Roviano e Anticoli li ho visti splendenti di sole stamattina pedalando tra la Sublacense e la Tiburtina. Lui col suo castello virilmente emergente; lei dolcemente distesa sulla collina. Come due amanti che perennemente si guardano, ma non possono toccarsi. Chissà quante volte nei secoli avranno dichiarato il loro amore. Chissà quante volte avranno bisticciato. Quante volte avranno parlato delle loro storie: di odi e amori; di competizioni e solidarietà; di pettegolezzi e verità.
Sarebbe bello scrivere un dialogo immaginario come metafora della storia di questi due gioiellini della valle dell'Aniene. Io non posso farlo, non conosco la loro storia. Ma voglio sperare che fra i miei amici del posto ce ne sia qualcuno che prenda la palla al balzo.
In proposito Artemio Tacchia racconta che Rafael Alberti negli anni '60 guardava Roviano da Anticoli ogni giorno, e si chiedevano reciprocamente parole. Alla fine, Rafael sconsolato rispose: "Cosa posso dirgli io da Anticoli Corrado?"
La mia amica Alessia direbbe invece che erano un giovane e una principessa e poi un incantesimo li ha resi così, paralleli sì, ma per sempre insieme... e scriverebbe una sceneggiatura da far drammatizzare ai suoi ragazzi della scuola media. Chissà...