Data pubblicazione: 21-ott-2009 15.58.19
Il forno, che si trovava in via Roma, nell'attuale sede dell'Università Agraria, non ebbe vita lunga e dopo pochi anni e molti litigi sulla sua gestione, venne chiuso. Invece il mulino comunale, che era situato accanto al forno nei bellissimi locali a volta dell'attuale biblioteca comunale, ebbe una funzione importante per lungo tempo.
(1)
Non è dato sapere la data precisa in cui entrò in funzione, ma atti d'archivio testimoniano che nel febbraio del 1918 la Mola elettrica era attiva. Essa sostituì le vecchie mole ad acqua come quelle sul fiume Aniene e sul fosso dell'Empiglione.
(2)
Dal 1920 al 1946 la Mola sarà appaltata a un esperto mugnaio della Sabina, mio nonno Filippo Orsini. Dal '46 al '76 toccherà a Fausto Vasselli, mio padre, gestire l'attività del mulino comunale.
La Mola di Castel Madama ebbe un ruolo socioeconomico di rilievo per le famiglie, i contadini, i piccoli e i grandi proprietari terrieri della valle dell'Aniene e dei paesi dell'Empolitana. Le tre macine, rispettivamente per il frumento, il mais, le granaglie per animali, soprattutto l'avena, furono in costante e piena attività per cinquant'anni. Negli anni settanta la sua attività entrò in crisi fino al fermo delle macine. Negli anni ottanta i locali vennero affittati ad un privato per la molitura con macchinari moderni. Poi la definitiva chiusura.
La Mola è stata anche un luogo della mia infanzia, ma non è per nostalgia che ne scrivo. Voglio testimoniare di come superficiali e sconsiderati amministratori abbiano permesso la distruzione dell'impianto; la dispersione delle macine; la perdita di una parte del patrimonio storico-culturale e della memoria collettiva di Castel Madama.
(3)
Condivisi pienamente nel 1999 la scelta dell’amministrazione di centro sinistra di progettare una Sala Polivalente negli adiacenti locali comunali in Via Roma: quelli centrali della mola, quelli dell'antico forno a sinistra e quelli dell'attuale sede degli sbandieratori a destra. Una superficie di 300 mq. avrebbe compreso al suo interno sia la biblioteca comunale sia il mulino restaurato. E la Mola sarebbe stata una testimonianza sempre viva perché sicuramente frequentata ogni giorno dagli utenti della biblioteca e da altri visitatori.
Mi allarmai nel 2002 quando seppi che la Mola era stata smontata e portata via, “Per il restauro” dicevano gli amministratori di centro destra. Ma per me, che ne conoscevo la struttura e le dimensioni, quel lavoro di scardinamento significava la distruzione delle belle parti in legno che contenevano le mole, che contornavano la struttura complessiva e che permettevano, con la scala laterale, l'accesso alla parte superiore delle macine. Il trasferimento delle enormi macine poi era ingiustificato e premonitore della loro sparizione perché sarebbe bastato intervenire in loco con la semplice ripulitura delle macine e il restauro del legno. “Le svenderanno e non le rivedremo più” mi dissi.
(4)
Sarebbe lungo raccontare gli indecenti depistaggi e le sciocche bugie propinatemi dagli amministratori del tempo, quando mi misi alla ricerca della Mola sparita. Mi limito a ricordare che, quando erano già iniziati i lavori per la Sala Polivalente fu sostituito il direttore (perché di sinistra - Sic!) e fu così che, per pagare sia il vecchio sia il nuovo direttore, la disponibilità finanziaria non poteva più coprire i costi dei lavori. Ridimensionarono perciò il progetto riducendo la superficie e il volume dell'opera.
Naturalmente a opera compiuta gli spazi si riveleranno insufficienti persino a contenere tutti i libri e le suppellettili della biblioteca. Figuriamoci se avrebbero potuto contenere pure la Mola, che ormai era stata consapevolmente dispersa e, di fatto, regalata.
Fra il 2008 e il 2009 sono stati utili e necessari nuovi lavori nella biblioteca comunale da parte dell'amministrazione di centro sinistra. Un bell'intervento di soppalcatura ha quasi raddoppiato la superficie calpestabile a costi molto bassi (70.000 euro).
(5)
Il soppalco purtroppo limita la visione delle belle volte, ma ciò è compensato dall'ottimo lavoro che migliora la fruibilità della biblioteca. Incolmabile è invece il rammarico per la perdita della Mola.
Biblioteca comunale
Macina del mulino ad acqua dell'Empiglione
Due disegni parziali della Mola di Castel Madama (vista di lato e di fronte). Insieme alla foto 4 possono dare l'idea di come fosse.
Mola restaurata di Orvinio somigliante a quella di Castel Madama ma più piccola
Biblioteca: parte del soppalco