Un gruppo di astronauti statunitensi ha vissuto nove mesi lontano dalla Terra. Durante la missione a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), gli astronauti hanno lavorato su esperimenti scientifici per il miglioramento delle tecnologie mediche. Hanno osservato fenomeni cosmici, condotto esperimenti sulla gravità zero e testato nuovi sistemi per la vita nello spazio, assistendo a molte meraviglie astronomiche.
I 9 mesi di permanenza nello spazio sono serviti anche come prova per l'isolamento psicologico. Gli astronauti, infatti, hanno dovuto affrontare le difficoltà di vivere in un ambiente ristretto e lontano dalla loro famiglie.
Hanno anche dovuto adattarsi alle condizioni di microgravità che influiscono sui loro corpi in modo complesso, tra cui la perdita di massa muscolare e la riduzione della densità ossea. Tuttavia, grazie a un rigoroso programma di esercizi quotidiani e a tecnologie avanzate sono riusciti a ridurre quest’effetto.
Questa missione non è solo una vittoria per l'ingegneria spaziale, ma anche un passo importante verso la possibilità di esplorare ulteriormente il nostro sistema solare con sguardi sempre più rivolti verso Marte.
Concludendo, questa missione è una testimonianza della tenacia e della determinazione dell'umanità nell'affrontare l'infinito. Gli astronauti che hanno trascorso 9 mesi nello spazio sono diventati simboli di coraggio, scienza e speranza per il futuro dell'esplorazione spaziale.
Suni Williams
Suni Williams, una degli astronauti recuperati dopo 288 giorni dalla ISS con la capsula Space X, ha fatto scalpore perchè apparsa incredibilmente invecchiata e debole, con addirittura problemi a camminare!
Orbitando intorno alla terra a una velocità di 28.000 chilometri all’ora per 288 giorni, il tempo per lei è passato più lentamente, più o meno avrà guadagnato quasi un secondo di vita
Infatti in condizioni di microgravità i muscoli si indeboliscono e atrofizzano rapidamente. Gli astronauti fanno molti esercizi fisici, ma non bastano.
Ci sono poi le radiazioni cosmiche, ovviamente sono letali per il corpo umano, anche se sulla ISS sono meno dannose. Tuttavia queste condizioni non si possono definire benefiche per la salute umana.
E’ da considerare anche che non c’è alto e basso, è tutto uguale. Sebbene i progettisti della ISS e in generale delle navicelle spaziali tendano a dare un senso di alto/basso all’ambiente, questo però è puramente illusorio. Stare capovolti o dritti è la stessa cosa, portando all’affaticamento del corpo che al rientro sulla Terra diviene più sensibile.
G.M.C.&R.L II B
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