Fino a non molto tempo fa in Italia un uomo poteva stuprare una donna e cancellare il reato con un matrimonio riparatore.
Se la vittima acconsentiva a sposarlo, lo stupratore evitava la denuncia e il processo.
Tutte le donne stuprate accettavano il matrimonio riparatore perché all’epoca una donna che non era più vergine difficilmente avrebbe trovato un marito.
Poi un giorno accadde che una ragazza di 17 anni disse no.
Ciao sono Franca e sono nata ad Alcamo, un paesino della Sicilia, e vivo in una famiglia abbastanza benestante.
Tutti mi dicevano che ero molto bella, ma io non ci davo tanto peso. Un giorno, mentre stavo ritornando a casa con una mia amica, incontrai un compaesano, ricco e potente, che faceva parte di una famiglia mafiosa di Alcamo, si chiamava Filippo Melodia.
Lui mi propose più e più volte di essere accompagnata, ma io lo rifiutavo sempre.
Non molto tempo dopo Filippo, per quanto ero umiliato e arrabbiato, si presentò a casa mia con sette uomini, picchió mia madre per farsi dire dove fossi e poi mi portó fuori con la forza, trascinandomi per terra.
Mi tenne nascosta in una vigna in campagna per otto giorni, e mi violentó.
Una mattina fece visita un emissario di Filippo a mio padre, dicendogli che Filippo era disposto a sposarmi, mio padre inizialmente acconsentì…
La sera stessa io, Filippo e i suoi complici ritornammo a casa mia dove mio padre aveva allestito una festa di fidanzamento, almeno era quello che credeva Filippo!
C’era un poliziotto ad aspettarci per discutere di quello che era successo.
Parlammo del matrimonio riparatore che io continuai a rifiutare; certo per far valere la mia posizione dovemmo affrontare un processo molto lungo.
Era il 1966, ed era anche la prima volta che una donna italiana portava l’uomo che le aveva causato violenza, dinanzi alla giustizia.
Dopo l'accaduto, tutti iniziarono a schierarsi contro di noi, persino i preti mi urlavano cose assurde come: “le donne devono essere ubbidienti agli uomini, devono fare ciò che dicono…” e “ zitella a vita.”
Per mesi fui costretta a rimanere chiusa in casa con i carabinieri da tutte le parti.
Finalmente arrivó il giorno del processo, eravamo in tribunale, io da una parte con il mio avvocato e Filippo dall’altra con il suo.
L'avvocato di Melodia mi accusava di cose non vere e io mi difendevo da sola.
Finalmente, dopo tanta fatica, Filippo e i suoi complici vennero proclamati colpevoli, com'è che si dice "le bugie vengono a galla” o “hanno le gambe corte!”
Dopo di me molte donne trovarono il coraggio di denunciare, tuttavia soltanto nel 1981 venne abrogata la legge del matrimonio riparatore.
Filippo Melodia una volta uscito dal carcere venne ucciso a colpi di lupara da un mafioso.
Io sposai l’uomo che amavo davvero e che mi ricambiava, Giuseppe Ruisi. Nel 1968.
Franca ancora vive ad Alcamo con suo marito e i suoi figli.
Se le chiedi di raccontarti la sua ti risponde così:
“Non sono un’eroina.
Ho solo seguito il mio cuore e fatto quello che sentivo.
Nulla di speciale.”
R.T. IIIC