SEMILLITA NEL SOCIALE

ADOLESCENTI e INTEGRAZIONE

DANZATERAPIA per l'INTERCULTURA

Laboratori di DMT per Associazione Rondine Cittadella della pace "Project Triumph", 23 e 24 Luglio 2009

di Francesca Barbagli

PARTECIPANTI. Il laboratorio ha coinvolto i 24 adolescenti del Project Triumph (16 israeliani arabi ed ebrei cittadini di Haifa e 8 italiani provenienti dalla Provincia di Arezzo e Prato).

Il laboratorio è stato condotto con la metodologia della DanzaMovimentoTerapia espressivo-relazionale e con la tecnica dell' Expression Primitive.

FINALITA’

-Favorire l’incontro e la relazione tra i partecipanti, attraverso il linguaggio comune del movimento: stimolando la socializzazione e le competenze cooperativistiche; educando al riconoscimento, all’accettazione ed alla valorizzazione delle differenze; favorendo l’instaurarsi di relazioni positive tra i partecipanti, stimolando empatia e osservazione senza giudizio.

-Favorire l’appartenenza al gruppo in un momento in cui essa è spesso legata ad identità formate virtualmente dove non c’è corpo alla relazione interpersonale.

-Far scoprire che la diversità non è solo quella del colore della pelle, della cultura o della religione ma è una ricchezza che sta nell’unicità di ogni essere umano.

-Educare alla conoscenza di sé attraverso lo scambio con gli altri: rispecchiarsi nell'altro permette di amplificare gli apprendimenti motori e verbali; ascoltare ciò che l’altro dice sulle sue emozioni aiuta a descrivere le proprie.

-Favorire l’ampliamento delle capacità non verbali di comunicazione e la conoscenza di sé attraverso il processo creativo.

OBIETTIVI e TECNICHE utilizzate

-simbolizzare il conflitto e la leadership; danzare appartenenza e individuazione

Le culture e le loro differenze sono di frequente presentate come fissità inconciliabili e non come processo; tuttavia risultano solo spesso un oggetto intellettuale per distinguere il "noi" dal "loro"; di fatto ciò che chiamiamo cultura è piuttosto un processo, qualcosa di dinamico che scorre lungo reti che collegano gruppi umani: ognuno di noi è quindi attraversato da una pluralità di gruppi, attraversati a loro volta da una pluralità di culture. Sono quindi fondamentali il senso di appartenenza e di identità così come la curiosità e l’apertura all’altro.

1) Riscaldamento: presentazione delle attività, differenti gruppi di appaesamento ma un interesse accomunante (la loro partecipazione al Triumph), giochi di conoscenza, riscaldamento con automassaggio, bodypercussion, segmentario;

2) Parte centrale: il ritmo come contenitore e canalizzatore, regola del gioco, vincolo dello scambio relazionale attraverso musiche Hip Hop; il dialogo degli opposti che con i dimezzamenti ritmici si avvicinano sempre di più simbolizzando differenza e unione; dialogo motorio in eco; duello dei capi; la soglia [Bellia, Danzare le origini, ed. Magi, 2000].

3) Conclusione: danza simbolica di saluto e verbalizzazione.

-valorizzare la propria identità nell’incontro con l’altro

Essere radicati nella propria identità (simbolicamente il nome) ed essere meravigliati di fronte alla diversità: nel dialogo motorio favorito da giochi di eco e rispecchiamento l’altro mi rivela anche parti di me; tre alfabeti (italiano, arabo, israeliano), tanti differenti segni che ispirano la mia danza. Importanza del formato relazionale di lavoro: nel piccolo gruppo il gioco di invenzione coreografica ha l’obiettivo di promuovere il lavoro di gruppo, la cooperazione, l’incontrarsi nel fare.

1) Riscaldamento: danza di apertura, disegnare il nome sulla carta, riscaldamento segmentario immaginando di scrivere nello spazio.

2) Parte centrale: coreografia individuale sul proprio nome, eco e coreografia in piccolo gruppo.

3) Conclusione: presentazione delle coreografie inventate nei piccoli gruppi agli altri e ascolto del titolo dato dal pubblico (l’altro mi rivela parti di me), danza finale, verbalizzazione.

OLTRE LE PAROLE: CREATIVITA' in MOVIMENTO

Laboratorio di DMT dedicato a giovani e adolescenti per incontrarsi, esprimersi, comunicare

di Francesca Barbagli

FINALITA’ del progetto. Il progetto mira a coinvolgere giovani e adolescenti aretini e coetanei con disabilità psichica, in attività espressive da realizzarsi presso il centro Giovani ed Adolescenti Arezzo Factory, attraverso lo strumento della DMT, come momento per esprimersi, confrontarsi, arricchirsi attraverso il linguaggio del corpo e come momento di integrazione tra adolescenti con diverse abilità. La finalità generale sarà quella di prevenire il disagio sociale e relazionale dei giovani a rischio e favorire il benessere relazionale degli adolescenti con problemi di salute mentale. Il progetto ha anche l’obiettivo di contribuire ad abbattere lo stigma sociale esistente verso la malattia mentale.

CONTESTO

Passaggio adolescenza: tra moda e accettazione di sé. L’adolescenza, è un periodo di grossa trasformazione, un corpo in divenire e la conseguente difficoltà ad accettare la propria immagine e quindi sé stessi; il bisogno di conoscenza e la ricerca di identità; il bisogno di relazione col gruppo dei pari; una labilità affettiva che può portare demotivazione e difficoltà a concentrarsi anche in ciò che piace. Gli adolescenti contemporanei spesso mostrano difficoltà nell’ascolto, nella relazione, nell’espressione delle emozioni, abilità che necessitano di un io strutturato e di un confine con il mondo esterno, ma sempre più si cresce “senza colonna vertebrale”, con un io ipertrofico e senza limiti. Il corpo e le sue trasformazioni sono una dimensione centrale per questa età perché centrale nelle dinamiche relazionali. Il benessere psico-fisico e la psicopatologia che interessa il corpo sono sempre più legati al conflitto tra la fisiologia umana e le pressioni sociali e mass mediatiche, che propongono modelli fisici poco realistici e di fatto irraggiungibili per la maggior parte delle persone (la magrezza è giunta a simbolizzare competenza, successo, autocontrollo e attrazione sessuale, mentre l’obesità è divenuta il simbolo della pigrizia, dell’autoindulgenza e della mancanza di volontà.). L’adolescenza pertanto con i suoi cambiamenti fisici è un primo momento di vulnerabilità che può condurre alla patologia. Gli adolescenti che si vedono meno attraenti presentano livelli di autostima più bassi rispetto a quelli che si ritraggono soddisfatti del proprio aspetto.

Giovani e salute mentale. L’Associazione di volontariato “Vivere Insieme” propone da vari anni progetti per la popolazione scolastica più a rischio (14 - 18 anni) che hanno come obiettivo l’informazione, la sensibilizzazione e la prevenzione sul tema della salute mentale. Secondo le statistiche dell’Unione Europea questa fascia di età conta il 4% di casi di grave depressione che poi esplode verso i 18 anni quando arriva al 9%. Le malattie mentali sono mortali quanto il cancro e chi ne soffre è visto con paura e allo stesso tempo manca di strumenti per dare parole al suo malessere. La collaborazione con le strutture del territorio dedicate ai giovani com eun centro giovani è fondamentale per promuovere una cultura che abbatta il pregiudizio e faciliti la conoscenza delle strategie per affrontare il disagio e la sofferenza che lo esprime.

Pratiche di salute mentale. Il progetto nasce anche da esperienze condotte all’interno delle strutture di riabilitazione del DMS di Arezzo che hanno costituito spazi di sostegno alla riabilitazione, crescita personale e relazionale, condotti da figure professionali che hanno saputo coordinarsi con gli obiettivi e le finalità terapeutiche provenienti dagli operatori sanitari, producendo esperienze artistiche con riconoscimenti anche a livello nazionale. Tuttavia tali attività, realizzate nei locali del Centro di Riabilitazione interpersonale della ASL 8 di Arezzo, hanno comportato l’impossibilità di aprire le attività ad esterni, dando luogo a laboratori solo per gli utenti. L’utilizzo dei locali del Centro Giovani ed Adolescenti Arezzo factory permette di concepire il laboratorio come uno spazio integrato e aperto dove tutti gli adolescentipossano sperimentarsi in attività artistiche.

OBIETTIVI generali del laboratorio

La DMT può risultare un linguaggio utile per misurarsi con le dimensioni dell’adolescenza: l’attività espressivo motoria può sostenere il difficile rapporto tra disagio adolescenziale, corporeità, socializzazione e integrazione, risultando strumento di espressione e prevenzione.

-area psicomotoria:

favorire una migliore percezione della propria immagine corporea; migliorare l’orientamento spaziale e la coordinazione motoria; sviluppare un contatto rispettoso col corpo dell’altro.

-area psicologica:

sostenere la crescita della personalità favorendo la percezione della corporeità come volume totale della persona e la sensazione di essere proprio quell’individuo unico e irripetibile, che si concretizza in quell’unità psico-corporea; prevenire e curare il disagio sostenendo il senso di accettazione di sé e del proprio corpo in un’età di grosse trasformazioni fisiche e psichiche; stimolare la creatività come risorsa adattiva (pensiero analogico e capacità d’ inside); sostenere nella conoscenza del proprio mondo emotivo e nella capacità di descrivere i propri stati affettivi, per canalizzare ed orientare le emozioni.

-area relazionale:

sostenere la crescita sociale e la conoscenza dell’altro educando all’empatia, al riconoscimento, accettazione e valorizzazione delle differenze, alla cooperazione, al rapportarsi e osservare senza giudizio, favorendo l’instaurarsi di relazioni positive anche con l’altro sesso; sostenere il benessere relazionale dei giovani con disabilità psichica favorendone l’integrazione e l’accettazione; lavorare sull’identità e sul senso di appartenenza al gruppo che è un bisogno insopprimibile in un’epoca di individualismo sfrenato (oggi la comunità è qualcosa di diverso dalla descrizione degli antropologi, ha meno a che fare con un territorio, ma piuttosto col sentirsi all’interno di una rete di rapporti).

-area cognitiva:

contribuire ad abbattere lo stigma sociale esistente verso la malattia mentale.

TEMI DI LAVORO

immagine corporea, espressione delle emozioni (vedi danza e movimento linguaggi espressivi e tra danza e terapia)

FAMIGLIE e TEMPO LIBERO

DANZIAMOCI - INCONTRO L'ALTRO E "IL CUORE SI SCIOGLIE"

Laboratorio per bambini e genitori svolto nel periodo Febbraio-Maggio 2010 con la Sezioni Soci di Arezzo dell'Unicoop Firenze

di Francesca Barbagli

COSA. Ci proponiamo di realizzare, in collaborazione con la Sezione Soci di Arezzo della Unicoop Firenze, uno spazio d’incontro tra genitori e figli, attraverso un linguaggio alternativo a quello verbale, e cioè utilizzando mezzi d’espressione quali la danza, il movimento, le tecniche plastico-pittoriche nella cornice teorica della DanzaMovimentoTerapia. Uno spazio di incontro dove l’interazione attraverso il movimento tra adulti e tra bambini sia seme educativo di intercultura intesa in senso ampio come incontro tra culture, generi, generazioni, come ben esplicitato anche dal progetto regionale “PortoFranco -Toscana terra dei popoli e delle culture”.

PERCHE’. Dal 2000 Unicoop Firenze è impegnata nella grande campagna di solidarietà con i progetti de “Il Cuore si scioglie” rivolti ai bambini di molte realtà povere del Sud del mondo, che hanno contribuito a costruire una rete di solidarietà, fatta di persone, associazioni, e movimenti che credono e si impegnano nella costruzione di una società più giusta e solidale. Tuttavia operare anche direttamente nella nostra città per contribuire alla cultura dell’interazione coinvolgendo bambini e adulti insieme può essere un’ulteriore testimonianza della missione sociale della Cooperativa, potrebbe essere uno dei sogni per la campagna 2010 de "Il Cuore si scioglie" ("Noi abbiamo un sogno" è, infatti, lo slogan provocatorio scelto). Nel 2007-2008 sono stati coinvolti studenti delle scuole medie superiori che hanno partecipato al progetto "Noi con gli altri". Nel 2002 con Carla Fracci come testimonial la danza è simbolicamente entrata ne “Il Cuore si scioglie”. Infine nel 2009 Il Cuore è andato in piazza con "La piazza della solidarietà": quest’anno la solidarietà anche in piazza potrebbe essere messa in movimento con una festa danzante alla fine della prima parte del laboratorio.

OBIETTIVI e CONTENUTI vedi il laboratorio Briciole tra la danza e i colori

ANZIANI PARKINSON

RI-ABITARE IL CORPO

Progetto sperimentale svolto nel periodo Aprile-Maggio 2010 con l'Associazione Parkinsoniani Aretini (A.P.AR.)

di Francesca Barbagli

La malattia di Parkinson è una malattia cronica degenerativa del SNC, il cui sintomo principale è costituito da un’alterazione del movimento volontario e di quello automatico che diventa più lento e difficoltoso ed è accompagnato spesso da tremore. È una patologia complessa e multidimensionale che, anche quando non è causa di grave disabilità, può determinare un profondo impatto negativo sul senso di benessere della persona e sulla sua salute fisica e psichica.

Aneddoticamente riconosciuta nella letteratura scientifica degli anni 1980, l'influenza positiva della danza sui sintomi fisici della malattia di Parkinson è stato oggetto di crescente attenzione negli ultimi anni e attualmente la ricerca sostiene l'inclusione della DMT come terapia aggiuntiva. La DMT può aiutare le persone affette da questa malattia a “ri-abitare il corpo” favorendo nei partecipanti l’attenzione per il proprio corpo, rimettendo in gioco le parti sane e vitali, re-investendole quindi di possibilità e stimolando la creatività. L'uso del movimento come mezzo principale di comunicazione porta benefici alle persone con malattia di Parkinson in quanto con la danza - un espressiva e ritmica sequenza di movimenti in musica - si può riorganizzare il movimento, calmare la distonia e migliorare l'andatura e l'equilibrio; il ritmo inoltre ha una funzione rivitalizzante a livello sia corporeo che relazionale.

A livello psicologico e relazionale, le persone con malattia di Parkinson, all'interno del gruppo DMT beneficiano della possibilità di esprimere emozioni e sentimenti in merito alla loro malattia e alle loro vite (frustrazioni, gioie, rabbia, risate) e di condividere esperienze simili e difficoltà in merito ai sintomi, con persone che devono affrontare le stesse sfide. Il gruppo di DMT costituisce un ambiente rilassante e una preziosa attività sociale che può aiutare a trovare con fiducia in se stessi e superare depressione o ansia. Altri vantaggi includono: crescente consapevolezza di sé, autostima e indipendenza; esprimere e gestire pensieri ed emozioni attraverso azioni; migliorare la comunicazione; miglioramento delle competenze di interazione sociale.

Per le persone con Parkinson, la connessione tra la volontà di muoversi e di fatto il cominciare o completare un'azione è disturbato in seguito alla diminuzione dei livelli di dopamina (un neurotrasmettitore che passa i messaggi dal cervello ai muscoli). Il movimento non può più essere automatico e uno sforzo cosciente può essere necessario, al fine di avviare o eseguire una determinata azione. A livello chinesiologico, i benefici della DMT nella riabilitazione della malattia di Parkinson, sono legati quindi al fato che i movimenti ritmici e ripetitivi della danza, i movimenti espressivi fatti in gruppo possono aiutare a migliorare i sintomi motori, quali bradicinesia, equilibrio nell’andatura, esitazione di inizio o il bloccarsi, fornendo un modello per il movimento che può contribuire ad allenare la mente nell’avviare e completare sequenze e schemi di movimento. Col tempo e con la pratica questo diventa più facile e aiuta a ritrovare fiducia nella capacità di compiere attività quotidiane (come ad esempio il mantenimento di un ritmo costante su una strada affollata o riprendere il movimento in caso di pagamento alla cassa del negozio): è come se il ritmo della danza aiutasse a riscoprire i propri movimenti automatici persi.

In alcuni casi la DMT può anche migliorare il tremore e la discinesia (movimenti involontari), fornendo modelli per sincronizzare e controllare i movimenti, soprattutto quando questi sintomi non sono troppo gravi.

La DMT può inoltre migliorare la postura: molti di coloro che regolarmente danzano dicono di notare un miglioramento significativo in equilibrio, postura e flessibilità dei loro movimenti.

Con la DMT nella malattia di Parkinson si può quindi lavorare sui seguenti obiettivi specifici: stimolare il piacere funzionale del movimento per favorire un uso del corpo più ampio e coordinato, positivizzando l’immagine corporea; affinare le funzioni psicomotorie (equilibrio, spazio-tempo, coordinazione, motricità globale); favorire una migliore organizzazione delle coordinate spazio-temporali per riattivare la funzione dell’automatismo del movimento; favorire l’integrazione dello schema corporeo inteso come risultato dell’organizzazione di tutte informazioni sensoriali provenienti dal corpo, arricchite dalle sensazioni cinestesiche prodotte dal movimento; favorire la fluidità del movimento e l’ampliamento degli schemi motori impoveriti dalla patologia; incrementare la consapevolezza dei propri schemi motori spesso viziati a causa dell’ipertono e della rigidità; stimolare l’esplorazione delle possibilità posturali e motorie per riscoprire le potenzialità espressive e comunicative del proprio corpo; rafforzare la stima di sé e alleggerire il senso di solitudine.