Stamattina, nonostante la splendida giornata, non ho trovato nessun ciclista in quel punto di ritrovo che è la macelleria di Bruno, il padre del nostro giovane campione. Perfino il sempre pronto Luigi, che era lì, indossava abiti borghesi: avrà preferito rimanere a chiacchierare della sfortunata giornata di ieri, della rottura della bici di un Domenico sconsolato al Gran Premio della Liberazione.
Non mi rimane che partire in fretta con la speranza di raggiungere il Compagno Iori, è così che continuiamo a chiamare, nonostante la storia, l'inossidabile Michele che, mi dicono, è gia partito.
Del Compagno Iori neanche l'ombra, sono proprio destinato a pedalare da solo. Ma l'aria è tersa; il sole riscalda a sufficienza; la via Tiburtina scorre veloce: le gambe stranamente girano bene; la bici risponde e mi mette di buon umore.
Nel cielo sopra Marano, mi accompagna il volo di un falco.
La voce dell'Aniene la sento quando a Subiaco pedalo fra il ponte medievale S. Francesco
ed una storica pedonale che affianca il fiume al punto di partenza dei canoisti.
Non mi sento solo neanche quando, in compagnia del 'cra' 'cra' delle cornacchie, posso osservare monti e paesi mentre pedalo in salita verso Affile
un paese che ricordo per un antico, pessimo legame con la destra fascista, ma anche per un ottimo vitigno autoctono, il 'Cesanese di Affile' ( TRA VINI, CASCAMI FASCISTI, PIZZARELLE ). La giornata è avara solo di incontri umani, neanche quello che avevo pensato di fare con una simpatica insegnante della scuola media di Affile. È generosa però di panorami, quello di Bellegra ad esempio
che osservo mentre affronto senza fatica persino la ripida salita che mi porta in quella che fu l'antichissima Vitellia.
L'incontro che desideravo verso le 12,30 avviene presso un famoso bar pizzeria di S.Vito con una fragrante pizza bianca-pancetta arrotolata-mozzarella e con due supplì croccanti.
L'effetto sarà ottimo: mi permetterà di arrivare a Castel Madama dopo 100 chilometri. Non prima di aver fatto il giro dei “Cioci” e "La Piana" di Sambuci dove un gregge di pecore, uno scoiattolo fra i rami di un albero e una piccola donnola che mi attraversa la strada, sembrano essersi dati appuntamento per ricordarmi che in bicicletta non si è mai soli.