Rino Bendazzi
(Alfonsine, 15 luglio 1924 – Fiume Brenta, 28 aprile 1945)
Rino Bendazzi nacque ad Alfonsine il 15 luglio 1924 e visse la sua infanzia nella casa appartenuta da sempre alla famiglia Bendazzi in fondo a Corso Garibaldi, al civico 76. Suo padre Bruno Bendazzi lavorava come impiegato al comune di Alfonsine, dove ricopriva un incarico all'anagrafe. Quando i genitori di Rino si separarono andò a vivere con la madre a Faenza, pur mantenendo uno stretto rapporto con il padre. Durante il Fascismo, frequentò il liceo classico “Torricelli” a Faenza, ebbe occasione di aprirsi la mente grazie a professori e amici che avevano preso distanze dalla retorica e dal conformismo imposti dal fascismo.
Ma ad avvicinarlo alla Resistenza fu soprattutto il rapporto che ebbe modo di avere con Terzo Lori, dopo la caduta del Fascismo nell’ estate del ‘43. Terzo Lori fu accolto a casa Bendazzi, subito dopo essere uscito dal carcere di Ventotene, dove si trovava rinchiuso per la sua attività antifascista.
Nel novembre del 1943 Rino seguì Terzo Lori sulle colline forlivesi per raggiungere il Gruppo ‘Libero’ e far parte poi dell’ottava Brigata Garibaldi Romagna. Rino si ammalò nel gennaio del ’44, quindi fece ritorno ad Alfonsine, ma in aprile tornò già in azione fra i GAP (Gruppi di Azione Patriottica) che in quella primavera fecero irruzione nelle caserme di Madonna del Bosco e di Passo Primario, disarmando numerosi soldati fascisti. Il 14 agosto 1944 era a Savarna con Aldo Centolani per disarmare un gruppo di soldati tedeschi, quando furono sopraffatti da una corriera di militari nemici ferma a poca distanza dietro una curva. In novembre lo troviamo nella file della colonna Wladimiro che partecipa alla battaglia delle Valli e raggiunge Ravenna appena liberata.
Per il suo coraggio e le sue qualità dimostrate fu messo a capo della 6° Compagnia Partigiana della 28° Brigata Garibaldi, con la quale risalì fino al Veneto. Nella notte fra il 28 e il 29 aprile, quando ormai la guerra sembrava terminata, si offrì volontario per andare ad aiutare un soldato inglese gravemente ferito lungo il fiume Brenta, ma in quell’ azione fu colpito dalla raffica di una retroguardia tedesca e finì travolto dalla corrente del fiume, per le ferite o per il peso delle armi. Il suo corpo non fu mai trovato, nonostante le disperate ricerche dei partigiani della sua Compagnia.
Uno dei pochissimi studenti partigiani, per il suo comportamento si era guadagnato grande stima e considerazione tra i compagni della Brigata.
Molto presto fu decorato con la Medaglia d'Argento al Valor Militare e nel 1950 il sindaco di Alfonsine Mario Cassani inaugurò il nuovo campo sportivo intitolato alla sua memoria.
Classe 3^A a.s. 2023/2024