Il footwork, o lavoro di gambe, si può definire il segno di riconoscimento del professionista del combattimento. Non confondiamoci con i ballerini che sono una razza diversa di “animali”, ossia coloro che fanno molta scena ma pochi fatti. Il lavoro di gambe deve necessariamente essere funzionale alle svariate tecniche di attacco e difesa e non una cosa fine a sé stessa.
Esistono svariati esercizi di allenamento del footwork che portano il praticante ad una maggiore padronanza del corpo e di tutti i suoi movimenti. Ci sono esercizi per lo spostamento, per le finte ecc… ma la funzione principale è quella di essere sempre pronto allo scatto fulmineo paragonabile a quello che avviene nel mondo animale fra il predatore e la sua preda.
Nella nostra accademia usiamo impostare il training del footwork partendo sempre dalla posizione base del san da perché si presta molto alle svariate circostanze del combattimento. Ma andiamo ad analizzare più nel dettaglio alcuni degli esercizi base.
Eccone una serie di quelli più semplici per cominciare un buon lavoro di perfezionamento:
- saltelli sul posto senza cambiare posizione alle gambe
- saltelli con spostamento del peso del corpo prima sulla gamba avanzata e poi su quella arretrata
- saltelli invertendo la posizione delle gambe
- saltelli alternando una posizione alta ad una bassa
- spostamento in avanti alzando di poco il piede avanzato e spingendo in avanti con la gamba arretrata mantenendo i piedi paralleli
- spostamento in diagonale in avanti seguendo lo stesso principio del passo precedente ma muovendo il piede avanzato esternamente a circa 45°
- spostamento laterale come il precedente ma di 90°
- spostamento indietro spingendo con la gamba avanzata e alzando di poco il piede arretrato
Una buona pratica presuppone la ripetizione di questi e di altri più complessi per un numero elevato di volte per permettere ai muscoli di assimilare il movimento. Questo però non basta. Infatti occorre poi inserire i vari spostamenti nella pratica delle tecniche di combattimento perché altrimenti nel momento del bisogno il corpo potrebbe non reagire agli stimoli esterni facendo diventare il movimento difficoltoso se non impossibile. Il footwork deve vivere in funzione di ciò che vuole fare il praticante ed andare a rinforzare e perfezionare la sua tecnica.
Un pugno o un qualsiasi colpo portato con un buon lavoro di gambe moltiplica la sua potenza evitando anche uno spreco inutile di energie. Esso permette ad alti livelli l’uso della pliometria e del “cerchio senza fine” applicata al combattimento. L’avversario avrà la sensazione di non trovare un bersaglio reale e di faticare molto di più di voi a contrastare le vostre offensive. Vi permetterà di non essere mai nel luogo dove il colpo dell’avversario ha il massimo della potenza. Vi permetterà di anticipare le sue offensive rimanendo in equilibrio. Infatti la costante del footwork è quella di non spostarsi mai senza controllare il proprio corpo e di conseguenza l’equilibrio.
Andando avanti con la pratica troveremo i così chiamati semispostamenti dove la coordinazione fra corpo e gambe sta diventando precisa e veloce. Gli spostamenti saranno limitati sempre di più allo stretto necessario e si ridurranno i movimenti evasivi. Un esempio di semispostamento che studiamo in accademia è la CROCE FILIPPINA. Immaginate una X disegnata ai vostri piedi le cui estremità vadano in diagonale alla vostra destra e alla vostra sinistra sia avanti che dietro. Tornando sempre con i piedi quasi uniti sposterete un piede per volta coprendo le 4 punte della croce assecondando con il corpo tutto il movimento. Lo spazio che copro con questi movimenti mi permette sia di schivare sia di affondare non perdendo mai una distanza a noi congeniale di combattimento.
Molto spesso si cade nello sbaglio di “scappare” dai colpi dell’avversario e di non concentrarci su ciò che potremmo fare in una determinata situazione. Ebbene il footwork praticato costantemente dà modo al marzialista di affrontare le varie distanze del combattimento e, soprattutto le sue paure, con una marcia in più. Con un buon lavoro di QI KUNG ed un lavoro tecnico mirato alle entrate e alle uscite vi sembrerà di vedere alcuni movimenti dell’avversario quasi a rallentatore. Il cervello reagisce a questo training spezzettando il tempo in tante piccole parti in modo da permettere a voi di inserirvi al momento giusto nei movimenti dell’avversario, perché, come tutti i marzialisti sanno una tecnica è buona se viene applicata nel momento giusto con la velocità giusta e con la forza necessaria.
Alla fine vi renderete conto che non esisterà più spostamento senza una ragione precisa. Non sarà più un saltellare continuo o un cambiare continuamente posizione bensì attendere il momento giusto per colpire la “preda” inesorabilmente.
Spiegare il footwork a parole è molto complicato perché una dimostrazione rende più di mille parole e quindi sbrigatevi ad andare ad una delle nostre palestre a voi più vicina e iniziate ad allenarvi costantemente e chiedendo sempre consiglio a chi ha preso più botte di voi!!!!!!
Sandro