Onorina Brambilla
1923-2011
1923-2011
L’UFFICIALE DI COLLEGAMENTO PARTIGIANA E SINDACALISTA ITALIANA
La storia di Onorina è la storia di una ragazza che voleva essere felice e libera e che aveva dentro così tanta rabbia da scegliere di lottare. Non fu l’unica, con lei migliaia di altre donne si batterono contro il fascismo e il nazismo. Molte furono imprigionate, torturate, violentate, uccise. Ma vinsero. Raccontiamo la storia di Onorina per raccontarle tutte. Buona lettura.
Mi chiamo Onorina Brambilla, per gli amici Nori, sono nata in una tipica casa di ringhiera milanese, e mio padre era un operaio antifascista. Io amavo studiare solo che a 14 anni dovetti andare a lavorare come dattilografa per aiutare la mia famiglia con le varie spese.
Quello non era proprio un bel periodo, il re fuggì, da quando l’8 settembre del 1943 i tedeschi occuparono tutta Milano. Molti italiani si nascosero sulle montagne per organizzare la resistenza, perché volevano liberare il proprio paese dai tedeschi e i fascisti. Ricordo che a 20 anni entrai a far parte dei gruppi di difesa della donna ed ero addetta alla stampa clandestina.
Volevo aiutare ad ogni costo il mio paese, combattere con gli uomini e salire in montagna per protestare.
Non avevo paura e volevo lottare, quindi decisi di mettermi in contatto con Giovanni Pesce, il comandante dei GAP di Milano, e di accettare di collaborare con loro come ufficiale di collegamento. Si trattava di un compito delicatissimo e molto rischioso perché dovevo trasportare vari tipi di armi. Venivo fermata spesso dai soldati tedeschi e nascondevo le armi sotto la spesa. Andavo in giro in bicicletta per non dare sospetto. Partecipai anche ad alcune operazioni pericolose come la “Battaglia dei Binari”, dove dovetti trasportare 14 bombe che poi vennero piazzate sui binari.Tra me e Giovanni iniziò a sbocciare l’amore.
Un giorno però un partigiano ci tradì e io fui portata via in un carcere dove venni torturata per vari giorni, ma continuai a tacere. Infine decisero di portarmi nel campo di concentramento di Bolzano. Nonostante la fame e le durissime condizioni, io riuscii a mantenermi in contatto con i partigiani e poi finalmente Milano venne liberata.
Ero troppo impaziente di aspettare l’arrivo degli americani, e appena i tedeschi abbandonarono il campo, mi misi in cammino e giunsi a Milano.
Finalmente potei riabbracciare Giovanni e due mesi dopo ci sposammo.
Nel 1946 si svolsero le prime elezioni dove anche le donne ebbero il diritto al voto per la prima volta.
Per il resto della mia vita lavorai nell’AMPI, un'associazione di partigiani, e andai in molte scuole per far conoscere ai giovani i valori della resistenza.
Frase di Onorina Brambilla:
“Eravamo giovani, ci sentivamo belle, allegre.
Non eravamo incoscienti, sapevamo di correre dei rischi.
Ma volevamo un’Italia diversa, libera e
non c’era altra scelta oltre a quella di resistere e combattere”
R.T. IIIC