È una vera gioa ritrovare sul web un libro che avevo disperatamente perso: prestato a qualcuno non è rientrato nella mia libreria.
“Lezioni di filosofia” https://dl.dropbox.com/u/27115959/ari1.pdf Ari Derecin non lo ha scritto, come non ha scritto altri libri, e "l’assenza di qualsiasi suo documento autografo pubblicato (se si escludono alcuni articoli di politica, epistemologia e logica su riviste specializzate)" ci fece sentire orfani quando venne prematuramente a mancare nel 1988. Fummo allora entusiasti quando a dieci anni dalla sua morte ci ritrovammo numerosi, al Tasso, insieme ad altri amici, ai suoi alunni, ai suoi colleghi, a ricordare "un uomo e un intellettuale di straordinaria levatura" e a conoscere la trascrizione delle sue lezioni di filosofia registrate da una sua alunna negli anni scolastici 1977-78 e 1978-79.
"È un volume che possiede l’inestimabile valore di impedire al nostro ricordo di perdersi inesorabilmente... Centododici lezioni di filosofia, il tutto combinato a costruire discorsi ferreamente logici, spesso finemente ironici, disposti su numerosi registri: fruibili da inquieti diciassettenni, da generici cultori del sapere, da specialisti di questo o quel settore dello scibile".
Ari fu "soprattutto un filosofo che della filosofia fece una condizione di vita e attività intellettuale e che, ad imitazione dei filosofi antichi, scrisse pochissimo. Giustificava questa resistenza alla scrittura sostenendo che le opere filosofiche erano state tante, qualcuna anche eccezionale, ma che restava troppo da comprendere per lasciare che il narcisismo intellettuale lo spingesse, sull’esempio di tanti, ad aggiungere la sua voce a un coro sovente fatto di troppi, meri balbettii speculativi". http://web.fisica.unina.it/biblio/Voltaggio.pdf
Amo ricordare le indimenticabili lezioni di Ari sulla storia dell'Unione Sovietica al circolo Tibur di Tivoli, alla biblioteca di Castel Madama; la sua ricostruzione della storia del Pci a confronto con Aldo Natoli nel garage di Gianni Marconi e Maria Nitti a Tivoli.
Ari era contento di stare con noi “comuni mortali”, tra la gente, nel territorio come si usa dire, fra gli operai nelle fabbriche. Fu particolarmente felice, con l'immancabile sigaro, quando passammo un capodanno in una fabbrica occupata sulla Tiburtina. Ho avuto la fortuna di accompagnarlo, insieme a Giovanna Brucato e Francesco Biscione, nella campagna elettorale del 1972 nei paesi della Valle dell'Aniene: pochi partecipavano ai comizi de “Il Manifesto per il comunismo”, ma quei pochi rimanevano incantati dai concreti ragionamenti di Ari, che erano avvincenti come narrazioni fantasiose.
Nel 2001 nella Biblioteca “Stroffolini” del Dipartimento di Scienze Fisiche dell’Università Federico II di Napoli è stata inaugurata la sala di lettura intitolata ad Ari Derecin che insegnò, tra il 1973 e il 1986, epistemologia nella “Scuola di perfezionamento in Fisica Teorica e Nucleare” dell'ateneo. La dotazione della sala è costituita dai libri della ricca biblioteca privata di Ari che la moglie, Maria Grazia, ha voluto donare. http://web.fisica.unina.it/biblio/Dei%20libri%20di%20Ari%20Derecin.pdf
"E così - scrive Franco Voltaggio - Ari Derecin viene giustamente ricordato. A chi come noi lo ha amato come impareggiabile maestro di sapere, riprendere in mano uno dei suoi libri darà la sensazione che il vero autore non sia quello riportato sulla copertina, ma chi quel libro acquistò e lesse".