, ( però queste tribù avevano di quei nomi....) Torniamo a noi e vediamo come andò:<-- Proprio qui a sinistra della freccia si vede una lineetta chiara, un po' inclinata; se ingrandite la foto potete vedere che c'è anche un binario, sospeso sul "nulla" sopra il treno. E' il binario che Wilson "spinse fuori" dal Diablo Tunnel quando tornò a riveder le stelle non appena crollò l'ultimo velo di roccia; se avesse fatto un passo in più, dovrei fermarmi, non potrei raccontarvi altro eccetto le lamentazioni di chi avesse partecipato al funerale che.... non ci fu.Ma come fu costruito quel ponte ?
Qui vediamo un pilone, il primo, quello che venne poi posizionato in prossimita' dell'uscita dal Devil's Tunnel, si tratta di sette pali da 20 pollici di diametro (che si scrive 20”; nella scala di riproduzione, scala H0, diventano 6mm) posizionati a ventaglio inverso, cioè in modo che da dove saranno piantati nelle loro fondamenta convergono verso il punto di appoggio delle travi. Dei pali da 10” (3mm) li tengono in posizione, triangolando la struttura per un minimo di rigidita' prima della posa in opera finale. Ma per fare un ponte non basta un pilone, soprattutto quando il percorso del ponte e' in curva e deve scavalcare tre binari ed una mulattiera; vediamo come sara' a percorso finito:
Dall'alto a destra verso il basso a sinistra si possono notare:
l'uscita dalla galleria
lo scavalcamento del primo binario con l'appoggio al primo pilone
lo scavalcamento del secondo binario con l'appoggio al secondo pilone
lo scavalcamento del terzo binario con l'appoggio al terzo pilone
lo scavalcamento della mulattiera di accesso alla stazione di Black Gulch: proviene dal basso-destra e attraversa i tre binari verso alto-sinistra proprio in stazione
l'appoggio sulla roccia che costituisce le propaggini del pianoro di Mountain View.
Se sapeste, per tagliare tutti i pezzi necessari, quanta segatura fu prodotta ! ! !
Ed un colpo di vento un po' più maleducato di tanti altri ribaltò tutto e costrinse quei poveri operai che vi si affannavano a rifare il lavoro; ma non tutto il male viene per nuocere: possiamo apprezzare alcuni particolari come se lo guardassimo "dal di sotto in su":
E le cose andarono come erano state pensate, cosi', alla fine, il ponte fu collaudato con treni di peso adeguato a garantire che le cose fossero state fatte veramente per bene:
Per maggiore sicurezza si preferì ancorare le traversine alla struttura del ponte con un sistema che consentisse una certa tranquillità. Nella ripresa dall'aerostato (di elicotteri, a quei tempi, non ce n'erano ancora, non lo sapevate?) si può vedere, messo in evidenza dal cerchio di pittura verde (attenti, è ancora fresca ! ), il sistema usato: un grosso cavo lega insieme traversine e longheroni del ponte.
L'ancoraggio dei piloni di sostegno al mondo... è ancora da verificare, ma il peso dei rotabili e la velocità minima imposta al transito sul ponte fanno in modo che il vento non se lo porti via un'altra volta.....
Tornando al fissaggio delle traversine al ponte: pensate che l'ultimo nodo fatto ad uno dei cavi per tenere fermo tutto, lo fece la domenica mattina presto, prima delle Funzioni, un certo Jeremiah Funkstraudel, un ex-marinaio originario delle montagne della Transilvania, e per errore rimase legato al ponte per tutto il giorno: nessuno si accorse della sua assenza finché, a sera, il suo cane iniziò ad ululare alla luna: dal monte rispose il “suo” ululato, così tutti accorsero all' Hell's Bridge e lo liberarono. Era piuttosto contrariato (e anche affamato), quando tornò alle baracche rincuorato da tutti gli altri, ma dopo cena andò subito a letto. scuro in volto, senza chiacchierare con tutti come faceva di solito.
Da quella sera non fu mai più visto, e neanche il suo cane...
Qualcuno mise poi in giro una voce secondo la quale, per la brutta esperienza vissuta con il nodo, tornò a fare il marinaio, pescatore d'alto mare, per l'esattezza: aveva addestrato il suo cane ad annusare le cernie dalla barca e, una volta localizzate, gli sparava, attraverso un foro sul fondo della barca, con la spingarda a tromba caricata con chiodi.
Non molti diedero credito a questa storia, ma continuò ad essere raccontata per anni, davanti al focolare nelle lunghe sere d'inverno, per spaventare i bambini.
Con la foto che segue (potete ingrandirla, e scaricarvela, cliccandoci sopra) potete farvi un'idea più ravvicinata del sistema che ho usato per costruire il ponte: tondino di legno di noce diam. 3mm e 6mm (OBI-Bricolage) vinavil (ovunque) e pazienza (a quella dovete provvedere voi, per conto vostro):
Ingrandendola, come vi dicevo prima, potrete notare qualche macchia bianca: è proprio il vinavil non ancora secco del tutto.
Avanti o All'indice dei lavori