Antonio Montinaro

Poliziotto Antonio Montinaro 

LA SUA VITA

Antonio Montinaro nacque a Calimera, in provincia di Lecce, l’8 settembre del 1962 da una famiglia di pescatori. Era un ragazzo estroverso e solare, non amava studiare, ma nutriva da sempre un alto senso della giustizia e si dedicava spesso agli altri.

Era un assistente della Polizia di Stato e il capo della scorta di Giovanni Falcone. Nel suo lavoro Antonio era "professionale" così come gli altri suoi colleghi. Riferendosi alla sua rischiosa mansione di scorta al giudice Falcone commentò:

“Chiunque fa questa attività, ha la capacità di scegliere tra la paura e la vigliaccheria. La paura è qualche cosa che tutti abbiamo: chi ha paura sogna, chi ha paura ama, chi ha paura piange. È la vigliaccheria che non si capisce e non deve rientrare nell'ottica umana”.

Era, quindi, un uomo cosciente dei rischi che correva ma innamorato dello Stato ed è diventato un esempio del coraggio e dell’abnegazione della Polizia di Stato.


LA SUA FAMIGLIA

Antonio era un uomo, un marito, un padre, una persona assolutamente "normale", che viveva e si divideva tra lavoro e famiglia, che amava quello che faceva ma soprattutto ciò che negli anni, a costo di duri sacrifici, aveva conquistato.

a 29 anni era sposato, con due bimbi, un mutuo sulle spalle e un lavoro di enorme responsabilità.


Tina Montinaro, la moglie di Montinaro, ancora oggi viaggia in tutta Italia in memoria della strage di Capaci per mantenere vivo il ricordo di suo marito e dei colleghi.

Con lei, i resti della Fiat Croma colpita in pieno dalla deflagrazione di circa 500 chili di tritolo a Capaci, nell’attentato in cui rimasero uccisi il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.


Antonio Montinaro e Tina                                      Il giudice Falcone e la sua scorta               La Quarto Savona 15 (la sigla dell'auto esplosa)