San Da

SAN DA, letteralmente "tecnica libera". Meglio conosciuto come "boxe cinese" o "combattimento libero cinese", è un genere altamente rappresentativo delle arti marziali cinesi, e risale all'antichità. Anticamente si chiamava anche Xiang Bo (lotta contro l'altro), Shou Bo (lotta con le mani) o San Shou (mani libere).

Nel lontano passato le gare di combattimento libero erano molto popolari. I Boxers, sprovvisti di materiale di protezione, si affrontavano su una pedana rialzata, chiamata Lei Tai (si dice che fosse alta 3 metri e i combattenti dovevano salirci arrampicandosi, in quanto mancate di scale!). I combattimenti erano senza distinzioni di peso e età; si poteva colpire ogni parte del corpo e con tutte le tecniche possibili, e si vinceva facendo cadere l'avversario dalla pedana o uccidendolo! Pare che durante i campionati nazionali cinesi di Wu Shu del 1928 a Nankino (Cina orientale) si svolsero sul LeiTai dei combattimenti di una tale brutalità che ai 12 finalisti fu proibito di combattere per non rischiare di perdere i migliori combattenti dell’epoca. Tutto questo era insostenibile anche agli occhi della comunità internazionale.

La riforma: tecniche moderne, protezioni.

Quando negli anni 60 il Wu Shu si stava trasformando in uno “sport” moderno per mano del governo cinese, venne dato il mandato ai più grandi maestri di tutta la Cina di riorganizzare l’enorme patrimonio tecnico del Wu Shu. Questo per creare uno stile di combattimento con regole precise secondo le quali combattenti provenienti da scuole diverse potessero confrontarsi. Al fine di limitare gli infortuni venne inoltre deciso di adottare delle opportune protezioni, tutt’ora utilizzate. Nasceva così il San Da moderno, ad oggi considerato un vero e proprio sport, praticato nel rispetto dell'uomo e della sicurezza degli atleti.

Il bagaglio tecnico del San Da è ricco del patrimonio tecnico dei vari stili di Wu Shu cinese. Si può colpire di pugno, di calcio o eseguire tecniche di proiezione a terra. Nel San da, quindi si può combattere sulla lunga, media e corta distanza, sia con tecniche di percussione che di proiezione, caratteristica peculiare ed unica di questa disciplina. E' ammesso il K.O., e per questo rientra gli sports da combattimento a contatto pieno. Sono vietati i colpi di gomito, ginocchio o testa, ed è vietato proseguire il combattimento a terra. Sono vietati i colpi alla gola, ai genitali ed alle articolazioni, e gli atleti sono obbligati ad indossare delle protezioni, ad ulteriore garanzia per la loro incolumità: caschetto, paradenti, corpetto, guantoni, conchiglia e paratibie.

Elementi importanti nel San Da sono il rispetto del proposito sportivo, qualità della prestazione atletica e della varietà tecnica (e non rudi espressioni di brutalità).

Dal punto di vista tecnico esso coordina perfettamente i movimenti di braccia e gambe, favorendo la salute, stimolando il buon funzionamento degli organi interni e galvanizzando la volontà e la perspicacia degli sportivi.

Da un po' di tempo, invece, si stanno sviluppando, specie in Cina e negli Stati Uniti, alcuni circuiti di San Da professionistico. I combattenti si affrontano su un regolare ring da pugilato, ma l'uso delle protezioni è limitato ai guantoni, al paradenti ed alla conchiglia. Questo porta il San Da ad essere uno degli sport da combattimento più temibili, unitamente alla Muay Thai. A tal proposito sono sempre più frequenti gli scontri Cina-Thailandia a suon di colpi di San Da e Muay Thai, con regolamenti misti. Ovviamente il rischio per gli atleti è maggiore.