Ludd

# 6, punk hc , Rovereto

Un gelido primo aprile io (pilvia) e pules scendemmo in quel di Rovereto per intervistare i Ludd...

Prima domanda: qualche dato generale...

Suoniamo dal gennaio 2001, abbiamo avuto varie vicende, scambi tra componenti, pensa che c'è stato un periodo in cui eravamo in otto, con quattro cantanti! Adesso è dal 2003 che abbiamo questa formazione.

Quali motivazioni vi hanno spinto ad iniziare a suonare?

Abbiamo iniziato un po' alla cazzona. Eravamo e siamo tuttora un gruppo di amici unito non solo per la musica. Pensiamo che la musica sia una delle tante forme di espressione di idee, che però esprimiamo anche in altra maniera. Una delle cose che ci accomuna è però senz'altro la passione per l'hardcore.

Io (Massimo, batteria) e Giuliano (basso), ad esempio, suonavamo in un gruppo chiamato Armonia dei contrari, abbiamo una registrazione del ’94 di un nostro concerto al “Mulino”, che era uno spazio occupato a Trento.

Lorenzo (voce) suonava nei Ran-core, gruppo anarcopunk della “busa”, hanno inciso un 45''. Gigi (chitarra) invece suona da una vita, dagli anni '80. Suonava negli Youngblood, un gruppo di Rovereto che nell'88 ha inciso anche un EP per l'etichetta dei Kina, la blubus. Suonava anche il basso negli Impact.

La cosa che ci ha sempre uniti oltre alle idee anarchiche e di libertà è la passione per l'hardcore fatto in modo autogestito, di lotta, e supportando le situazioni occupate. Prima per noi era un po' come un divertimento, poi il progetto ci ha appassionati sempre di più. Nel 2003 è uscito il nostro primo cd “A colpi di mazza”, e nel 2008 l'ultimo, “E’ tempo di partire”. Anche questo è ovviamente autoprodotto, ma questa volta abbiamo fatto stampare i cd. In cantiere abbiamo il progetto di un 45''.

Vi è mai capitato di suonare all'estero?

Abbiamo suonato in Svizzera, ci avevano proposto delle date anche in Spagna e in Francia, ma non siamo riusciti ad organizzarci. In Trentino abbiamo suonato poche volte, se non in occupazioni “nostre” o in altri contesti di lotta; non ci sono tante opzioni, se si vuole suonare solo in determinate situazioni.

Perché avete scelto di suonare solo in queste situazioni?

È una questione di principio, di coerenza di idee. Non vogliamo che nessuno ci guadagni, prediligiamo i concerti ad entrata gratuita, o nel caso ci fosse da pagare che almeno questi soldi vengano usati per situazioni autogestite. Non suoniamo in concerti realizzati grazie a contributi del comune, della provincia, di partiti o di sindacati. Non chiediamo rimborsi.

Domanda che sorge spontanea: che ne pensate dei gruppi che suonano nei locali?

Lorenzo: ti dirò, suonavo in un gruppo, qualche anno fa, con gente a cui la politica non interessava e abbiamo suonato anche in piccoli locali, ma abbiamo sempre rifiutato inviti per suonare a feste di Rifondazione o dei disobbedienti, perché non ci saremmo sentiti a nostro agio, semplicemente. Non disprezzo i gruppi che suonano nei locali, ognuno è coerente rispetto alle proprie idee.

In fin dei conti è una questione di scelte, fai quello che dici. Nei testi diciamo delle cose che poi mettiamo in pratica.

Comunque devi avere dei criteri precisi con chi di chiama, se vuoi rifiutare devi spiegare anche perché.

Qual è il vostro pezzo che vi piace di più?

Federica: “Proteggimi”, non l'ho scritto io. Parla della paura di farsi travolgere dai rischi del cambiamento, ed è un discorso che vale per tutti. Spesso si è troppo fissati sul proprio pensiero e si ha paura di cambiare. Secondo me è necessario invece continuare a chiedersi “è giusto?”, interrogarsi di continuo su quello che si sta facendo.

Massimo: “Come la notte”. E’ ispirata alle parole di un vecchio partigiano e parla dell’assassinio di Carlo Giuliani a Genova; è più lenta delle altre, eppure quando la suoniamo si crea un bel coinvolgimento.

Lorenzo: anche a me piace “Come la notte”. C'è un pezzo del testo del Monello, che è questo vecchio partigiano. Per me la morte di Carlo è stata un'emozione molto forte, quando la canto in un certo senso mi imbarazzo perché canto cose personali davanti a gente che non conosco. Per me quello diventa un momento collettivo, non c'è più distinzione tra i ruoli di chi suona e chi ascolta.

Come mai non avete il sito internet?

Siamo contro una certa autocelebrazione. Foto nostre, magliette e tutte quelle cose lì ci metterebbero in imbarazzo. E poi chiamarci Ludd e usare tutte le tecnologie sarebbe un po' un controsenso...

Di collettivo però c'è il sito di Accidia, e su punk4free il nostro primo album da scaricare.

Anche se per noi tutta questa cosa è una passione molto forte, non dedichiamo tanto tempo alla musica, perché per noi ci sono cose più importanti.

Cosa vorreste dire?/ ci sono cose che vorreste aggiungere?

Lorenzo e Massimo: la musica dovrebbe creare resistenza e accomunare persone. Il pogo ad esempio non dovrebbe essere causa di esclusione, ma aumentare l’intensità dei rapporti.

Federica: la musica fa da colonna sonora ad altre cose che si fanno, verso le quali non si dovrebbe avere un atteggiamento passivo.

Massimo: ho un sogno. I 7 Seconds cantavano: “Se possiamo camminare assieme, perché non possiamo pogare assieme?”. Io direi: “Se possiamo pogare assieme, perché non possiamo rivoltarci assieme?”. Trasformare un concerto in un riot contro lo Stato e la polizia: non sarebbe una bella cosa?

Intervista Anno 2010